Alessandro Vettorato Top
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| Titolo: L'aurora è un tempo meraviglioso 5/4/2009, 23:51 | |
| L'aurora ha i ritmi di una madre che partorisce e lo fa con petali di onde, sottili come il suono di un tappo che vien sbiancato via nell'ora legale dei profondi martirii. L'aurora profuma di talco e lenzuola fresche e canta alla finestra la luce, quando pittura le cose del mondo, arginandone la complessità. L'aurora è un tempo meraviglioso, soprattutto se la vivi a braccia e bocca aperte il giusto momento di sentirsi ospiti di un tappeto di mani secche che il colore dei tuoi occhi lo lascio riposare attraverso la lucida incoerenza dell'acqua. L'aurora è un tempo meraviglioso che passa attraverso il reggiseno delle due ventenni che passano e si tengono per la mano e si uniscono in matrimoni freschi di lucidalabbra e li senti i loro capezzoli quanto urlano e gridano l'assenza della mia bocca, anche lì, lo è. L'aurora è un tempo meraviglioso quando piove e gli steli d'erba si piegano a sfiora il terreno umido e le corolle dei fiori s'aprono e scelgono l'eutanasia dell'alba al supplizio del sole così, anche camminando fra le rive smunte dei pellicani, anche lì l'aurora canta il proprio tempo meraviglioso. L'aurora ha maschere di seta così che, quando ne appoggi la mano per sentirne il calore, lasci su di essa le tue impronte e quante storie d'amore e quante storie d'odio sono nate con la paura del furto di cuore dentro, denudando fate. L'aurora si perde nascendo, l'aurora ha il frastuono silenzioso dei passi di chi abbiamo scordato e quando ci chiedono, ti ricordi di, restiamo inebetiti e scuotiamo la testa, eppure avevano contato tanto per noi, forse. L'aurora è un tempo meraviglioso a cui non dar troppa importanza, tanto è sempre di fretta, di passaggio fra una vita e le sabbie mobili delle scale mobili che dall'alto ci illudiamo di esser poeti, ma è solo una prospettiva erronea, però l'aurora ha il sapore del tempo in cui baciavamo in piedi, toccano colla punta delle dita i lampadari, mentre fuori piovevano acquazzoni, mentre fuori piovevano acquazzoni, eppure, nonostante tutto i bambini e i sognatori e gli artisti e le donne incinte e i miei alunni e chi ha pianto per me e chi ha sofferto per me e chi ha amato di me ciò che non si poteva amare, ma lo ha fatto stringendomi piano al buio e chi mi ha gridato ti amo, ti odio, vattene via, scrivi meravigliosamente, sei solamente un pervertito che usa le parole più sconce inimmaginabili, a chi mi ha aspettato alla stazione o sotto la pioggia, a chi mi ha detto, voglio un figlio da te, a chi mi ha detto, me ne vado perché ti amo troppo, me ne vado perché hai troppi difetti, me ne vado perché mi renderesti felice, me ne vado perché mi stai rendendo infelice, me ne vado perché sei vegetariano, me ne vado perché pensi sempre a far l'amore, a chi mi ha lasciato via mail, via sms, via lettera, dal vero o al telefono o, semplicemente senza dirmi nulla, perché pensava avessi già capito, a chi mi ha baciato perché non tornassi, a chi mi ha amato perché restassi , a chi mi ha usato come una bambola, a chi si è fatta usare come una bambola, a chi mi ha detto, sei il miglior maestro del mondo e lo ha detto disegnando un mondo intero in prossimità di un foglio di carta, che i bambini riescono a contenere la vita in poco più di 21 centimetri per lato, a chi mi ha criticato per come insegno, a chi mangia gelati e dovrebbe stare a dieta, a chi ha mangiato gelati sul mio petto e avrebbe dovuto stare a dieta della mia pelle, a chi mi è morto fra le braccia, a chi si è addormentato fra le braccia, a chi mi ha ansimato, facciamolo ancora, a chi si è messa a ridere dicendo, beh, tutto qua, a chi mi ha sverginato la prima volta, a chi lo ha fatto la seconda o la centesima volta, perché il cuore e il pene , se lavati ad una temperatura ideale, perdono il peccato originale, a chi mi ha lasciato in città sconosciute, solo e smarrito, a chi ho fatto ridere e a chi non riesce più nemmeno a stirare un sorriso per me, a chi ho insegnato alfabeto o tabelline, pur sapendo che il giorno seguente avrebbe scordato tutto, a chi ha imparato subito che amo gli animali e che ho sempre bisogno di scrivere, a chi mi ha detto, hai occhi così belli, ma in compenso capelli così brutti, a chi è venuto a teatro e al cinema con me e mi ha toccato, perché godessi più volte della visione e dell'orgasmo, a chi mi ha mostrato il sesso ed io l'ho scambiato per un cespo di lattuga o un chilo di ciliege, a chi è cresciuto con me e a chi non l'ha fatto e un po' lo rimpiango e un po' mi è indifferente, a chi mi ha svegliato di notte per fare l'amore, a chi mi ha svegliato a qualunque ora per farsi cullare, a chi raccolto tutti gli oggetti che ho perduto in treno, ombrelli, i miei libri, cartine geografiche, a chi ha visto concerti con me e poi si è addormentato nei prati, sull'erba, ubriaco, a chi ha preso droghe e facendolo si è sentito bene, a chi preferisce l'arte alla noia, a chi mi ha visto piangere e mi ha stretto a sé, a chi mi ha visto piangere e ha fatto finta di niente, a chi non mi ha visto piangere, ma sapeva benissimo lo stessi facendo, a chi mi ha conosciuto coi capelli biondi e tanti sogni caldi, a chi mi ha detto, resta, perché devi andare, a chi non ne poteva più della mi presenza e appena me ne sono andato ha esclamato, “mai conosciuto uno più insopportabile di quello”, a chi è stato buddista come me e poi si è stancato per troppe preghiere, a chi lo sa che dopo la morte c'è qualcosa di molto simile alla morte e poi moriamo, a chi ha scritto poesie assieme a me e a chi mi ha detto, piuttosto che scrivere con te divento ignorante, a chi conosce le mie pecche e mi sta vicino lo stesso, a chi mi ha chiesto, ma sei di destra?, e io, ma sei scemo, per caso?, ai miei primi amori e anche agli ultimi, a chi ha capito al volo che ho il comunismo nel sangue, a chi mi suggerisce film, musica, a chi mi fa sconti sulle passioni, così che mi possa riempire di cose, a chi credeva in me e ha fatto male, a chi credeva in me e ha fatto bene, a chi non credeva in me e ha fatto benissimo, a chi mi ha aspettato per un sacco di tempo e a chi se n'è andato subito, a chi si è perduto nel mio menefreghismo e a chi ha fatto in modo che scontassi ogni mio sbaglio, a chi mi ha fatto scoprire i manga, a chi non discrimina nessuno, a chi ho leccato e fatto venire, a chi ho leccato e non sono riuscito nemmeno a strappare un brividino, a chi ha pensato che sentirmi più volte al giorno fosse l'unica cosa importante da fare, a chi si è stufato di me dopo tre minuti, a chi ho tenuto fra le braccia e a chi ho fatto emozionare solamente dilatando gli occhi, a chi è stato bene con me, a chi sta bene con me, a chi è stato schifosamente male con me e a chi ci sta ora, ancora peggio, a chi sapevo che avrebbe contato tanto, ma ho riso, ho alzato le spalle, ho detto, vabbé, a chi si è scordato il mio numero di telefono, perché in fondo, a volte, è come essere numeri e numeri e numeri e numeri e per la maggior parte delle volte non sappiamo contare, a chi si è giustificato, dicendo “la rubrica mi si è rotta, mi han rubato il cellulare, ho lavorato tanto, non ho avuto tempo ed ecco tutta una serie di bugie, perché come si fa a dimenticare un amore, come si fa a scordare il profumo di un fiore, la prima volta che ho insegnato, la mia prima manifestazione per la pace o contro qualunque destra razzista, le prime autoreggenti viste di sfuggita, prima loro poi la proprietaria che era una vecchia cicciona, purtroppo, la prima volta che ho fatto il bagno nudo nel fiume, che mi sono ubriacato al punto da non ricordarmi più neanche che detesto il mal di testa da dopo sbronza, come dimenticarsi il fruscio delle coperte all'alba dopo aver fatto l'amore, quindi, anche a chi mi ha mentito, per il mio bene ovviamente, ma anche a chi lo ha fatto per il mio male, ma anche a chi è con me ora alla manifestazione anti fascista nazista leghista squadrista rondista razzista, perché ci si ricordi che, come diceva Primo Levi, “chi dimentica il proprio passato è costretto a riviverlo”, ma anche a chi dice NO, IO NON STO CON QUI CREA BARRIERE, ma anche a chi VUOLE RESISTERE E RESISTERA' SEMPRE, a chi mi ha rotto una gamba, ma solo perché sognavo troppo, a chi mi ha rotto gli occhiali, ma solo perché dormivo troppo, a chi mi ha rotto le dita, ma solo perché mi stranivo troppo, a chi mi ha rotto il cuore, ma solo perché ho amato troppo e a chi mi dava colpe specifiche per la scomparsa di alcune specie vegetali, rispondevo, che dici mai?, ma basta, basta, la cartografia impazza i giorni prima di Pasqua e quanta gente che si piega davanti a un cadavere penzolante preghiere e a quanta gente che, dall'inizio del mondo, ha fatto l'amore e io non c'ero e se c'ero organizzavo un'orgia e se organizzavo un'orgia mi dimenticavo il variegato ventre carnivoro del sole a spicchi, a chi pensa che siamo favole, che siamo base di cura, bestie da palcoscenico, malati terminali, formichine in fila indiana e la mattanza può avere inizio, a chi pensa, la natura, il silenzio, le dighe, esser scambiato per un altro e dopo le spiegazioni di rito tornare a casa, avendo voglia di novità, a chi mi ha visto nudo, a chi mi ho visto nudo e a chi sa quanto nudo sono nelle assenze della pioggia quadrata ad isoscele barriera di mattoncini Lego, eppure, casualmente, la gente disimpara le forme, cancellando i sentimenti, a chi pensa che la solitudine sia un peccato perfetto a chi vedo tutti i giorni e a chi so che non rivedrò mai più, anche per loro l'aurora è un tempo meraviglioso 5 – 4 – 2009 | |
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