Mi sono conquistato la libertà
tra le mura di una galera
dove coi colori mi ero aperto una via.
Era una via ricca di fiori e alberi da frutto.
Ogni giorno coglievo una mela
e il rosso dei suoi occhi
riempiva il vuoto del mio cuore.
Certo non era facile la solitudine
così mi disegnai una donna.
Era bellissima
e le sue labbra, carnose,
ricordavano il fiorire di una nuova vita .
Il desiderio mi portò a possederla
Il possesso a disegnarmi un figlio .
I fiori sbocciavano,
I frutti maturavano,
La donna invecchiava
Il figlio cresceva .
Ero ormai prigioniero
del mio disegno
invecchiavo e lui con me .
Volevo tornare ad essere libero
così, con un secchio di vernice,
cancellai vent’anni della mia vita .
Oggi sono un uomo libero
lavoro, scrivo, mi diverto,
ma non dimentico il disegno della mia libertà
che nell’arco di vent’anni,
come un incubo,
ha traviato i miei pensieri,
anzi ne ho iniziato un altro,
tra le mura di casa,
così che la mia vita
continui, di posto in posto,
fino al punto in cui la ragione
avrà ragione della mia pazzia.