SCRIVERE DELLE DONNE E SULLE DONNE: ERZSEBET BATHORY

La casa reale ungherese ha uno stemma assai strano.
E’ diviso in due parti ben separate, seppur unite, da una parte la casata del re, dall’altra quella della regina.
Lo scudo è sormontato da una corona, diviso diagonalmente da un volano e nella parte superiore una croce potenziata, nera,  con una corona apparentemente quella degli Arganti le cui origini si sono perse nella notte dei tempi.
Dalla parte femminile una rosa, bianca, con la solita corona, ma, e qui iniziano le stranezze, dalla rosa bianca cade una goccia che sembra di sangue.
Di lì a immaginare che la goccia di sangue alluda a Erzebeth Bathory (Elisabeth in ungherese) parente della regina la strada è breve.
Ma chi è questa donna?
Una donna che fu grande nel male, una “vampira” famosa, allo stesso livello del Conte Vlad, ma nota a un gruppo minoritario.
Erzsébet Bathory è nata nel 1560 da una illustre famiglia imparentata con i regnanti d’Ungheria e sua nonna Anna era sorella del Re di Polonia.
La nostra fu istruita e colta, conosceva il latino, la Bibbia e la storia del suo paese. A dieci anni, morto il padre, fu promessa in sposa al conte Ferencz Nadasdy che sposò quindicenne e da cui ebbe quattro figli.
Secondo le cronache, frammentarie del tempo, pare che la nostra Erzsébet  dedicasse il suo tempo allo studio dell’alchimia.
In uno stralcio di lettera, indirizzata al marito in guerra, che ci è pervenuto, scrive: Thorko (uno dei suoi servi) mi ha insegnato una procedura di magia: prendi una gallina nera e percuotila a morte con un bastone bianco. Raccogli il sangue e spargine un po' sul tuo nemico. Se non hai la possibilità di spargerlo sul suo corpo, procurati un suo indumento e allora spargilo sopra questo….
Non sono indicati i fini di questa pratica, ma possiamo facilmente immaginarli.
Lontano il marito, noto con il soprannome de Il Conte Nero, per una successione di guerre, la nostra contessa, nel suo castello di Csejthe, perpetrava nelle sue pratiche di occultismo associandosi con donne che la tradizione popolare indicava come streghe.
Solo però dopo la morte del marito le sue intemperanze raggiunsero limiti inimmaginabili.
Si dice che  tenesse delle giovani serve nei giardini, in pieno inverno, completamente nude e che le facesse bagnare con dell’acqua santa di modo che divenissero grottesche sculture di ghiaccio.
Ma al di là di questa attività, discutibile ma non certo degna di essere ricordata, nella sua ricerca alchemica la nostra contessa voleva disperatamente realizzare il sogno dell’eterna giovinezza.
L’elisir di lunga vita, nella chimica alchimistica, è sinonimo di farmaco dell'eterna giovinezza, rimedio a ogni male.
Già gli alchimisti del trecento indirizzarono lo studio non solo alla trasmutazione dei metalli ma anche verso la produzione di "medicine" in cui l'incorruttibilità (perfezione) dei metalli nobili si unisce alle dinamiche vitali.
I famosi “farmaci” o “elisir” che dovrebbero rafforzare la perfezione anche del corpo umano, garantendo salute, longevità, bellezza  e in alcuni casi anche l’immortalità.
Non si può dimenticare, infatti, che per Bacone l’alchimia è una scienza complessa e complessiva e riguarda ogni tipo di trasformazione fisica, chimica e biologica.
La nostra operava in un clima di assoluta omertà, protetta dai suoi legami di sangue con il cugino, Stefano, re di Polonia.
Pare che un giorno, casualmente, mentre era intenta ad abbigliarsi, alcune gocce di sangue della sua giovane camerista le caddero sul braccio e che la nostra Erzsébet provasse un’immediata sensazione di vigore e ringiovanimento.
Ciò le fu sufficiente: è stato scritto che all’epoca….. Elle a quarante ans, et l'idée de la vieillesse et de la décrépitude la hante. Sa beauté doit rester intacte. Dès lors, avec l'instigation de quelques complices sur qui elle a toute autorité, elle commence à amener des jeunes filles dans son château pour les torturer et se baigner dans leur sang…
In realtà pare che la nostra contessa soffrisse di gravi crisi nervose che si manifestavano dapprima con grandissime emicranie e che proseguivano in stati catatonici, molto simile all’estasi mistica, dai quali si risvegliava con la mente assai turbata.
A conoscenza di un elisir eccezionale che si diceva costituito dal sangue delle vergini, nella sua follia pensò bene di attrarre giovani fanciulle con il miraggio di compensi favolosi che assistevano a macabri riti e molto spesso venivano sacrificate e il loro sangue utilizzato dalla Bathory  certa di trovare in esso la possibilità dell’eterna giovinezza.
Una delle vittime pare riuscì a fuggire e i fatti furono portati a conoscenza di Mattia II d’Austria, il quale sembra sapesse, ma ben si guardasse dall’intervenire per non alterare delicati equilibri politici.
Di conseguenza la Bathory fu arrestata nel suo castello di Csejthe il 30 dicembre del 1610.
Molte donne furono rinvenute nelle segrete del castello con ferite dal quale sgorgava il sangue che serviva alla diabolica contessa per inseguire il suo sogno di eterna giovinezza.
Alla fine dell’inchiesta pare siano stati rinvenuti seicentodieci cadaveri, per lo più di giovani donne.
Tutti i collaboratori della contessa furono imprigionati e dopo innumerevoli torture giustiziati, mentre le donne, accusate di stregoneria, furono arse sul rogo.
Tutte tranne la Erzsébet la cui condanna a morte fu commutata in segregazione a vita.
Nel 1611 venne murata viva nella sua camera nel castello di Csejthe con un piccolo foro per consentire il passaggio del cibo.
Ci si accorse della sua morte il 14 agosto del 1614, ma nessuno riuscì a conoscere i riti praticati con il sangue delle vergini dalla contessa.
La storia, o forse leggenda, prosegue affermando che la guardia di turno che trovò il cadavere della contessa, accanto rinvenne una bimba di circa due anni.
La misteriosa bambina, erede delle casate Nasdaky-Bathory venne poi data in moglie al principe ereditario Kails II della dinastia degli Arganti.
Alla morte del sovrano avvenuta nel 1630, Erbeth e suo marito divennero sovrani del regno, sino alla rivolta popolare del 1666, anno in cui la regina scomparve nel nulla, senza lasciare nessuna  traccia.
Una storia senza dubbio singolare, tragica, triste e tanto misteriosa.
Il tema dell’eterna giovinezza è ben caro d’altronde a molti regnanti, tant’è che nella commedia Alchymista" (1932) di Vladislav Vancura, l'imperatore Rodolfo II, dinanzi a un consesso di vari astrologhi e alchimisti, tra i quali John Dee, Sedziwòj, Kelley, Bragadino, Keplero, Hàjek, Tycho de Brahe ed altri, supplica, con accorate parole, l'alchimista Alessandro del Morone, forse il ciurmadore italiano Alessandro Scota, di fermare la sua vecchiaia, di sottrarlo all'abisso melmoso del disfacimento fisico e  di restituirgli la giovinezza.
E proprio questa l’alchimia che fiorì a Praga nei tempi di Rodolfo II, l’esasperata ricerca della pietra filosofale che è lo spunto anche per una altra commedia, di Karel Capek, scritta nel 1922, che s’intitola L'affare Makropulos.
A sottacere poi degli innumerevoli libri sull’argomento, da Balzac a de Beauvoir.
Ma per tornare alla nostra contessa, anche lei è stata argomento di una commedia, L'uomo più crudele di Gian Maria Cervo, un'opera costruita come un giallo, che spazia dalla Valacchia del Quattrocento alla Bloomsbury degli inizi Novecento e  che rivela progressivamente l'orrore che si nasconde sotto le consuetudini del quotidiano.
Prende avvio appunto nel 1610 quando un’uomo, di circa trent’anni  viene convocato a Buda per le indagini sul processo a Erzebeth Bathory, il primo caso di vampirismo documentato dalla medicina ufficiale. L'uomo e' Voico Dobrita, che forse ha 173 anni e che forse è stato il segretario di Vlad Tepes Dracul, antenato di Erzebeth e voivoda della Valacchia nella seconda meta' del Quattrocento……

Sapevo che oltre a dire di essere una strega sotto sotto lo sei davvero.
Erzsébet è più che una strega, è una vampira, è un'alchimista. Non finì al rogo, ma segregata a vita, solamente per le sue parentele altolocate, mi pare di capire. Ma il mistero della sua morte di cui tu parli, quella bambina, ritrovata dopo 3 anni... Bè, amica mia, mi conosci per sapere quanto mi ha intrigato questa storia, galline nere ammazzate con un bastone bianco a parte, anche se le statue di ghiaccio mi hanno fatto avere un pensiero cattivello.
L'elisir di lunga vita, l'eterna giovinezza... Perchè non pensare che gli studi e gli esperimenti di Erzsébet siano stati la base di un traguardo al quale ancora non si è giunti ma che è impensabile pensare non ci si arriverà?
C'è una cosa che ora devo tenere per me per motivi che poi ti spiegherò che mi ha lasciato di sale, e che mi fa pensare che davvero tu sia una strega: una splendida strega che mi legge nei pensieri.
Bentornata, Liesma.
Sono due, ne restano ancora novantasette: una vita intera.
Grazie.

Sai che il libro di Bram Stoker è stata una di quelle letture che mi ha tenuta sulle pagine dall'inizio alla fine? Vidi il film di Coppola, mi innamorai del suo Dracula ed acquistai il libro che risultò poi essere, per me, ancora più interessante del film. Perchè anche i vampiri, se non li trafiggi con un paletto, hanno un cuore e la storia del Conte Dracula e di Mina è una storia d'amore senza tempo ed io, da inguaribile romantica quale sono, adoro le storie d'amore, anche quelle che finiscono con la scelta di piantare un paletto di legno nel cuore dell'amato.