Ci si potrebbe augurare...

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Ci si potrebbe augurare di aprire piano il cancello della voliera,

salutare gli arabeschi piumati e le volute di ferro.

Sentirsi come acqua di rocca che scava sentieri terrosi tra umide e languidi felci.

Essere sinalmente quel che si è, nell'accettazione serena dell'essere, nella consapevolezza

che solo quello che è, è.

Liberarsi poi, dai mille legacci di seta, di corda o di ferro messi a guardia di un nulla creduto importante.

Ci si potrebbe augurare di scrivere senza soffrire, con solo la meraviglia negli occhi e il miele sulla lingua.

Lasciarsi prendere per mano da uno sconosciuto, senza domande, lasciando solo parlare la pelle,

come il serico andirivieni delle maree.

Vedere almeno una volta prima di morire l'aurora boreale. Sentirsi parte, necessaria e insostituibile,

non spettatore clandestino profanatore di un tutto primigenio perfetto, una tessera che si

ricongiunge alla bellezza, nella cosciente ineluttabilità di una siderale perfezione matematica.

Ci si potrebbe augurare di sognare il sogno, senza oscillazioni di cibo nicotinizzate.

Occorrerebbe appartenersi ed appartenere, anche solo con un abbraccio, per difenderci

non dalla morte, ma da estenuanti resurrezioni mediatiche.

Ci si potrebbe innamorare di un sorriso o di una voce, che superi la contiguità spazio temporale,

un oltre sciamanico, in un'assonanza di frequenze cerebrali.



E ora ci si potrebbe augurare di conversare sotto l'argenteo lanceolato di un ulivo, quando il caldo cede la morsa

e le vecchie del sud si seggono sull'uscio.

Essere per un attimo la luna con la disarmante convinzione che forse un tempo lo si è stati.

Ci si potrebbe augurare....

...che il non percepito ci venga incontro
e noi accoglienti, gli mostreremo che la normalità, stupenda variazione della diversità, l'avevamo nelle mani, ma stava scivolando, da troppo.
Ci si potrebbe augurare che gli arabeschi disegnino volute di accoglienze
e rimanere sdraiati sul proprio respiro, mentre respiriamo gli odori della presenza che ondeggia al limitare di dune e sole
ci si potrebbe augurare che il sogno sogni di noi sognanti
e ascoltare i convenuti, mentre preparano cus-cus, tra cammelli abbarbicatri su cactus dialettici
e ascoltare la voce delle maree, mentre conquistano terraferma.....

Superba Gin

A te, a me, a tutti.
Ci si potrebbe augurare di avere sempre sorrisi.
Ci si potrebbe augurare di non cambiare mai.
Ci si potrebbe augurare di farci scivolare addosso il dolore e conservare solo le gioie.
Ci si potrebbe augurare di vivere, non di sopravvivere.

D.

Tutto si, ma scrivere senza soffrire a me pare arte dell'impossibile, almeno per me. Ciao.

marcos ha scritto:

Tutto si, ma scrivere senza soffrire a me pare arte dell'impossibile, almeno per me. Ciao.

Può essere, Marcos, ma non sempre è così.
Almeno per me.
Ciao, benritrovato!
D.

flussodiparole ha scritto:

...che il non percepito ci venga incontro
e noi accoglienti, gli mostreremo che la normalità, stupenda variazione della diversità, l'avevamo nelle mani, ma stava scivolando, da troppo.
Ci si potrebbe augurare che gli arabeschi disegnino volute di accoglienze
e rimanere sdraiati sul proprio respiro, mentre respiriamo gli odori della presenza che ondeggia al limitare di dune e sole
ci si potrebbe augurare che il sogno sogni di noi sognanti
e ascoltare i convenuti, mentre preparano cus-cus, tra cammelli abbarbicatri su cactus dialettici
e ascoltare la voce delle maree, mentre conquistano terraferma.....

Superba Gin

Grazie Garcia. Che ne diresti di farne un vork in progress.... ( quanto mi piace questa parola)

____gin

Augurarsi è come sperare: cattolicamente nocivo.
Ho conosciuto una incantevole donna. Speravo di akkiapparla...mi ha akkiappato lei...per scaricarmi subito dopo, in una discarica per alici sotto vuoto.
Un giorno mi innammorai di un oggettino d'arredo....etnico, senza esagerare. Mi auguravo di prenderlo. Mentre mi facevo gli auguri, arrivò un camionista osfordiano. Tirò fuori una mazzetta da 50 euro. La commessa, snob, smise immediatamente di cacarmi. La stitica!

Ci si potrebbe augurare un amore gratuito che non chiede, non stratona, non prende per la giacchetta. Un amore che senti nel cuore come una carezza, come un flusso di calore che non si ferma alla prima curva.
Ci si potrebbe augurare l'amore che cresce senza innaffiare, che riempia senza esagerare...
Ci si potrebbe augurare che amare non debba essere necessariamente misurare quello che ci fanno sentire o ci danno come contropartita.
Ci si potrebbe augurare un amore che vive senza bisogno dell'altro, che la sera sorride sapendo che il giorno dopo lo ritroverai vicino...

Ci si potrebbe augurare di rimanere sempre curiosi.
Ci si potrebbe augurare di non smettere mai di scoprire.
Ci si potrebbe augurare di aver sempre voglia di andare incontro(a cosa, sceglitelo voi).
Ci si potrebbe augurare di saper sempre accogliere(che cosa, sceglietelo voi).
Ci si potrebbe augurare di saper stare soli senza aver paura dei propri pensieri.
Io mi auguro tutto questo e molto altro.

Gin, se permetti, questa me la dedico, è mia:

Sentirsi come acqua di rocca che scava sentieri terrosi tra umide e languidi felci.

Ecco, così mi piace sentirmi...

Penna Libera ha scritto:

Ci si potrebbe augurare un amore gratuito che non chiede, non stratona, non prende per la giacchetta. Un amore che senti nel cuore come una carezza, come un flusso di calore che non si ferma alla prima curva.
Ci si potrebbe augurare l'amore che cresce senza innaffiare, che riempia senza esagerare...
Ci si potrebbe augurare che amare non debba essere necessariamente misurare quello che ci fanno sentire o ci danno come contropartita.
Ci si potrebbe augurare un amore che vive senza bisogno dell'altro, che la sera sorride sapendo che il giorno dopo lo ritroverai vicino...

Già! Un non amore quindi!

_____gin

ci si potrebbe augurare un vita lieve
una parola dolce
un soffio di vento
pensieri neonati
e un sorriso...

Tutte le cose che avete detto meritano di essere assemblate in una unica pagina.

Mi sa che lo faccio.


_____gin