IL peccato è nel viaggio colmo di particolari e sfumature

Nell’epoca delle macchine
Cogliamo perle usando pellicce,
estraendo pietre preziose
con il sudore degli avi

Gli scarti dei voli delle aquile
Sono realizzati in plastica
E la gente colle facce in piedi
Guarda l’oblio dei tornai;
le olive schiacciate coi sassi,
i piedi e i calli con le calli
di Venezia le volte che venivano
i tramonti in gondola alle punte
schiacciate della coscienza

Nell’era submoderna
Essere anormali è di parte
Ed essere normali un dato
Di fatto perennemente in bilico
Fra il dire e il fare omicidi
O stupri
O tagliuzzare zampe ai cani
O strappare i baffi ai gatti
O storpiare gli zoccoli ai cavalli

Il postmoderno invece è come
Dipingere di nero gli strati superficiali
Del pianeta e coglierne l’essenza profonda
Per i giorni che berremo l’uva
Barattando la felicità con bicchieri rotti
E musica esce dagli stereo piazzati sulla spiaggia,
la sabbia vortica inventando solo per noi
bizzarri miraggi talmente reali
da essere lo specchio delle deformità

Il relativismo è stata una forma d’invenzione
Dei parrucchiere quando a certi filosofi
Cadevano i capelli e c’era da creare parrucche
Per mascherare le loro vergogne,
ma dopotutto è tutto relativo

Certo, ci sono le volte
Che vorrei spararmi
Sulla mano e cadere
Nel buco che io
Stesso ho partorito
Perché ieri l’ho fatto,
ho partorito un dio cane,
una madonna vacca
e l’impasto dei santi
l’ho vissuto con trepidazione,
ma dopotutto tutto è relativo;
anche la vita che si srotola
nei sogni che neppure le muse
farebbero e le parche eviterebbero,
spaventate dalla loro stessa forza

La vita saranno i passeri
Che pizzicano le dita
Se le tieni fuori nel freddo,
ma fra poco arriverà la primavera
e con essa,
ma fra poco arriverà la primavera
e con essa,
anche se mancano due mesi
e in due mesi possono succedere
tante troppe innumerevoli cose

<< mamma, mamma, mamma >>

nello stesso momento passando
davanti ai negozi più disparati
faccio pensieri più strani

Il mondo degli elettrodomestici
Cambierà le sorti del mondo

Forchette e pietanze
Con alabarde ed
Eserciti alle spalle
In silenzio invaderanno
Ciò che resta all’uomo
Per diventare essere umano

Alle soglie del nuovo millennio
Mi ritrovo ancora in selve oscure
Che la retta via l’ho smarrita
Regalandola a chi preferisce
Strisciare fra i rovi
Che volare le carogne
Degli dei, spingendo
Parti di molecole
Al suicidio equizono,
però le lacrime nelle statue
non hanno il peso sufficiente
per diventare nuvole

però le lacrime delle statue non hanno peso sufficiente per diventare nuvole –


( 2 – 1 – 2006 )