Le stazioni sono tutte uguali.

Le stazioni sono tutte uguali. Che si viaggi da nord a sud, da est a ovest, si respira sempre un’aria di transizione. Sguardi ricambiati, valigie, cuffie che richiamano ricordi, e l’immancabile arredamento in verde blu e beige.

Nessuno sembra mai accorgersi del cielo, della sporcizia lungo i binari, e della voce metallica degli altoparlanti. Tutto è impacchettato, tanto da sembrare una commedia perfettamente collaudata. Uno due, tre, in scenaaaa!

E’ bello viaggiare avendo un posto in cui tornare, una stazione da cui partire. Capita di sentirsi a proprio agio con perfetti sconosciuti, e di vedere il migliore dei profili fuori dal finestrino.

La bellezza del viaggio sta nell’osservare volti nuovi, sguardi mai interpretati, e abbuffate di vergini sensazioni.

Mi è sembrato oggi, in quei pochi minuti di treno, che il muoversi in quella maniera fosse il migliore dei modi per osservare il mondo, che quando non sa d’essere scrutato da il meglio si se.

Bella pagina, per me nostalgica, però non è vero che... "Nessuno sembra mai accorgersi del cielo, della sporcizia lungo i binari, e della voce metallica degli altoparlanti"... E può capitare anche di intravedere al posto del proprio viso specchiato nel finestrino una assurda maschera di Arlecchino!

Sì, bella pagina, molto apprezzata (parentesi:il tuo avatar è una delle mie foto preferite). Il brutto è quando cominci a non aver più voglia di guardare fuori dal finestrino, quando rinunci a guardarti intorno e cominci a preferire che il tempo del viaggio trascorra mentre sfogli riviste, quotidiani o le pagine di un libro.
Ma di sicuro non è ancora il tuo caso, vista la giovanissima età.
Mi hai riportato alla mente un paio di poesie, che andrò a ripescare dal pozzo nero del mio hard disk in tuo onore.

Non è facile scrivere facile. Solitamente si cade nel vizio dello sbrodolare termini che servono a noi stessi per conmpiacerci di quanto siamo bravi come tromboni ( mi capita, mammamia se mi capita). Questa qui invece mi piace. Nella sua semplicità osserva e conduce.
Bravo.

Bravo Anam, tu hai visto.

Quanto amore leggo per quel mondo che quando non sa d'essere scrutato da il meglio di sè...
Piaciuta questa tua pagina, bravo.

clelia

Basta saper guardare, tu sai farlo

Anam, le tre righe finali sono poesia allo stato puro!
Peraltro sai che uno dei più forti giocatori di scacchi del mondo è un indiano che si chiama Anand.
Io proprio non ci so stare nell'argomento, disserto...
Porta pazienza.

S-cacca al Re! Come disse la Regina Maria Luigia Antonietta Benedetta Sedicesima:- Se il popolo non ha pane, che mangi brioches e cicoria!-

Anam infatti è una parola indiana...

gran bella pagina: l'avevo persa!
amo andare in treno, guardare dal finestrino.
nelle ultime tue righe il senso.
semplice, senza fronzoli, come piace a me, ma che dice tutto e arriva.
Betta

andrò a guardarle...amo scrivere dei miei viaggi...amo leggere dei viaggi...amo i viaggi...
questo senso di libertà che mi mette addosso la partenza, il poter osservare, imparare...

Ti scopriamo dunque anche osserva-prosatore oltre che poeta sensibil-dicitore!

Le stazioni sono tutte uguali, le persone che ci passano per fortuna no. Prendi te,per esempio...

per osservare il mondo, che quando non sa d’essere scrutato da il meglio si se.

e' grande il tuo modo di scrutare

osservare il mondo per poi scriverne, è stato sempre il mio sogno...

grazie a tutti...