Non sapevo dove metterla, ma se è diario...

Caro Alberto,

mi ha fatto piacere sentirti e non puoi immaginare la sorpresa quando è squillato il telefono e rispondendo “hallo” (come faccio da quando sono extracomunitario) ho sentito la tua voce.
Come tu abbia fatto a scovarmi non lo so, anzi no, lo so, o per lo meno lo immagino.
Ti ho detto al telefono che sei sempre nel mio cuore e spesso nei miei pensieri, e ti ho detto esattamente ciò che è: tu sei un caro amico e il filo dei pensieri basta a rammentarlo, non occorre ricordare le ricorrenze, per quanto ad alcuni piaccia, tu ci sei, come io ci sono.

No, Anna non c’è più.

Perchè mi fai queste domande?
E’ andata altrove, ha fatto altre scelte, come del resto le ho fatte io. Lasciarsi alle spalle il mondo che hai sempre conosciuto, per approdare altrove, non è certo facile, ma tu lo sai come sono fatto, ogni dieci anni ribalto tutto e tutto cambia.
Città, casa, lavoro, in questo caso anche nazione.

Questa volta non è una fuga da un ricordo doloroso, no, non lo è.
Anna non è un ricordo doloroso, è soltanto un bel ricordo.

Le castagne! Ho voglia di castagne! Ti ricordi quando te la raccontai?

Aveva voglia di castagne Anna, e allora via, alla ricerca di un caldarrostaro, che trovammo in Piemonte. Solo 200 chilometri, ma che saranno mai se regali le desiderate castagne alla donna che ami?

Alcune di loro scivolarono, mordibamente, tra i sedili di quella berlinona di rappresentanza, non capisco perchè a me diano sempre auto enormi, però non ci badai, c’era Anna, il suo sacchetto color beige con dentro le castagne, che vuoi che importi se poi qualcuna cade?

Poi, un giorno, Anna mi disse che non mi amava più. La presi male, non capivo, non realizzavo quello che stava per succedere. Sulla pagina di agosto del calendario della McLaren, dove avevo segnato le date del nostro viaggio a Zanzibar, lei, sbarazzina, aveva scritto sulla faccia di Mikka Hakkinen “Ti Amo” e aveva firmato.

Voglio dire, il suo autografo, sulla faccia di Mikka, un certificato.
Mi ama, pensai. No, mi amava, in quel momento lì.

Poi basta. Non so perchè. O forse sì.
Ci volle del tempo. Molto tempo.

Tu sai, perchè lo hai visto, che faccio lavare la macchina in quel posto bizzarro, alle porte di Pavia, con quei due simpatici signori, che si amano davvero e che fanno un lavoro splendido. Costa il giusto e il risultato è sempre eccellente.

Alla signora, magra e minuta, che pulisce vetri e cruscotto come se dovessero entrare in chirurgia ho sempre detto: “Faccia tutto quel che deve, ma non tocchi le castagne”.
E che la macchina fosse pulita o sporca, quelle caldarroste , cadute da un sacchetto color beige, per una curva avventata, rotolavano sui tappetini allegramente.

Che gliene importa a loro di come ci sono finite? Fanno dling-dlang, sbatacchiando chissà dove, saltellando di qua e di là, mi tengono compagnia, abbasso anche il volume della radio che manda l’ultima canzone di Michel Bublè, che pure mi piace. Preferisco le castagne.

Dling-dlang.

Quasi cerco le curve per sentirle. Non le curve, si intende.
Perchè quel rumore a casaccio mi ricorda qualcosa. Ho voglia di castagne.
Alberto, da allora non ho più toccato una castagna, e mai più lo farò in tutta la mia vita.
Toccarla sarebbe sciuparla.

“Perchè sei all’estero?”.
“Guarda che per me all’estero ci sei tu”.
“Come vuoi, ma mi dici perchè?”.
“Non sopportavo più le castagne e ho cambiato macchina”.
“Capisco la macchina, ma la nazione?”.
“Avete troppe castagne, dalle vostre parti, ciao Alberto”.

E' diario, è narrativa epistolare, è lettera.
D'amore.
Anna, se leggesse, sorriderebbe: ne sono certa.

è una pagina incantevole
davvero raccontata con la leggerezza di ciò che succede. Senza doverne per forza fare un racconto. bellissima davvero

( manca un ho subito all'inizio)

bravo bravo bravo

Bellissima pagina: davvero davvero!
Complimenti!
Al.

grandissimo !
divertente e simpatico ... nel suo dolore.
peccato perchè dalle mie parti fanno un castagnaccio che è la fine del mondo !

Ho scritto e cancellato duecentoventitrè volte sto cavolo di commento!!!
Mi venivano tutte frasi del tipo: non farsi più cogliere in castagna, ecc...
Una più stupida dell'altra, giuro!
Ma questa pagina non la merita, è troppo...troppo...
Troppo, stop

tempo immanente
tempo presente
tempo passato
tempo futuro
tempo
istante di prima
momento del dopo
castagne
castagne volute e generate
castagne fuse nel tempo
castane non confuse nel tempo
bel pezzo
l.