C'è chi parlava di cambiamento in aule imponenti
ma becere, ammuffite.
A commerciare la speranza,
picchettandola su nastri di carne ed ossa.
Il proiettile la schiena di Giorgio spappolò.
- Dicono, sia stato un errore -
Le urla in gola si strozzarono.
O forse coperte erano dal manganello che sadicamente,
sulle mie costole arpeggiava.
Sopra di noi c'era Nadia che di lividi incipriata madre.
Piangendo la sua gioventù, ci allattava figli.
Chi parlava di cambiamento da uomo,
è stato promosso in porco.
Che sguazza ozioso e pacchione,
nel fango di carta trastullando.
- Ma la mia amata ha il viso pallido
e le sue membra ferme -
Il suo vuoto la pistola,
di cocaina armata.
Nel naso si è sparata un unico proiettile,
la fine del triangolo annunciando.
Perchè sono gli angeli, quegli che cadono per primi.
E mai nessun demone, gli saprà rendere giustizia