Eugenio aveva ragione

Se ho creduto nella morte
della mia morte
è perché ho dimenticato
il respiro delle mie radici;
credo nelle nuvole
nella leggerezza delle foglie
che formicolano vene
e si stendono al vento
donando l’infinitezza verde
del loro esistere;
se ho creduto anche un solo attimo
d’esser morta di me
so d’averlo creduto perché sognavo
un eterno lungo infinito sognogrigio
senza nuvole né alberi né foglie.....


Alkimias




Credo nelle nuvole, nelle loro pagine, nitidamente scritte
e negli alberi, soprattutto d’autunno. (Talvolta mi pare d’essere un albero)
Credo nella vita come territudine, come grazia o disgrazia.
Eugenio Montejo

poesia di grande spessore..
credo che sia passata inosservata.

Nefer

grazie Nefer

E' rinascere , si, ma per farlo bisogna far morire qualcosa di noi . C'è desiderio di luce solo quando si è conosciuto il buio, quando ci si è liberati di foglie secche per dare spazio a quelle nuove in stagioni di grigipensieri. E' bello leggerti così vogliosa di radiose propaggini.

E' meravigliosa. Non riesco a trovare altri aggettivi...
In inverni del cuore e dell'anima, il corpo sprofonda ad inghiottirsi fino a che mani cominciano a scrollare...e braccia si tendono ancora.
Stagioni della vita che, come e con le nuvole, appaiono, scompaiono, si colorano degli umori del Tempo...ma scorrono sempre.

E non immagini quanto mi hai tenuta ferma in questa tua pagina.Piacevolmente.




grazia

Quel respirarsi le proprie
radici...

Questo viver-ci, compiutamente,
a pieni polmoni...

Linda. Linda.
Vorrei. Non aver più paura.

C.

più uno sogna più la realtà non basta a quei sogni,
l'assoluto si nutre di se stesso e comprende ogni cosa.

amorfou ha scritto:

più uno sogna più la realtà non basta a quei sogni,
l'assoluto si nutre di se stesso e comprende ogni cosa.

La realtà no, non basta ai sogni perchè è realtà e non può evadersi da sè.
Ma l'assoluto sì comprende l'uno e l'altra perchè nasce dalla loro fusione e
diventa -dimensione oltre-
e può essere anche un attimo infinitesimale che cogli nel bel mezzo di una giornata, una lama che ti scalfisce dentro l'ineffabile o anche una condizione della mente, della parola oltreconfine, immaginazione, illusione, etereo oppio che riporta l'uomo dentro il cosmo del trascendere.

La tua poesia - inconoscibile - comprende concetti di trascendenza in cui mi ritrovo (ai limiti dell'invalicabile ci arriva solo la mente col suo bagaglio fantastico ed ognuno ha la sua valigia di fantasie)

Credere è un gran dono.

Ho ripensato a Neruda leggendoti, alla sua stessa carica.

Io continuo a lavorare
con i materiali che ho
e con ciò che sono.
Sono onnivoro di sentimenti,
di esseri,
di libri,
di avvenimenti
e di battaglie.
Mi mangerei tutta la terra.
Mi berrei tutto il mare.

P.N.

.......e mi fumerei tutto l'oppio celeste del cielo

Alki