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 Cento giorni

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Mario Malgieri
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Mario Malgieri


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MessaggioTitolo: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime26/7/2008, 14:16

E' vestita di rosso, un abito lungo dalla scollatura provocante, ha un microfono in mano.
Forse è la prima volta che mi sorprendi a guardare una bella donna e i tuoi occhi non mi trafiggono, pronti a farmi sentire in colpa solo per l'ombra di un apprezzamento neppure accennato.
Ma io guardavo senza vedere, e tu sai bene che questa sera non c'è spazio per il resto dell'umanità.
La cantante si avvicina al nostro tavolo: siamo noi che le abbiamo chiesto questa canzone e ci guarda sorridente.
E’ brava, il pianista l’accompagna discreto, con un tocco lieve, pochi accordi in un giro di Do ricreano l’atmosfera della nostra prima volta, cento giorni fa.

"Senza fine
tu sei un attimo senza fine
non hai ieri, non hai domani
tutto e' ormai
nelle tue mani
mani grandi, mani senza fine."


In quelle tue mani ora stringi un bicchiere, lo tieni alto davanti agli occhi; le luci basse si riflettono sul cristallo e illuminano il tuo sorriso, mentre ti specchi nell’ambra del vino che abbiamo scelto con cura e mi ascolti, tu hai parlato pochissimo questa sera.
C’è un brivido che ci percorre su quelle parole cantate con voce sensualmente roca; la Vanoni era perfetta, ma lei, la nostra cantante avvolta in quel vestito rosso come i suoi capelli, ha uno stile personale e questa canzone deve essere il suo cavallo di battaglia.
- Sono tinti, non è il suo colore, ma le stanno benissimo. -
Una banalità, la dici perfettamente consapevole, ma che altro si deve dire in una sera come questa?
Il desiderio che abbiamo cercato di tenere a freno, almeno per questa sera, rompe le catene e ci percorre, dandoci come un brivido segreto che accende una luce particolare nei nostri occhi.
Io lo so che tu mi vuoi come sempre, e tu lo sai che per me non esiste un’altra donna che il mio corpo reclami con più furore. Dal primo appuntamento, proprio qui, stesso locale, stesso tavolo, c’è stata quella corrente misteriosa, quell’alchimia che non tollera finzioni, non vuole schermaglie, niente giochi di “no” che sono “forse” e di “forse” che sono “sì”.
Ci siamo voluti subito, ci siamo dati senza riserve e senza pudori, poi per cento giorni abbiamo atteso la notte. Per cento notti ti ho avuta. Per cento volte solo all’alba è giunto il riposo.

"non mi importa della luna
non mi importa delle stelle.
tu per me sei luna e stelle
tu per me sei sole e cielo
tu per me sei tutto quanto
tutto quanto io voglio avere."


In quelle notti, dovunque fosse il nostro rifugio - quanti ne abbiamo avuti, dai più squallidi motel per amanti clandestini sino ai luoghi da favola, come l’alberghetto ai piedi delle montagne. Ricordi? quello col giardino di pietre e rododendri e la padrona che ci sorrideva, complice affettuosa, quando scendevamo sazi di amore e affamati. Non sapevamo che tempo facesse fuori, perché il nostro cielo era lì, in quella stanza. Sì lo so, è un’altra canzone, ma questa sera non fa differenza.
- C’era anche il ruscello che cantava tra i sassi - sussurri piano, mi hai letto nel pensiero.
E’ vero, io quasi lo dimenticavo, ma ci fermavamo ad ascoltarlo per qualche istante prima di risalire in macchina; chissà per chi canterà in questo momento.
Tu ora lo sai, come lo so io: solo un’ora, adesso ancora di meno.
C’è un orologio che avanza spietato.
Ascolta, ogni battuta di questo tre quarti sono cento granelli di sabbia che cadono nella clessidra, e ognuno di loro è una pietra accuminata che ci ferisce e ci strappa una goccia di sangue.

"Senza fine
tu trascini la nostra vita
senza un attimo di respiro
per sognare..."


I sogni muoiono all’alba, così dicono; ma i nostri sopravvivevano, cento albe non li avevano cancellati. Adesso, in una sera, si sono accartocciati come foglie d’autunno, qui, alla fiamma della candela che il cameriere ha acceso sul nostro tavolo.
Ora restano pochi minuti, ci guardiamo, ne resta uno di meno.
Le luci, gli odori, i sapori, le voci di tutti gli estranei che sorridono qui intorno non hanno corpo, non hanno sostanza. Ci sei tu, ci sono io e c’è la nostra canzone.
Abbiamo bevuto sino all’ultima goccia questa serata e abbiamo vuotato i nostri calici; di noi resterà solo l’impronta delle labbra sul cristallo. Dentro il secchiello d’argento la bottiglia va alla deriva, leggera, nel suo piccolo mare di ghiaccio disciolto. - Ci potremmo mettere dentro un messaggio, forse qualcuno un giorno ci verrebbe a cercare - tenti uno scherzo sorridendo solo con le labbra. Poi, seria, - Credo proprio che non berrò mai più il Traminer, lascia un retrogusto troppo amaro.-
Amaro come il tuo sorriso nel pronunciare queste parole, la voce ti trema e lo sguardo… non avrei mai voluto vederlo, quello sguardo.
Anche la cantante l’ha visto e forse ha capito, non sorride più, si allontana.
Noi siamo pronti, ma si può mai essere pronti a farsi strappare un braccio, una mano? Il cuore no, perché vivremo. Mutilati, segnati per la vita ma il nostro cuore batterà ancora.
Il conto è arrivato, forse ci illudevamo che mai qualcuno ce lo avrebbe presentato.
Invece, infallibilmente eccolo, nel momento in cui fa più male; cento coltellate che ci fanno urlare in silenzio sotto le nostre maschere sorridenti, di persone mature e ragionevoli. Il cameriere ha il volto dei nostri errori passati, e loro il conto a quelli come noi, quelli con una coscienza e un senso di responsabilità, lo presentano sempre.
Lo abbiamo pagato e ci ha prosciugato l‘anima.
Finisce una vita nella quale ci appartenevamo; lasciamo ad altri i nostri corpi, teniamo per noi i ricordi e li riponiamo ben piegati nei cassetti segreti. Ogni tanto li apriremo, magari mentre alla televisione, in un revival sbiadito in bianco e nero, la Vanoni canterà “Senza fine”, con la sua voce strana, e loro, i ricordi, saranno lì, profumati da un mazzetto di sentimenti disseccati.
Camminiamo verso l’uscita; la mancia è stata generosa e il cameriere ci porge i soprabiti con un sorriso e una domanda.
- Si, tutto bene, grazie, torneremo di certo.-
Con questa ultima bugia chiudiamo dietro di noi la porta, mentre si spegne una strofa:

"per poter ricordare
cio' che abbiamo gia' vissuto.
senza fine… "


Insieme usciamo nel buio, ci diamo un bacio sfiorandoci appena le labbra.
Ora siamo pronti a tornare ciascuno alle proprie ipocrisie.
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TimidaScrittrice
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime26/7/2008, 14:47

bellissimo...
sinceramente avrei bisogno di rileggerlo per capirne meglio il significato letterale.
lo farò domani, per adesso voglio che mi restino impresse solo le sensazioni che mi ha generato, la musicalità e la sensualità.
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime26/7/2008, 18:07

Il significato letterale è sufficientemente esplicito, anche se meno di quanto lo sia in altri miei racconti. Sono contento che le sensazioni che ti ha trasmesso siano abbastanza intense da restarti impresse: la tua lettura è stata attenta ed emotivamente partecipe, grazie.
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime26/7/2008, 20:49

E' talmente intima questa pagina che entrarci e lasciare un commento mi pare di disturbare...
Mario, in quanti si possono identificare in queste tue parole? Quanti hanno una canzone che provoca, a distanza magari di anni, lo scaturire di un ricordo gelosamente custodito? E quanti non bevono o mangiano più un determinato cibo perchè è doloroso il ricordo del gusto amaro che lascerebbe ancora sul palato?
Esco in silenzio da qui, portando con me le tue parole, mentre canticchio, tra me e me, senza fine...
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime26/7/2008, 21:30

Daniela Micheli ha scritto:
E' talmente intima questa pagina che entrarci e lasciare un commento mi pare di disturbare...
Mario, in quanti si possono identificare in queste tue parole? Quanti hanno una canzone che provoca, a distanza magari di anni, lo scaturire di un ricordo gelosamente custodito? E quanti non bevono o mangiano più un determinato cibo perchè è doloroso il ricordo del gusto amaro che lascerebbe ancora sul palato?
Esco in silenzio da qui, portando con me le tue parole, mentre canticchio, tra me e me, senza fine...
Intima, dici? certo, lo sarebbe se fosse autobiografica. Invece, quando l'ho scritta molto tempo fa, ho solo cercato di immergermi in stati d'animo ed esperienze non vissute di persona, ma, come dici tu, molto comuni. Sono contento di esserci riuscito: il tuo commento è assolutamente gratificante, grazie
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime26/7/2008, 21:32

Mario, il fatto che sia arrivata proprio come se fosse autobiografica, pur se postata in prosa, è per me significato che lo scrittore ha raggiunto il suo scopo.
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sorcio
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime27/7/2008, 20:25

Non lo avrei mai detto sai Mario, che fosse autobiografico.
E' stupenda questa storia ed è scritta meravigliosamente bene, ma come poche volte succede, in un paradosso bestiale, è troppo bella per sembrare vera. Manca l'errore manca la vergogna e il tremare.
Oppure mancano solamente due persone come queste, così che può sembrare anche possibile.
Scrivi davvero bene Mario, ed ogni storia che ci lasci lascia una traccia netta e ben delineata, un confine, tra un dovere ed un piacere, quello di leggere.
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime28/7/2008, 11:57

Anch'io avrei tanto bisogno di rileggerlo: a letto con TimidaScrittrice... pig
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime28/7/2008, 22:53

la pudicizia di un addio, il senso di un rimpianto, l'amaro di un ricordo, le banalità delle parole
a queste sensazioni si addiceva forse meglio il silenzio
l.
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MessaggioTitolo: Re: Cento giorni   Cento giorni Icon_minitime

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