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| un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi | |
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+2Massimo Guisso Roberto Miano 6 partecipanti | Autore | Messaggio |
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Roberto Miano Top
Numero di messaggi : 520 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 12:44 | |
| Leonora aveva deciso che avrebbe passato l’ultimo dell’anno al Luna Park.
“Pensa...”
aveva detto
“... pensa che figata: salutare l’anno nuovo dalla ruota panoramica. Io soffro di vertigini, non riesco ad affacciarmi sul mio passato, chissà forse da venticinque metri di altezza sarà più facile voltarmi. Che dici? Ci vieni con me?”
Fabio aveva semplicemente risposto “Ok!”
Leonora arriva al luna park alle dieci, quando il cielo è già intarsiato di sporadici fuochi “artificiosi”, l’appuntamento è “agli specchi” alle dieci e mezza, undici meno un quarto circa. E’ in anticipo sull’appuntamento, ma in ritardo per altro. Aveva deciso che avrebbe fatto volentieri due passi da sola, aveva pensato di dedicare del tempo “diverso” a se stessa. E’ leggermente in ritardo sul suo progetto, ma intende non perdere altro tempo. Sulla metro prima e sull’autobus poi si è chiesta perché abbia scelto proprio il luna park, se solo per la ruota panoramica o se perché quel posto in qualche modo rappresenti il suo mondo, con le sue paure, i suoi giochi divertibili, la sua strana anima triste e di ferro, capace però di illuminarsi con un gettone da un soldo e diventare qualsiasi cosa.
In realtà Leonora non ama i luna park, così come il circo, in entrambi i casi però la gioia in sovrimpressione non inganna mai la sua meraviglia, lasciandole invece la memoria sfumata di una rappresentazione grottesca della vita, e lo odia quello spettacolo perché avverte ogni volta nitidamente di esserci tratteggiata. E’ in platea, con gli altri, ma non riesce a sorridere come invece gli altri. Non comprende perché ci debbano essere così tanti motivi per ridere, e invece così poche occasioni per sorridere.
Scrive poesie e le legge con una voce che, presa in prestito dall’anima, leviga gli spigoli più banali delle parole.
Non c’è molta gente al luna park, del resto è plausibile. Il trentuno di dicembre si passa con gli amici, anche mentendo sul divertirsi, ovunque, ma non al luna park. Eppure proprio questa cosa ha convinto Leo che la sua scelta è stata quella giusta, nella zainetto nero ha messo quattro panini, due “mottini” (che hanno lo stesso sapore del pandoro ma una dignità e una memoria molto meno banali), un porta-pranzo di alluminio con delle lenticchie, due cucchiai, qualche bicchiere di plastica, uno spumantino, e un litro di Tavernello rosso. Sarà perfetto. Fabio gradirà e forse brinderà al 2007 finalmente sorridendo, anche lui.
Un bacio sarebbe dettaglio su cui dovrebbe lavorare la fantasia, o al limite lei stessa. Si insomma, un bacio, senza impegno, ci starebbe bene. Altrimenti dov’è la logica del festeggiare insieme?
Leo ha con se l’inseparabile lettore mp3, questa sera vuole “sballare”, con la esse, e ha deciso di provocare le tempie con i Prodigy. Concettualmente non li sopporta, troppo lontani dal suo “rock”, ma istintivamente li ha adorati ogni volta che le è capitato di ascoltarli, hanno “quel non so cosa di paraipnotico” che è ottimale per drogare la ragione in questa serata, nella quale per una buona mezzora intende osservare il mondo dalla prospettiva stravagante di un luna park, facendo danzare i “se” i “ma” ai ritmi tachicardici di un rave. E quella musica, malata, violenta, ossessiva e decisamente scorretta è perfetta.
[smack my bitch up]
Nel parco, in un bagno di luce al neon, c’è un piccolo cosmo di anime dannate. Esiliati dalla grande città, extracomunitari, extradisgraziati dal punto di vista degli abitanti dello stato di grazia, in realtà - e cioè - ragazzi stranieri, attratti da un circo che non ha mai messo tende a casa loro.
“Sono facilmente riconoscibili, vestono tutti uguali, ostentano cellulari costosissimi ed hanno volti paonazzi, un po’ perché sono già ubriachi, un po’ perché in fondo sono dei pellerossa e questo “luna park” è una specie di riserva.”
Leonora, rapita da queste considerazioni, è vagamente avvilita. Indossa una minigonna jeans sopra dei collant scuri, una maglia nera e le scarpe col tacco (quelle “da porca” come dice Fabio). Mutande rosse e niente reggiseno, è tipa concreta e lo considera, purtroppo, un accessorio inutile.
“Beh si forse potrebbe servire la libido, ma qui bisognerebbe prima catturare un bacio, il resto, semmai, si vedrà poi.”
Sopra tutto ha un cappotto veramente bello, nero, con il collo di pelliccia sintetica, stretto fino al punto vita, con la cintura, da dove poi scende, scampanandosi, fino ai piedi.
Leonora adora quel cappotto e lo indossa maestosa, con una sensualità strana che tira fuori solo quando ne ha voglia. E stasera non ce n’è per nessuno, anche se fa strano vedere una tipa elegante con le cuffie e l’i-pod al collo.
“Si, fa strano! Ma chi se ne frega!”
Pensa Leo che si ferma davanti al tunnel dell’orrore mentre due tipi escono annoiati, buttando via il biglietto.
“Fate un giro fuori dal drago, a luci spente, e poi guardatevi in faccia, il nulla fa paura (il nulla intorno a questa finzione che vi serve per convincervi che tutto al di fuori di questa baracca è in ordine), guardate che orrore il vuoto di certe idee, di certi pensieri, non serve la macchinina, né le rotaie, fate due passi, tenetevi per mano, e quando vi renderete conto che non avete nulla da dirvi - perché siete invisibili l’uno all’altro - allora scoprirete l’orrore. E non c’è da pagare il biglietto, avete versato un acconto alla nascita, pagherete il saldo alla fine. Auguri, ne avete...
Ne abbiamo bisogno!”
Altri pensieri e poi una frase a denti stretti, con rabbia.
“No cazzo, stasera dovrei divertirmi, niente pensieri sui massimi sistemi. Devo rifarmi” Ecco, c’è uno di quegli aggeggi che legge la mano, le ho sempre evitate certe cose, ‘stasera ci provo. Ecco, un euro... ”
Tiene la mano ferma sul vetro opaco, una luce verde sembra fotocopiare il suo palmo, poi scende un biglietto. Legge:
“Questo anno ti darà la metà di ciò che vorresti dall’anno nuovo... ”
Leo si gratta la testa, abbassa il volume delle cuffie.
“L’ho sempre detto che queste macchine dicono solo stronzate. Pure i puntini alla fine. Che significa ‘sta frase? Ma vaff…fanculo! Quell’euro potevo investirlo meglio, in un caffè magari. E poi “metà” con l’accento o meta senza accento? C’è scritto metà, mi sembra evidente, si ma che significa? Un caffè buttato. Fanculo! Devo sbrigarmi, voglio finire il giro, mancano 20 minuti. Fabio è tipo puntuale.”
Leo passa davanti alle “montagne russe”, sente qualcuno urlare ma non si gira, non è curiosa, le viene in mente che non le interessa e pensa: le giostre sono rappresentazioni di vita, ti abituano a rimanere indifferente alle emozioni altrui, sul “tagadà” te ne freghi dei sorrisi, qui non ti preoccupi se qualcuno urla, immagini il perché o forse più semplicemente “non è un tuo problema”. Nella vita di tutti i giorni non ti preoccupi del perché uno sorrida, non te lo chiedi, non ti interessa intingere il pane nel suo buonumore, allo stesso modo ti arroghi il diritto di fregartene se qualcuno urla. Non è un tuo problema, anzi acceleri il passo perché non diventi, al limite, un tuo problema. Una giungla. Viviamo in una giungla. Come cavolo si fa non farsi girare la testa su quei cosi? Io vomiterei anche le ovaie”
Leo quando pensa non usa un registro particolare, riesce indifferentemente a far poesia o a scendere nei quartieri più bassi della sua dialettica, ed è sempre sincera, sa bene di non urtare la propria sensibilità , è affascinata dalla propria parte spirituale, non importa se è cristallo puro o vetro infrangibile, dipende dal contesto, ma in ogni caso, e se ne potrebbe vantare, è trasparente.
Più avanti c’è il chiosco dei pop corn e dello zucchero filato.
“Nessuno fa lo zucchero filato verde! E’ un colore che mi piace, sta bene col nero e poi il verde sa di buono, ma nessuno lo fa lo zucchero filato verde. Chissà se si può fare una sciarpa di zucchero filato, la metti intorno al collo e poi attendi che qualcuno la mangi fino ad arrivare alla tua bocca. No, non credo sia una buona idea. Un bacio deve essere di chi ha gola per le tue labbra. E poi appiccica. Lo zucchero filato bianco in effetti è triste, mentre quello rosa è addirittura avvilente.
E’ strano il colore rosa, dipinge molti miei sogni e desideri, ma svilisce molte cose con retorica cromatica. I confetti per esempio, sono tristissimi. Non mi piace facilmente il rosa, o meglio non lo ho ancora trovato un rosa inconsueto. Ecco cosa cerco: “inconsuetudine”. Esiste questa parola? E perché la cerco qui? Non mi sembra un posto inconsueto, qui la finzione è consuetudine. Il discorso si complica. Ci ragionerò
Ora cara Leo, osserva quegli idioti sulla “barca del pirata”, urlano e stanno male, e quegli altri sulle macchine a scontro, senti come sono allegri, ci pensi che in macchina normalmente bestemmiano senza sorridere per nulla, guardali come si puntano, con le labbra tra i denti, sorridono, ma non so fino a che punto. E si urtano. Che succede all’umanità Leo? Che significa fare gli auguri? E’ un gesto di una ipocrisia incredibile. Cosa ne penso io? Io mi auguro che queste persone siano felici, perché mi nutrirei del loro riverbero e sarei appagata anch’io. Il mio auspicio è di sorridere, ho occhi belli e attenti, voglio regalare loro gioia, mi donano molto, ogni giorno, mi lasciano osservare ogni cosa e io, ingorda, non li faccio mai riposare. Dormo pure poco, chissà che non sia ansia... di perdere cosa poi?
Si ho proprio degli occhi belli!”
Leo si specchia nel vetro di un “tirapugni” fuori uso.
“Ho veramente begli occhi.
Sono innamorata del mio sorriso, c’è un orizzonte di lacrime in fondo e ci navigano sogni e galeoni di pirati imbranati che hanno perso il loro tesoro, il vento poi gli ha portato via la mappa, e io “rido” della loro goffaggine e della mia disgrazia. Quel tesoro probabilmente, oggi, è un bacio, custodito in fondo al mare, quello dipinto nei miei occhi. E “rido” di nuovo e lascio il vento portar via la mia mesta gioia.
Le giostrine dei bimbi sono quasi tutte chiuse. Non è serata per bimbi. Ci sono più birre che pop corn. Un bimbo non ha cognizione del capodanno. Per lui un anno vale un altro. Il tempo da venire è ancora pesantissimo e non riesce a dondolarsi in bilico sul trentuno dicembre. Non si diverte a festeggiare, osserva le luci e le mangia con le pupille, ma poi dimentica.
Fa paura l’idea del tempo. E già, molta più paura di questo tunnel dell’angoscia di cartapesta.
Proprio Ieri ho pensato per un attimo alla mia morte, quando sarà, e sono finita nel panico. So bene che c’è una fine, ma mi terrorizza l’idea che tutto finisca. Posso accettare di finire io, ma fare finire il tutto è apocalittico. I miei occhi sono belli per questo, sono il mondo. Chissà che non sia questo il motivo per cui “chiudere gli occhi” mi fa così paura.
Cazzarola! Mancano pochi minuti all’appuntamento. Devo raggiungere “la casa degli specchi”. Fabio mi aspetterebbe, ma io non voglio farlo attendere, e poi basta con questi pensieri. Devo sorridere, meglio rialzare il volume.
Leo passa davanti alla giostra delle tazze, saluta il signore dei lupini e delle olive che la guarda male, quasi infastidito dal suo sorriso confidenziale, tira due briciole di un biscotto alle anatre del laghetto che si riparano sotto la motrice del trenino (che dorme), supera i chioschi dei “tiro a segno”, evita il signore del gioco di abilità (sei sottobicchieri di plastica per coprire un cerchio: non si possono spostare una volta lasciati cadere), osserva con malinconia i pesciolini rossi che sognano di nuotare nei suoi occhi piuttosto che in quelle vasche tristissime dove attendono di essere salvati da una pallina da ping pong.
Ora accelera il passo, sente il profumo di hot dog e poi di caffè, il bar è vicino, affianco c’è “la casa degli specchi”. È l’attrazione più vecchia, nessuno ci si perde più dentro da tempo ormai, sembra piuttosto che la “casa” stessa si sia persa. Si ma dove e come? E difficile trovarla, certe volte si ha la sensazione che decida di non voler giocare e quindi di non farsi vedere. Forse è quella la magia. Leo però stasera la vede, è vicina alla giostra “via col vento”, sotto il neon viola, dietro a Fabio, affianco alle gabbie, dove “scimmiumane” ubriache si sforzano di fare un bella “evoluzione” sfidando la forza di gravità e mostrando i muscoli alle proprie belle, truccate per l’occasione o forse perché poi, dopo mezzanotte, comunque devono andare a lavorare.
“Eccomi!”
Fabio ha le mani in tasca, un giubbotto di pelle, una felpa verde col cappuccio e i jeans.
“Allora, restiamo o andiamo da qualche parte?”
“Ma sei appena arrivato! Facciamo un giro e poi a mezzanotte andiamo sulla ruota, ti va?”
“Ok”
“Cacchio, che sforzo e-motivo. Me lo faccio bastare!
“Sai bene che odio certe cose”
“Il fatto è che non so cosa non odi”
“Te per esempio”
“Uao! Con la “u” la “a” e la “o”. Un complimento! Posso metterlo da parte e archiviarlo o è un refuso preterintenzionale?”
“Non so cosa è un refuso, ma so cosa è un complimento e... sei molto bella stasera!”
“Anche tu!”
“Si come no, affascinante soprattutto.”
“Che palle che sei, dai prendiamoci un caffè”
“Ok!”
“Però tu mi piaci davvero”
“Cos’è? Vuoi che ti paghi il caffè?”
“Sei uno stupido, non vendo le mie opinioni per un euro”
“Vuoi dirmi che c’è un valore per cui le vendi? E comunque un caffè costa settanta centesimi.”
“Voglio dire che non vendo le opinioni e basta”
“Ok.”
“Si può sapere perché dici sempre “ok”?”
“Boh, non saprei, forse perché sono un tipo di poche parole!”
“Vero, in effetti sei un po’ tirchio con le chiacchiere, e pensare che io adoro le parole!”
“Adori le parole o le chiacchiere?”
“Sei uno stronzo! Vuoi farmi credere che parli poco, che non ti piace parlare, ma quando vuoi sai cosa dire! Ebbene mi piacciono le parole e non le chiacchiere. Ma stasera mi accontenterei anche di fare solo due chiacchiere con te, se a te va…
“Ok!”
“Imbecille, ecco il bar, entriamo e pagami ‘sto caffè”
Leo ci sta decisamente comoda nella sua serata, e Fabio sta mettendo in fila un numero di “ok” che potrebbero cagionare varie ipotesi. Quando escono dal bar sono le undici. Leo prende Fabio sotto braccio.
“Hai fame?”
“In effetti non ho mangiato”
“Ho dei panini, un po’ di lenticchie, del vino rosso e spumante”
“Ma sei folle. E li hai preparati per noi?”
“No per le papere del laghetto. Certo che li ho preparati per noi, che domande fai? Sbrighiamoci anche perché magari facciamo un giro e poi aspettiamo che sia mezzanotte sulla ruota panoramica, se sei d’accordo. Taci non dire “ok”. Per-fa-vo-re!”
Fabio sorride mettendosi seduto sulla panchina. I due mangiano sputandosi addosso briciole, sorridendo, bevendo vino rosso e guardandosi negli occhi. Leo non ama le cerimonie e però è vestita come mai ha osato, Fabio non ama i vestiti e però è pentito di non essere vestito meglio. E’ lui ad interrompere la cena quando, sollevando il calice di plastica, declama | |
| | | Roberto Miano Top
Numero di messaggi : 520 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 12:45 | |
| hai gli occhi sull’anima e l’anima intorno al mondo hai l’orizzonte che ti protegge e il mare nelle lacrime hai nocciole nello sguardo e rosa inconsueto sulle labbra hai una smorfia sotto il naso che non ha coraggio dire hai me stasera almeno fino al prossimo anno “Prosit!” Aggiunge Fabio mandando giù tutto, vino e poesia, con un sorso. “Perché hai detto rosa inconsueto?” “Io?” “Si, tu. Non hai forse recitato una poesia per me poco fa?” “Non era un poesia, erano solo parole!” “Ma erano per me?” “E allora?” “E allora erano una poesia” “Che però non ti è piaciuta!” “Certo che si! Perché dici questa cosa?” “Perché sei qui che fai l’analisi logica, ho improvvisato, ma non ho inventato nulla, è stato facile, ho semplicemente sbirciato. Quando apri gli occhi cara Leo, sei come nuda.” “Non ti ho mai sentito parlare cosi!” “Non mi hai mai sentito parlare molto, lo hai detto prima!” “E perché rosa inconsueto?” “Ho detto rosa inconsueto riferendomi alle tue labbra” “Si...” “Perché hanno un colore strano che sta bene con il nero “solito” dei tuoi vestiti, ma non è un rosa sciocco...” “Vorrai dire shocking!” “No, voglio dire sciocco! Non è un rosa comune. Allora ho detto che è inconsueto. Curioso, insolito, diverso. Come...” “Come?” “Come te lo spiego dopo, ora andiamo mancano pochi minuti a mezzanotte, dobbiamo fare i biglietti per la ruota panoramica.” “Si hai ragione, andiamo!” Quando i due ragazzi salgono sulla ruota mancano quaranta secondi alla mezzanotte. L’orizzonte è un brillare di luci con un sottofondo di crepitii che sembrano pop corn di attimi messi in padella con un filo di olio e pepe da sparo, si sente addirittura il profumo. Leo è decisamente allegra, sorride, Fabio è invece serio quando, a dieci metri dal suolo, guarda Leo e improvvisamente gli dice “Rosa! Rosa come un bacio!” “Ok!” Risponde Leo avvicinandosi alle sue labbra, chiudendo gli occhi. Il bacio dura un intero giro di ruota, quando riaprono gli occhi è passata la mezzanotte già da un minuto. “Wow” esclama Leo “stavolta con le vudoppie e la o” “Solo wow?” “Sai ci speravo in un bacio stasera. Ma non speravo che fosse un bacio-wow.” “Si ma a margine di questo “bacio-wow” ero previsto io?” “Questa sera avevo un appuntamento con te e basta, cosa ne deduci?” “Non amo dedurre. Ora, Leo, cosa siamo noi” “Ora siamo due che si baciano di nuovo. Almeno spero. Le tue labbra sono buonissime, come zucchero filato verde!” “Zucchero filato verde? Non capisco, ho della verdura tra i denti?” “Ma no, che verdura, lo zucchero filato verde è un qualcosa di raro e prezioso, proprio come un bacio-wow!” “Ah, beh si, forse ho capito. A me piace il verde. Ho anche la felpa verde (l’ho comprata al concerto dei Queen!)” “Aspetta, ti faccio leggere una cosa!” Leo tira fuori quel biglietto della macchina che legge la mano. < Questo anno ti darà metà di ciò che vorrai avere dal prossimo anno... > “E che significa?” Le chiede Fabio. “Credo di poter dire, ora, che questo anno, quello appena passato, ho avuto metà del bacio che avevo desiderato di avere per l’anno nuovo. E il bacio-wow ha fatto un giro panoramico a cavallo tra i due anni, esattamente come scritto sul biglietto. “Bello, però...” “Però cosa?” Leo prende le mani di Fabio che sembra preoccupato da un’ipotesi. “Però ciò significa che in termini matematici se hai avuto il tuo bacio, ora – allora - niente più baci” “Sei uno sciocco. Ci vuole un po’ di immaginazione per far quadrare i conti con certe previsioni. I puntini stanno lì apposta. E poi quello era un bacio particolare...” “Si si, un bacio-wow, ho capito. Ma ora siamo ancora amici?” “Direi di si, e se riusciamo a baciarci e rimanere amici allora rischiamo di rimanere su una ruota panoramica per il resto della nostra vita.” “Che vuoi dire?” “Voglio dire che avremo un punto di vista sulle cose tutto nostro per cui niente sarà più come prima. Voglio dire che siamo privilegiati. Possiamo sorridere non semplicemente ridere.” “Parli dell’amore forse? Io non so se sono innamorato, mi piaci ma...” “Non credo si debba parlare d’amore ma al limite far in modo che sia l’amore a parlare. Stai tranquillo, mi piaci anche tu. Ci piacciamo e non credo dobbiamo chiedere scusa a nessuno se sembrasse poco. Ora facciamo un brindisi e accontentiamoci del sapore di un bacio, il resto verrà, se verrà, da sè” “Ok!” “Solo Ok?” “No, in effetti stavo notando che hai messo “quelle” scarpe!” “Quelle “da porca”? Non dirmi che non ti piacciono” “No è che...” “Di la verità che vorresti far l’amore con me, completamente nuda, ma con queste scarpe...” “Ma non dovevamo accontentarci di un bacio?” “Sei uno stupido ora che dovevi dire semplicemente “ok”, mi rispondi con una domanda.” “Hai ragione, io sono uno stupido e tu sei bellissima” “E tu sei ubriaco” “E tu allora...” “E tu invece...” “E tu forse...” “E tu infatti...” “E tu eziandio...” “Eziandio? Che cazzo significa? “Non importa. Mi baci?” “Ok” “Stronzo!” “Buon Anno...” “Buon tempone!” “Ti bacio?” “Ok!” “Che stronza!” http://it.youtube.com/watch?v=nnIiWXNhNAc | |
| | | Massimo Guisso Star
Numero di messaggi : 6648 Data d'iscrizione : 07.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 12:46 | |
| ... hey, una delle tue prime cose che Lassie!!! (hè, qui lo smiley ci voleva proppio)! Sorry... | |
| | | Roberto Miano Top
Numero di messaggi : 520 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 12:54 | |
| una delle mie prime cose che Lassiè giudicò da cani.... | |
| | | Massimo Guisso Star
Numero di messaggi : 6648 Data d'iscrizione : 07.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 13:25 | |
| Ma se è piaciuta anche a Rin Tin Tin & Rusty!! Per non dire del Sergente O' Hara Hara Hari Krisna! | |
| | | Roberto Miano Top
Numero di messaggi : 520 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 13:30 | |
| can che abbaia (elattrato) ha i fari... | |
| | | Massimo Guisso Star
Numero di messaggi : 6648 Data d'iscrizione : 07.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 13:31 | |
| Belin, il Commissario Res l'ha riletto tre volte di fila!! | |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 13:57 | |
| Perchè ci leggo uno scambio di ruoli? Leggo male? E se questa fu l'alba, stolto chi non ci vide dentro il tramonto... | |
| | | Natascia Prinzivalli Star
Numero di messaggi : 1745 Data d'iscrizione : 13.12.07
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 18:19 | |
| "“Non credo si debba parlare d’amore ma al limite far in modo che sia l’amore a parlare. Stai tranquillo, mi piaci anche tu. Ci piacciamo e non credo dobbiamo chiedere scusa a nessuno se sembrasse poco. Ora facciamo un brindisi e accontentiamoci del sapore di un bacio, il resto verrà, se verrà, da sè”
“Ok!”
“Solo Ok?”
_____gin | |
| | | rubinia Star
Numero di messaggi : 5393 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 17/9/2008, 19:32 | |
| Sono innamorata del mio sorriso, c’è un orizzonte di lacrime in fondo e ci navigano sogni e galeoni di pirati imbranati che hanno perso il loro tesoro, il vento poi gli ha portato via la mappa, e io “rido” della loro goffaggine e della mia disgrazia.
Posso prendere questa, per stasera? Grazie. | |
| | | Luca Curatoli Star
Numero di messaggi : 2173 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi 18/9/2008, 01:02 | |
| tra tanto zucchero filato mi è rimasto questo (forse lo fisso come un bastoncino, forse mi ricordi quando facevo tardi e i luna chiudevano le luci scintillanti, forse)
Proprio Ieri ho pensato per un attimo alla mia morte, quando sarà, e sono finita nel panico. So bene che c’è una fine, ma mi terrorizza l’idea che tutto finisca. Posso accettare di finire io, ma fare finire il tutto è apocalittico. I miei occhi sono belli per questo, sono il mondo. Chissà che non sia questo il motivo per cui “chiudere gli occhi” mi fa così paura. | |
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| Titolo: Re: un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi | |
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| | | | un bacio wow, zucchero filato verde e pensieri rosa sciocchi | |
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