Il segreto di Ser Liutprando

Gibbì col suo bel pezzo su Re Artù (http://inpuntadipenna.org/in-punta-di-prosa-f1/superman-e-re-artu-t1996.htm) mi ha stimolato a demolire del tutto il mito di Re Artù... prendetevela con lui


Su, sedete ed ascoltate
che vi canto una canzon
e le lacrime versate
per Liutprando MacFallon.

Cavalier di grande vaglia
se ne venne a Camelotto
traversando Cornovaglia,
la Galizia e'l Varesotto.

Non mi celo dietro un dito:
“Ser Liutprando? Molto bello
ma quel nome ho mai sentito,
mai si vide un menestrello

che suonando la ghironda
ser Liutprando abbia cantato
alla tavola rotonda
con Arturo affaccendato”.

L’obiezion è seria invero,
doverosa è la risposta,
che al quesito nell’intero
soluzion abbia proposta.

Chi fu dunque lo cantore
al qual debbo l’opra mia?
Lo saprete con stupore
alla fin della poesia.

Cavalier era Liutprando
dal gran fallo smisurato,
e quel dì lo stav'usando
con l’amata, spensierato.

Ma li mori di soppiatto
traversaron le frontiere.
Cento vergini d’un tratto
furon fatte prigioniere.

- Cento vergini? Che strano -
fa re Artù sull’accigliato,
-Se’l mio conto non è vano
nei confini del mio stato

pur contando li conventi,
le neonate allo spedale,
le megere senza denti,
forse un par è più reale.

Tuttavia noi non possiamo
lasciar fare al Saladino.
Se quel Moro non fermiamo
l'orticello e’l seggiolino

ruberà sotto ‘l mio naso.
Di principio è la questione,
e decido, in questo caso
che sia dura la lezione.

Qui ci vuole ser Liutprando!
Sia portato al mio cospetto
già munito del suo brando
e di guerra in pieno assetto!-

Ser Liutprando fu cercato
e raggiunto sul più bello,
chè la dama avea agguantato,
ma pensate... è ver, quello!

"Ser Liutprando, a ‘sti mori
porterai lo mio messaggio:
se qui vieni, tu qui muori
non val scusa né coraggio!

Al ritorno, in guiderdone
del servizio e del periglio
te n’avrai, prode campione,
da diporto un bel naviglio."

Va Liutprando sul destriero
va li mori ad agguantar.
Taglia, infilza e tutt’intiero
il drappello fa squagliar.

Ma la pugna fu cruenta,
chi le piglia pur le dà.
A narrar la lingua stenta,
ma purtroppo s’ha da fa'.

Con la spada un tapin nero
che già stava per schiattar,
di Liutprando tutto intero
riuscì ‘l fallo ad asportar!

Ritornato a Camelotto
fu ben presto medicato
-qui ci pensa Lancillotto-
e un cerotto fu applicato.

A Liutprando, che meschino!,
viril asta fu affettata
ma la nave ebbe il tapino,
possiam dir: ’na gran Fregata!

Ma lo tempo è gran dottore
che il dolor cancellerà
e vedrem di nuovo ardore
Ser Liutprando avvamperà.

Noi l’eroe abbiam lasciato
dal castello uscito, scosso.
Ser Gawain ha salutato
e Galahad pur s’è commosso.

A Ginevra un po’ piangente
persin fece l’occhiolino,
-tra di lor non fu mai niente,
no, nemmen un lenzuolino.-

Ora è’l povero Liutprando
sul veliero, scoraggiato.
Bordesando bordesando
alla fin s’è addormentato.

Sulla tolda sta a ronfare
quando giunge una vision:
“il San Graal devi cercare
questa sacra è tua mission!”.

Fù così che’l cavaliere
dalla storia è ricordato
del San Graal sacro l’alfiere
puro, casto ed onorato.

Or torniam allo mistero
di quel nome sconosciuto
e vi svelo tutt’intero,
io da chi l'ho risaputo

Non da Ossian, lo dò per certo,
ch' è di tempo un po’ remoto.
Né sir Scott di storia esperto,
d’ Ivanhoe scrittor ben noto.

Fu Chrétien, il trovatore
che per primo ne parlò,
ma fu preda del pudore
e quel nome alfin cambiò.

Ser Liutprando era nomato
cavalier dal Perso Fallo.
Per pudor fu tramandato
sia'n Albion che’n Portogallo
su ambo i lati del canal
come il casto Parsifal.

Perdifal
ecco si così.
Bravo.

che dirti...l'ho letta canticchiando!

IsObel

un tapin nero
Come demolirmi un mito
Se penso che Melisande è stato un mio grande amore preferendo Rudel
Complimenti
Alessandro

È uno spasso dotto da leggere e rileggere che solo un iniziato poteva scrivere divertendosi. Innumeri le trovate e i rimandi, rigorosamente in rima.
Be’, alla prossima guerra santa, so cosa fare: m’accontenterò di cercar gloria come un garzone, in un fienile, allietandomi con fanciulle di millantata illibatezza.

un mariovaldo cosi non l'avevo mai letto...

Mi sembra di essere tornata ai tempi belli della goliardia (la strafamosa "Festa delle Matricole"... )
Bella bella bella!!!
Al.