In punta di penna Sicilia Ovest meeting N°2

Ebbene sì: il secondo meeting de InPuntaDiPenna sezione Sicilia Occidentale si è svolto questa mattina nella piazza di Mondello attorno a un tavolicchio verdemente tovagliato, sul quale, non whiskey, non rum, non birra né acqua tonica si sono appoggiati, ma granite di limone o in alternativa di cevusi.
L’orario era stato assai precisamente concordato fra le 10 e mezzo e le undici, grosso modo, all’incirca (minchia, mi sono detto, questa è gente seriamente mediterranea: mezzora di range è roba quasi borbonica!). Ma lo stupore aumenta allorquando l’organizzatore del meeting, Rubino Turi, messaggia, ben presto per la verità, che avrebbe tardato: arrivo fra le undici e le undici e mezzo, scrive. Per la miseria!, sembra quel giochino che quando eravamo giovani si diceva: Appuntamento alle 10, tu aspettarmi fino alle 11 e se alle 12 non sono arrivato, alle 13 te ne vai...

Alle 11 e qualcosa guadagno la piazza più simbolicamente estiva della provincia – un frutto di mare coi motorini attorno, direi – e scorgo Nuccio al tavolo più lontano. Lo riconosco, sebbene sia la prima volta che lo vedo: è un avatar in carne e ossa, per me. Come guidato dalla luce del suo Faro, mi avvicino cercando di farmi riconoscere per l’alleato che sono, e tuttavia con una qualche discrezione volta a non far voltare la piazza intiera. Più o meno faccio come il goleador che punta il dito sul rifinitore: tu, tu, no: tu, credimi, tu...
Ci scambiamo una vasata da fratelli di penna e ci accomodiamo. Lui ha già consumato un caffè: è un tipo discreto: io ho già consumato una moglie, per dire.
Nuccio è come i suoi racconti, davvero. È uno di quelli a cui daresti senza esitare le chiavi di casa, della macchina, del motorino... Della bici no, ché quella è solo mia.
Giusto il tempo di scambiare due chiacchiere, e vediamo arrivare il Turi con la sua aria da eterno ragazzino. Altre vasate, all’ombra dell’ombrellone, e qualche battuta sul fatto che di recente vedo più spesso Turi che il mio commercialista. Lui mi chiede se quelle pillole che mi aveva suggerito l’ultima (e prima) volta hanno fatto effetto e io rispondo di sì. Mi guarda perplesso e fa: «Vabbè, bisogna avere pazienza. Tu continua a prenderle, comunque. Alla lunga fanno il loro dovere.»

Dalla conversazione, accompagnata degnamente dalle granite, emerge che abbiamo qualcosa in comune, a parte Inpuntadipenna: passioni totalizzanti e in massima parte passeggere. Cani, vele, visceri, traumatizzati, camicie – di forza e non – musiche, prose, viaggi...
Finalmente arriva anche Rosalba Signorello: tutti e tre non aspettavamo altro: le nostre espressioni non possono nasconderlo. La Signorello è... Ecco, Rosalba è... è... No, non ve lo posso dire perché non vuole. Aggiungo solo che è una sorpresa.
Ingaggiamo il barista perché ci faccia una foto; gli passo il mio telefonino, visto che altro strumento idoneo non v’è, ma Rosalba glielo scippa fulminea e bizzarra e: «La foto la faccio io a voi tre» dice, «ho una reputazione da tutelare: non mi faccio vedere con dilettanti allo sbaraglio, se posso evitare.»
La foto scattata da Signorello è quella che vedete. Da sinixtra a dextra: Nuccio, Gibbìbbo (eh, un tempo, in piazza davano lo zibibbo fresco...), Turi. Sul tavolicchio si può notare il libro con cui Turi da un po' ci tortura.
«Perfetta!» dice Rosalba, «siete pure meglio, molto meglio in foto che di presenza...»
Mentre ci fiondiamo sul telefonino per vederci immortalati, si sente un rumorazzo e qualche urlo.
Un tizio in motorino, nell’evitare una signora in attraversamento pedonale, si è sfracellato contro un autobus. Io e Rosalba non sappiamo che fare, lì per lì, e in effetti non facciamo molto. Nuccio invece non resiste alla vista del sangue e si precipita sul motorinaio sfracellato. Gli affonderà le manazze nella panza con una voluttà che non saprei descrivere. Turi nel frattempo va ad occuparsi della signora che pedonava e che ha visto la morte con gli occhi: «'M’ammazzò!' ho pensato, 'm’ammazzò!'» dice lei al nostro doctor.
Lui prova a tranquillizzarla e anzi inizia a studiarla: «Ma lei, da piccola...». In quell’istante si fa sotto Nuccio tutto concitato: «Signora, non è che nella borsa si trova un ago e una spagnoletta di cotone... Sa, dovrei sistemare quel poveretto...»
«Poveretto?» fa la signora, «io quello lo ammazzo, se non ci riesce prima lei, lo ammazzo...»

Insomma, il meeting si conclude in modo imprevisto: Turi si porta la signora in clinica; Nuccio si porta il motorinista in ospedale; io resto con Rosalba che mi dice di no a tutto, e non solo alle avances galanti (portate con una certa classe, devo dire), ma proprio a tutto.

Però ne valse la pena.