Solo suoni leggeri_ di foschia

Suoni suoni
Suoni suoni
Graffio graffio
Graffito di melograno

Sputati sulle unghie
E la televisione cancella identità
E Diamanda Galas urla di notte,
spaventando violini
e quanta grandine alle finestre di sera,
anche senza buio
e nessuno canterà gli attori caduti in guerra

Il fronte, enorme palcoscenico,
il sangue
neve neve neve,
tanta neve solo colorata di rosso
e fa nulla l’occhio sbucciato,
valzer truccato,
Bregovic che incanta,
la gente ancora una volta ride;
si diverte

Alle spalle innocue forme di carriarmati,
come formaggio sciolto si avvicinano!

Grandinando colera si avvicina il tempo di nuotare,
ridere sott’acqua,
il sesso nei giorni di primavera.

Scompaiono le cose,
le forme in un attimo si riabilitano,
cerchi di zombie,
cadaveri di vernice,
liquore,
scopate sotto i tigli,
scopate sotto la melma
e in ginocchio abbiamo fatto pompini,
elemosinando pensieri osceni ai santini delle nonne,
spaventando i corvi,
estirpandoli da Van Gogh,
le sue viscere san di cemento,
mentre ne imbocco l’opinabilità del restante

In vezzi anoressici vomito la bulimia,
accorgendomi che l’obesità del tempo
l’ha dipinta Dalì, quand’era in bagno

Che emozione venire,
vincendo la lotteria

Venire sacrificando merda,
mentre dal mio cazzo colano ceste
di spermatozoi balbettando aiuto

La frontiera non è mai stata così lontana

Neanche tu

Ti chiamerò a giorni alterni,
per dimenticarmi della tua voce,
che mi rendevi felice,
che avevo bisogno di te per respirare
e adesso mi stanno crescendo branchie su tutto il corpo

Ti chiamerò dopo aver fatto sesso
Con tutte le persone che odi,
ti dirò amore, ti amo, ho bisogno di te
e la loro saliva si perderà all’alba sui miei testicoli,
lo farò fumando il filo del telefono,
dando fuoco alle istantanee di ripiego,
fotterò la musica che ci unisce e ti dirò,
perdonami, perché so quello che faccio

I manicomi celesti urlano e io ti grido fra i seni,
ma fammeli svezzare

Improvvisazione teatrale

La vita ha disperso semi,
io ho venduto seme, derubandomi

la musica è finita già da tempo nel mondo,
ma noi siamo ancora convinti
che quello che ci divide dall’eternità
sia il soffice vento che arriva dalle stelle