Io sono goloso di nuvole, ne mangio almeno due cucchiaini ogni giorno, le grigie mi piacciono da sole, quelle bianche invece nel caffé.
Le nuvole grigie sono spicchi di pioggia, hanno il sapore dell’umore e sono decisamente dissetanti. Bisogna sbucciarle però, perché hanno una scorza nervosa che però profuma di temporale ed è gradevole sui polpastrelli, ma è aspra ed irrita gli occhi fino alle lacrime.
Le nuvole grigie sono buone con le olive, con i baci, con la musica e con un filo di tristezza. Io preferisco mangiarle in riva al mare, con una fetta di pane. Ogni nuvola ha almeno 7 spicchi, comunque sempre dispari, non conviene staccare quelle grosse, anche perché si mangiano in solitudine, non si possono condividere, purtroppo. Ci si può mettere un po’ d’olio, ci sta bene anche il limone e l’aceto balsamico, e non manchi mai un filino di inchiostro, perché si possa scrivere su un tovagliolo, preferibilmente di carta, quanto ci rimane sulle labbra.
Le nuvole grigie contengono vitamina “c” e stimolano l’introspezione. Si possono bere una volta spremute, le sconsiglio però con lo zucchero, piuttosto si allunghino con qualche lacrima felice e al limite con due cucchiai di speranza. Sono aspre proprio perché disinfettano la solitudine. Vanno servite a temperatura ambiente, con un flag di tramonto, un anello di salsedine e due bacche di mirto.
Le nuvole bianche sono una vera e propria ghiottoneria.
Guarniscono la speranza come nient’altro e vezzeggiano ogni palato disgustato dalla vita relativa, rendendo soffice ogni sensazione spigolosa.
Andrebbero lavate, seppure appaiono candide, consiglio al limite di affondare il cucchiaino e di non mangiare il primo strato che si è impregnato dei pensieri superficiali degli uomini, il sapore è quasi acido quando hanno indugiato in un qualsiasi cielo saturo dei sospiridicoli di poeti costipati.
Sono ottime nel caffé, sublimano il tiramisù (prendendo in girò chi le am-mira con il naso ma non con l’animo), nobilitano le fragole (che per onor del vero possono sposare anche uno o due spicchi di nuvole grigie), non frequentano invece la nutella.
Vanno lavorate con le mani tiepide e il cuore bollente, decorate con un topping di rimmel o, in alternativa, con un filo rosso-timido di gioia, potrebbe andare anche un rosa-pudore, ma il contrasto col bianco avrebbe minore efficacia.
Quando le consumiamo col caffé (si noti che le bianche a differenza delle grigie possono essere gustate anche in compagnia, per esempio con il cuore perpendicolare al cielo), è consigliabile l’uso di tazzine di coccoscienza, con non più di due cucchiani di nuvola (niente zucchero), il caffè – ovviamente - deve essere caldo e cremoso.
Siate poetici nel servire le nuvole bianche, in ogni caso con dei flag creativi, quali ad esempio pop corn di semi di cacao, ragnatele di miele con mosche di caffè, lacci di cioccolata, bottoni di latte, polvere di castagna e giochi di lingue di matto, alternate, allo zenzero e alla cannella.
Le nuvole bianche riscaldano il cuore e drogano la consapevolezza, ma sono - ahimé - decisamente ipercaloriche.
Io le infilo in bocca di nascosto, approfittando della distrazione di voi altri, quelle grigie invece le consumo più spesso al mare, da solo, come è normale sia, le mastico bene, almeno tre pensieri per ogni boccone, ma alla fine ci mangio troppo pane.
Sarà per questo, forse, che mi sento sempre gonfio ma mai sazio!