Pensiero bus

Il treno tarda.
L’aria calda e la latitanza del vento regalano alla giornata un’atmosfera lucida, nitida.
Penso a vecchie storie d’amore incominciate lungo le stazioni: incontri casuali, sguardi, confessioni.
La gente lungo i binari non si parla, e questo mi stupisce. Ognuno perso dietro i suoi pensieri, ovattati dalle cuffie di malefici i-pod. L’aria di complicità sembra essersi dissolta come luce al tramonto.
Scorrono nei miei occhi le immagini di film del dopo guerra, ma niente più è lo stesso. Proprio no. Dove sono i personaggi di Sordi e Gassman? I ragazzini persi dietro una palla. Le donne che chiacchierano nei mercati.
Il treno tarda e sembra volermi regalare un’analisi sul tempo. Il nostro tempo.
La paura è compagnia cui ogn’uno di noi non sembra voler rinuncia. I sistemi di comunicazioni giocano perfettamente al ruolo di al fuoco al fuoco al fuoco.
Ormai niente ci ripugna, siamo abituati alle peggiori atrocità. La guerra è sempre più raccontata come film, la pubblicità ne fa da contorno e da padrone.
Il treno tarda, e sembra essersi messo in salvo.
Le colonne sono piene di numeri di telefono, proposte più o meno esplicite.
La voce gracchiante all’altoparlante ci avvisa del ritardo. Quarantacinque minuti. Attimo più, attimo meno.
Decido che è meglio chiedere un passaggio fuori la stazione.
Paura? Sì un po’ ne ho.
Ma non darsi una possibilità è abbastanza volgare.
Il pollice in su, l’aria da autostoppista non mi aiutano a rendermi affidabile. Lo zaino in spalla da viaggiatore... neanche.
Passano i minuti.
I minuti passano.
Niente.
Nessuno sembra volersi fermare. Fidare.
Sono passati trentacinque minuti. Non mi resta che tornare in stazione.
La gente non ha familiarizzato nel frattempo. Nessuno si parla. I più ascoltano la musica, isolati.
Il treno arriva, e sembra sorridermi.
Grazie treno mi sento dire vedendolo arrivare.
Grazie.

Se dovessi descrivere le tue pagine ad un amico le definirei fotografie.
Nitide istantanee coi colori della vita, ma che non trascurano i toni di grigio. Di una chiarezza ineccepibile.

Un altro treno, un altro viaggio.
Ha ragione Giampiero, qui sopra: fotogrammi di vita i tuoi.
Di stazione, in stazione...

Oh, per me il lettore di MP3, alla mia età, mi serve per "tirarmela da strano"...

anch'io lo uso...e molto!

Storia e pensieri, il mio matrimonio preferito. Una buona prova di espressione.

Bravo Anam.

Diego

Se non fosse che ti rovineremmo il quotidiano verrebbe da sperare che il treno che devi prendere ritardi ancora...e poi ancora... e poi...

nico

è vero i piu ascoltano la musica, isolati in se stessi.é cosi

Nuccina ha scritto:

è vero i piu ascoltano la musica, isolati in se stessi.é cosi

e si...muovo verso queste considerazione, osservando prima di tutto me...
ma ho capito che questo tipo di approccio ai rapporti sociali non coinvolge solo me...è molto diffuso...

Pecoranera ha scritto:

Storia e pensieri, il mio matrimonio preferito. Una buona prova di espressione.

Bravo Anam.

Diego

quando le considerazioni partono da "dentro" non si può far altrimenti!

Tu sei sicuro che hai solo 23 anni, vero?

la carta di identità dice questo...

Quello che scrivi dice molto di più...

sono pensieri...situazioni...un mix

Si, ma tu bello mio ci hai presi tutti: dal Sordi degli anni 50-60 all'I-pod.
Mica facile!

perchè amo Sordi, Gassman, l'Ipod... non voglio farmi mancare niente...

Tu avrai anche 23 anni ma vedo con piacere che hai già capito molto.
Continua così che la vita è questo:curiosità e Amore(parola bistrattata, di questi tempi).

ci provo...ci provo...

Carino questo racconto, ma toglimi una curiosità.....(scusami sai ma è piu' forte di me non offenderti...almeno spero....)
Ogn’uno è un nuovo modo di dire del vocabolario della lingua italiana? Oppure è un vecchio modo e io non l'ho mai saputo?.....
In entrambi i casi dovrei adeguarmi.... Sai io sono rimasta all'epoca in cui sui treni c'era ancora qualche rara persona che parlava....
grazie.

gea, ma tu non lo sai che scrivere non ci azzecca qausi nulla con l'italiano?

Penna Libera ha scritto:

gea, ma tu non lo sai che scrivere non ci azzecca qausi nulla con l'italiano?

Penna ma tu lo sai che la maggior parte dei ragazzi aspiranti sceneggiatori fanno degli errori grammaticali che sono degli obbrobri?
L'italiano è morto, ma io ogni volta che se ne celebra il funerale piango.
Una volta conobbi un tipo. Invece di godére diceva gòdere. Mi fece talmente brutto sentirgli sbagliare accento che mi crollò immediatamente. Mi si frantumò ai piedi e non lo frequentai più.
Naturalmente non gli dissi mai il perchè....

Ma ce lo sai Gea, che Gòdere gli è Fiorentino? Nun tu te perderai un bel Fiorentino per un accento sbagliato? Suvvia, guarda che quelli la lingua la laveno nell'arno tutte le matine, come li cenci.
I Fiorentini ce devi de lo sapè, sanno parlare, ma di godere non sanno la differenza che ce sta, con gòdere, credi a me.

gea ha scritto:

Carino questo racconto, ma toglimi una curiosità.....(scusami sai ma è piu' forte di me non offenderti...almeno spero....)
Ogn’uno è un nuovo modo di dire del vocabolario della lingua italiana? Oppure è un vecchio modo e io non l'ho mai saputo?.....
In entrambi i casi dovrei adeguarmi.... Sai io sono rimasta all'epoca in cui sui treni c'era ancora qualche rara persona che parlava....
grazie.

da quando non metti piede in un treno?

posso scrivere 3no? mi fa più giovanile...

carina questa!
B