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 L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI

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rubinia
Daniela Micheli
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI   L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI Icon_minitime14/8/2008, 15:38


Era inevitabile: l'odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati.
I suoi.
Ogni volta che andava in erboristeria ad acquistare la crema che usava da anni per ammorbidire la pelle dopo la barba, si proponeva di cambiare aroma ma, inevitabilmente, il suo acquisto ricadeva sempre sullo stesso, identico tubetto da anni.
Il figlio dell’erborista provò a tentarlo con la crema all’arancio, quella all’aloe verde e, per ultima, la nuova miscela al muschio bianco.
Lindo scosse la testa ed acquistò, per la centesima volta, la sua crema lenitiva e ammorbidente alle mandorle amare.
Era un semplice tubetto bianco, con il nome dell’erboristeria stampigliato in verde.
Erano anni che Lindo si serviva dalla vecchia Margherita.
Ogni volta che varcava la soglia di cotto toscano, ormai scurito dallo scalpiccio di anni, aspettava lo scampanellio che annunciava a Margherita, ormai dura di orecchi, che un nuovo cliente era entrato.
Lei emergeva dal retrobottega, con il suo grembiale bianco, gli occhiali sulla punta del naso, il mortaio tra le mani.
Tanti anni addietro, quando Lindo era ancora un bimbetto, nel negozio c’era anche il marito di Margherita; era morto da tempo ma capitava ancora che l’anziana donna si girasse sullo sgabello dietro la cassa dove l’uomo amava sostare, quasi a chiedergli conferma sulla miscela delle erbe che stava triturando minuziosamente con il pestello.
Lindo ricordava il buon odore che il signor Guido emanava al minimo spostamento, quasi ne fosse impregnato tutto il suo corpo.
Era un profumo che, dopo tanti anni, Lindo non aveva mai ritrovato in alcun altro aroma; qualche volta ne annusava qualcuno che pareva assomigliargli ma poi, dopo qualche minuto a contatto della sua pelle, spariva e cambiava completamente.
Margherita gli aveva spiegato che ogni corpo deve sposarsi con l’odore che gli assomiglia e che il connubio deve avvenire al momento giusto, e quello di Guido non poteva, al momento, essere maritato con nessun altro.
Per questo motivo aveva sempre declinato gentilmente le insistenze di Lindo di preparargli una boccetta, un tubetto, un assaggio del buon profumo del signor Guido.
Margherita gli disse che l’unico profumo che lui doveva ancora portare era quello delle mandorle amare.

Quel giorno Lindo entrò, deciso a cambiare la crema: era pronto a fronteggiare Margherita, che sapeva avrebbe cercato in tutti i modi di farlo desistere dal suo intento.
Era molto stanco, Lindo.
Giunto alla soglia dei cinquant’anni, senza una moglie, senza una compagna, stava passando un periodo cupo, fatto di molti pensieri sulla sua esistenza che un granello dopo l’altro, stava riempiendo il fondo della clessidra.
Gli amici avevano tentato di scuoterlo dal torpore nel quale era scivolato, giorno dopo giorno, senza nemmeno che lui se ne fosse accorto.
Per Lindo tutto era diventato un peso: alzarsi dal letto la mattina, lavarsi, vestirsi, andare al lavoro.
Gli sarebbe piaciuto restare lì, rannicchiato sotto le coperte, ad indovinare il tempo al di fuori dagli scuri chiusi a non far filtrare uno spicchio di luce.
Ogni mattina era sempre peggio: la sua testa vagava indietro, cercava nei ricordi le persone che erano transitate nella sua vita e che non era riuscito a trattenere a sé.
La malinconia lo abitava, fino alla telefonata della sorella ogni mattina alla stessa ora: alle sette in punto Laura lo chiamava, per accertarsi che si fosse alzato e che non avesse, per l’ennesima volta, trovato una scusa per restare chiuso in casa a raggomitolarsi nei ricordi senza più trovare il capo della matassa.
Lindo si alzava a malincuore, si lavava, si faceva la barba e si spalmava della crema della signora Margherita.
Dopo tanti anni, la sua pelle, con quella cura poco costosa, aveva ancora l’elasticità di un ragazzo.
Il viso era ancora bello, con un che di sbarazzino.
I capelli no, cadevano a ciocche spente sulla fronte, ad ombreggiargli gli occhi grigi.
Quel mattino Lindo si osservò bene allo specchio; notò una nuova ruga, nata dove una volta aveva le fossette che facevano sì che lo chiamassero Melindo.
Carlotta la chiamava sempre così.

“Sei il mio Melindo preferito, ti mangerei con un boccone e non ne avrei mai abbastanza”.

Dove aveva perduto Carlotta?
Erano anni che non la sentiva più, ricordava però che lei, a lungo, non aveva dimenticato di augurargli buon compleanno.
Poi, alle mancate risposte di Emilio, erano cessati.
Lindo aveva provato a chiamarla, ma il numero di telefono risultava non più attivo.

- Dove ho perduto Carlotta? Mi amava. Perché l’ho lasciata andare?

Lui sapeva le risposte: non aveva mai accettato di vivere giorno per giorno, lui voleva tutto pianificato, voleva il futuro già scritto davanti a sé.
Quando si era reso conto che Carlotta, invece, era per la spontaneità del quotidiano, Lindo si era ritirato nel suo guscio, come già aveva fatto con Roberta, con Eleonora, con Paola.
Aveva chiuso loro la porta in faccia per non riaprirla più, nemmeno quando avevano bussato intensamente, in cerca di una spiegazione che non arrivò mai.

- Chissà perché oggi mi è tornata in mente Carlotta. Mi vedesse, ora, non mi chiamerebbe più Melindo. Sembro piuttosto la strega cattiva di Biancaneve, altro che mela!

Fu il pensiero della strega che, quel mattino, fece decidere Emilio: chiamò il barbiere e prese appuntamento per il taglio.
Poi chiamò la sua amica della boutique del centro, per accertarsi che fosse aperta nel periodo delle vacanze natalizie.
“Sì, caro, sono aperta oggi, chiudiamo domani sera per l’inventario. Ti aspetto, ti farò lo sconto da saldi anche se inizieranno solamente la prossima settimana. Ma dove sei stato rintanato tutto questo tempo?”

Lindo scelse dal guardaroba gli abiti più eleganti che aveva e uscì.
L’aria di fine dicembre era fredda ma Lindo aveva caldo al cuore.
Non sapeva il perché, ma percepiva che quel giorno gli avrebbe portato fortuna, si sentiva vivo come non gli accadeva da tempo.

Davanti all’erboristeria della signora Margherita parcheggiò, di tutte quante le sue prefissate visite, a lei era riservata la prima in assoluto.
Non solo perché aveva bisogno di crema, ma per fare due chiacchiere con la vecchia amica.
Entrò, il campanello l’annunciò a Margherita che sbucò immediatamente dal retrobottega.
“Che sorpresa, amico mio! Sono mesi che non ti fai vedere… Fatti guardare… Devo tornare dall’oculista perché ti vedo sfocato, grigio. Devo cambiare le lenti…”
“Salve, Margherita, è un piacere anche per me tornare da voi. Ho bisogno della mia crema, l’ho finita”
“Secondo me l’hai finita da un pezzo, mia caro, ad occhio e croce l’hai finita almeno almeno tre mesi fa. Oggi però ho una sorpresa per te”
“Davvero Margherita? Sarebbe la prima volta in quarant’anni che mi fate una sorpresa…”
“Ti ricordi, amico mia, quante volte mi hai chiesto il profumo del mio Guido?”
“Sì, certo, e mi ricordo pure le tante volte che voi mi avete detto che non è ancora il mio profumo…”
“Oggi però credo sia arrivato il giorno giusto. A dir la verità, è da un po’ di mesi che conservo questa bottiglietta per te – dice prendendo dallo scaffale una piccola bottiglia piena di un liquido dal colore azzurrato - non ti ho più visto passare, ma sapevo che non ti era successo niente, perché tua sorella mi ha rassicurato circa le tue condizioni di salute”
“E ditemi, Margherita, mi avete preparato un profumo alle mandorle amare, sono pronto a scommetterci!”
“No, ragazzo mio. Senti? Questo è il profumo di Guido. E’ giunto il momento che passi a te”
“Margherita, mi lasciate senza parole… Per anni e anni vi ho chiesto il profumo che usava vostro marito e mi avete sempre detto che non era per me. Cosa vi ha fatto cambiare idea?”
“Sssttt, non fare domande. Prendi, ho anche preparato una crema emolliente per il corpo con lo stesso aroma. E’ ora che cambiamo quell’odore di mandorle amare che ti porti addosso da troppo tempo, sei d’accordo, ragazzo?”

Lindo la guardava sempre più stupito, mentre il volto gli si distendeva ad ogni parola della anziana incanutita: non sapeva il perché ma ciò che aveva intuito quella mattina, stava trovando conferma nella novità che Margherita gli stava confezionando in un sacchetto di carta bianca.
Passarono ancora qualche minuto a dialogare del più e del meno; poi Lindo salutò, dicendole che aveva da sbrigare molte faccende ma che sarebbe tornato molto presto a trovarla, che aveva un sacco di cose da raccontarle e sapeva che le avrebbe fatto piacere ascoltarlo.

Con gli occhi chinati sul sacchetto che stringeva al petto, nell’uscire dalla bottega, andò a sbattere contro un cappotto beige.
“Mi scusi, ero distratto”
“Ma… Lindo?!?!?”
“Carlotta! Quanto tempo è passato….”





Ultima modifica di Daniela Micheli il 3/10/2008, 15:35 - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI   L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI Icon_minitime14/8/2008, 15:45

perchè le fiabe, a volte, succedono.
ed è bello crederci, che dite?
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rubinia
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MessaggioTitolo: Re: L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI   L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI Icon_minitime14/8/2008, 18:43

Oh, si!!! Le fiabe succedono eccome!
E di solito succedono prima dentro di te, senti che sei pronto. Perchè finchè non sei pronto, loro stanno lì, mica succedono!
Proprio come hai raccontato tu. Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI   L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI Icon_minitime15/8/2008, 17:52

E' una Venere saggia la tua Margherita.
Vede, scruta e consiglia.
L'hai colorata proprio bene.

C'è un tempo per ogni cosa, anche per l'amore.
Ed è bello che sia arrivato il tempo di Lindo.

Si, mi hai fatto scordare le mandorle amare. Smile
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MessaggioTitolo: Re: L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI   L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI Icon_minitime15/8/2008, 19:58

mi ero seduta per scrivere un racconto con questo incipit, poi si sa i pensieri prendono spunto da una parola e ti portano a spasso sui ricordi personali.
Cosi per interrompere una specie di viaggio all'indietro ho aperto la tua pagina.
E' bello leggerti, come sempre-
Può succedere di tutto nella vita come al tuo protagonista.
la tua storia mette di buon umore-
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liesma
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MessaggioTitolo: Re: L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI   L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI Icon_minitime16/8/2008, 00:03

le fiabe succedono
quel che chiamiamo fiaba è come una tela di ragno, attaccata forse lievissimamente, ma pur sempre attacata a quello che chiamiamo vita per i suoi quattro angoli
l.
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Giuseppe Buscemi
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MessaggioTitolo: Re: L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI   L'ERBORISTERIA DELLA SIGNORA MARGHERITA - DANIELA MICHELI Icon_minitime31/8/2008, 00:11

Lindo è un nome perfetto per uno che compra una crema dopobarba e da un’erborista di nome Margherita! Sì, Lindo è perfetto (più di Emilio Wink)
Racconto dettagliato (a tratti scrupoloso) e magicamente aromatico. Funzionante il meccanismo del cambio di profumo: un vero scatto!
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Nico Mar
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una storia di fate!
Margherita è una fata

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notte serena
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Mastro Lindo mi ricorda il mio vecchio amico Wilmo (i genitori avrebbero voluto una bimba, e allora era di moda Wilma De Angelis): cantoniere ultracinquantenne in pensione, ormai pressochè non vedente, di recente si è messo a scopare come un riccio con la badante polacca di sua mamma!! Giuro che è una storia vera.
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