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 Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)

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Mario Malgieri
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Mario Malgieri


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Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Empty
MessaggioTitolo: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime16/8/2008, 07:53

La Signora Cesira era una donnina minuta, la sessantina passata da poco.
Viveva sola da quando suo marito, Giorgio, era sparito un paio d'anni prima. Si vociferava fosse andato in Australia a rifarsi una vita con un’altra donna molto più giovane di lui.
Quella mattina, erano passate da poco le undici, stava iniziando a prepararsi il pranzo, frugale come al solito. Aveva appena posto la padella sul fuoco, un filo d'olio extravergine, due foglie d'alloro, e aspettava che iniziasse a sfrigolare per aggiungere uno spicchio d'aglio, ma i passi di parecchie persone su per le scale e poi un vocio proveniente dal pianerottolo l'avevano incuriosita e non aveva resistito. Aveva guardato dallo spioncino, e ciò che aveva visto la spinse a correre in cucina per spegnere il fuoco e prendere in braccio Mocio, il suo gattone bianco dal pelo lungo.
Per mangiare c'era tempo, ciò che stava avvenendo nell'appartamento di fronte era più interessante.
Uscì sul pianerottolo in vestaglia e pantofole, in punta di piedi (anche così, in punta di piedi, non superava il metro e cinquanta) e, accarezzando distrattamente Mocio, si mise a origliare alla porta del signor Teodoro, rimasta socchiusa perchè la serratura non era scattata.
La vocetta acuta del signor Teodoro era perfettamente intelligibile. Le altre voci erano solo suoni bassi e indistinti, ma Cesira era soddisfatta lo stesso e accostò ancora di più l’orecchio alla fessura.
- Vi ha chiamato un vicino di casa? Prego accomodatevi in salotto. Volete sapere cosa è successo qui questa notte? Non capisco, comunque se vi sedete vi dico tutto. Ecco, sì, lì sul divano, ci sono anche le poltrone… ma quanti siete… polizia? Ah, Carabinieri, la Benemerita, bene bene, e voi? Ah, lei è un dottore, bene, bene e gli altri due signori? D’accordo, me lo direte dopo. Un caffé? No? Avete fretta, capisco, ora vi racconto.-
Rumori di sedie smosse, qualche frase che non riuscì ad afferrare, ma poi la vocetta fu di nuovo squillante.
- Il fatto è che una cenetta pesantuccia e un pochino d’alcool possono fare dei brutti scherzi anche a una persona equilibrata e perfettamente sana di mente come il sottoscritto.
Vi racconto questa nottata, statemi a sentire fintanto che ho ancora i ricordi chiari, non vorrei che svanissero in pochi minuti, come tutti gli incubi.
Sì incubi, io questa notte ero nel mio letto e sognavo. Vedete, ieri sera ero stato invitato a cena dalla mia vicina, mi invita spesso ultimamente, è tanto cara... come? No, non fate illazioni, è una deliziosa vecchietta, ma se la vedeste vi rendereste conto che è proprio al di sopra di ogni tentazione. -
La deliziosa vecchietta appiccicata alla fessura della porta fece fatica a trattenersi dallo spalancarla e irrompere per dire la sua: "Bastardo di un ometto, una vecchietta io? E al di sopra di ogni tentazione? Ti leccheresti i baffi! Aspetta che ti sistemo io, maleducato che non sei altro", si limitò a biascicare inviperita, continuando ad ascoltare attentamente ciò che si stava dicendo nell'appartamento.
- Mi ha preparato uno stufato alle erbe che era una favola, però forse un po' pesantino, innaffiato da una bottiglia di Dolcetto di Dogliani, di quelle toste. Ah, sì, e poi un paio di grappini di quelli giusti. Come vedete, niente di particolare, veramente una cenetta d’ordinaria amministrazione.
Ma torniamo ai mie sogni, non so se chiamarli incubi, giudicate voi.
Sono in casa mia, quando sento un rumore di passi dentro all'armadio. Apro un’anta con un po’ di timore. Erano i Vestiti. Stavano passando di moda. Non faccio a tempo a chiudere l’armadio che mi arrivano dei lamenti dalla cucina. Ci vado e trovo il Rubinetto disperato, con i lucciconi, che si lamentava con l’Aspiratore della Cappa, la quale poverina era perplessa, non ci capiva un’Acca. " Sono stufo di perdere sempre! " frignava il Rubinetto, e l'Aspiratore rispondeva:
" E io, allora, avevo ben altre aspirazioni! "
Li consolo entrambi e mi ritrovo a letto. Poi, non so come, ecco arrivare un corteo che attraversa la stanza: fischietti, tamburi, slogan ritmati. Erano i miei Quadri, venivano dal salotto, manifestavano per la promozione da Quadri a Dirigenti.
Finita anche questa, saranno state le due o forse le tre, odo delle vocine disperate fuori dalla porta della mia camera: " Ahi, ahi, cattivo, basta, ahi! " Mi libro in aria (io nei miei sogni volo sempre, voi no?) e vedo in corridoio quell’energumeno del Pendolo che stava battendo le Ore, povere piccole. Ecco, avrei dovuto chiamarvi per farlo smettere. Invece mi ricordo di essermi rivoltato e di aver abbracciato stretto stretto il cuscino per fare un ultimo tentativo di dormire, in realtà ero lì che sudavo e smaniavo… Driiin, driiin, dannazione, era quel suonato del Campanello dell’ingresso. Scendo dal letto nudo come un elefante, (lo so, lo so, si dovrebbe dire “nudo come un verme”. Ditemi, voi avete mai visto un elefante vestito? Inoltre i vermi mica hanno la proboscide e questo chiude l’argomento). Vado ad aprire e mi inchino: erano i Conti che tornavano, ma si erano scordati le chiavi; normale, pure il pianoforte si era scordato. A proposito di scordare, quasi dimenticavo che ho avuto anche, ecco, un poco mi vergogno, sì, insomma, delle visioni erotiche. C’era il Tavolo che si disperava: " La Tavola, quella sossa soccola, (poverino, ha un difetto di pronuncia) non me la dà, dice che io ho un cassetto piccolo piccolo, lei vuole il cassettone, invece. Chi si crede di essere quella, si guardi allo Specchio, è piallata." Mi ricordo che lo Specchio, chiamato in causa, rifletteva, mentre la Tovaglia, sul Tavolo, si spiegava, ma nessuno la capiva.-
Cesira era sconcertata, e certo lo erano anche gli altri ascoltatori, pensò. Infatti, una voce autoritaria si alzò di tono e questa volta la donna riuscì a intendere perfettamente:
-Venga al sodo, cos'è successo questa mattina, verso le cinque?-
- Va bene, va bene, questa mattina... ah sì, albeggiava, quando mi sono ritrovato seduto sulla poltrona con in mano una scatola di fiammiferi. Ho acceso la televisione. Cosa serve avere un televisore e non accenderlo, giusto? Era proprio un bel focherello! Alla luce del falò ho potuto individuare da dove proveniva un rumore di passi che mi tormentava da tempo: dal calendario, lo sapevate che corre l’Anno 2007? Mamma mia come corre! -
Voci concitate, un trambusto confuso, poi di nuovo la voce ancora più acuta del signor Teodoro:
- Ma cosa fate, lasciatemi, perché quella siringa? Slacciate questa cosa qui, cos’è, una camicia di forza? Carabinieri, aiuto, arrestateli! -
La signora Cesira rientrò in fretta nel suo appartamento e chiuse la porta col chiavistello.
Il trambusto si era allontanato giù per le scale e lei era molto seccata.
Il signor Teodoro era un po' fuori di testa, d'accordo, e non era la prima volta che di notte svegliava il palazzo con le sue mattane, ma in fondo era innocuo. Invece qualche vicino ficcanaso - solo lei aveva il diritto di impicciarsi degli affari del signor Teodoro, aveva un interesse ben preciso - si era preso la briga di chiamare i carabinieri per quel po' di fumo che aveva invaso le scale, e così aveva mandato all'aria i suoi piani, accidenti.
Tutta colpa di quel maledetto stufato. Di sicuro aveva esagerato con l'erba, pensò osservando la pianta alta, dalle caratteristiche foglie lunghe e seghettate, che cresceva rigogliosa in un grosso vaso nell'angolo soleggiato del salotto. Ma quando aveva scongelato quel sottofiletto si era accorta che iniziava ad avere un odore non proprio gradevole, e così aveva dovuto calcare un po' la mano con le spezie. Del resto era sicura che nei ristoranti facevano anche di peggio.
In ogni caso era un bel guaio, chissà se e quando il signor Teodoro sarebbe ritornato a casa, concluse borbottando la signora Cesira, accarezzando dolcemente il gattone.
Dal pelo aggrovigliato dell'animale cominciarono a cadere lentamente delle goccioline d’acqua e la signora Cesira si accorse di avere la mano tutta bagnata.
La donna si diresse frettolosamente verso la cucina linda e ordinatissima. Sul tavolo, in un piatto, quelli che parevano cinque sottili involtini ben impanati, attendevano ancora di essere fritti.
Per prima cosa Cesira riaccese il fuoco sotto la padella, poi si accostò al grosso congelatore da pavimento, alto almeno la metà di lei, e lo aprì.
Una nuvola di bianco vapore di condensa si alzò immediatamente dall’interno e un soffio di gelo invase tutta la stanza.
La signora Cesira ripose con cura il gatto in fase di scongelamento nel freezer, tra una coscia già ampiamente intaccata, una mano priva delle dita e le ultime costatine.
Una testa umana ricoperta di brina, con gli occhi spalancati, sembrava osservarla dall'angolo più in basso.
- Vai, Mocio, è ora che torni a fare compagnia al tuo padrone. Ciao Giorgio caro, sei quasi finito, avevo già il candidato a sostituirti, lo stavo ingrassando e insaporendo ma me l'hanno portato via. Ma non aver paura, ne troverò presto un altro -, concluse, mentre la padella iniziava a sfrigolare.
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Monica Porta
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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime16/8/2008, 09:36

Maremmaccia, che donnina. affraid

Proprio una bella vicina di casa. Smile
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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime16/8/2008, 11:30

Forse la terza zia di "Arsenico e vecchi merletti"?, potrebbe non essere un corto, merita di crescere a racconto. Ciao.
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rubinia
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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime16/8/2008, 15:03

I giochi di e con le parole sono stati divertentissimi.
Il resto, un brivido...
Che però con questo caldo non ci sta affatto male! Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime16/8/2008, 22:41

Citazione :
fosse andato in Australia a rifarsi una vita con un’altra donna molto più giovane di lui.

pezzo ironico e divertente
elogio del cannibalismo
se devo trovare una pecca è la usualità del pettegolezzo per giusitificare una sparizione
un minimo di originalità sarebbe stato, a mio modesto modo di vedere, in sintonia con la irrealtà realmente reale della possibilissima storia
un plauso al nome mocio per il gatto, lo trovo sublime
l.
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime17/8/2008, 08:48

liesma ha scritto:
Citazione :
fosse andato in Australia a rifarsi una vita con un’altra donna molto più giovane di lui.

pezzo ironico e divertente
elogio del cannibalismo
se devo trovare una pecca è la usualità del pettegolezzo per giusitificare una sparizione
un minimo di originalità sarebbe stato, a mio modesto modo di vedere, in sintonia con la irrealtà realmente reale della possibilissima storia
un plauso al nome mocio per il gatto, lo trovo sublime
l.

Vengo subito alla pecca che mi segnali e che mi ha fatto pensare.
Mi sono interrogato sul perchè ho scelto quella soluzione tra le tante possibili, visto che scrivendo invece non ci avevo pensato molto. Credo che la banalità della cosa (è vero, è banale) sia in parte voluta, proprio a sottolineare l'apparente normalità della vecchietta che, per quasi tutto il raccontino si comporta proprio come la più normale delle vicine di casa, intrigante e ficcanaso proprio per cercare di riempire una vita vuota e banale. Ma questa scelta in realtà non l'ho fatta in modo consapevole, mi è venuta così e nelle riletture che compio sempre a distanza di tempo mi è sempre parso che nel contesto non ci stesse male.
Però hai fatto benissimo a farmelo notare e a farmici pensare: mai accettare acriticamente le idee che buttiamo giù sulla carta.
Grazie sinceramente.
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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime17/8/2008, 08:50

rubinia ha scritto:
I giochi di e con le parole sono stati divertentissimi.
Il resto, un brivido...
Che però con questo caldo non ci sta affatto male! Very Happy

Infatti, come ho premesso è solo una specie di divertimento estivo, rinfrescante sia per i brividi che per il freezer... Very Happy
Grazie per aver colto in pieno lo spirito e per il commento.
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime17/8/2008, 08:51

marcos ha scritto:
Forse la terza zia di "Arsenico e vecchi merletti"?, potrebbe non essere un corto, merita di crescere a racconto. Ciao.

"Arsenico e vecchi merletti"... un mito! L'accostamento è irriverente per il film, ma mi gratifica un sacco! Grazie.
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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime17/8/2008, 08:53

Musa ha scritto:
Maremmaccia, che donnina. affraid

Proprio una bella vicina di casa. Smile

Ce ne sono... ce ne sono... magari non così cruente, ma con la lingua affilata come una lama, e l'affondano nelle carni dei mariti e dei vicini.
Grazie per la lettura e un salutone.
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: Re: Un matto, una mattina (per rinfrescare il ferragosto)   Un matto, una mattina  (per rinfrescare il ferragosto) Icon_minitime18/8/2008, 11:14

Leonarda Cianciulli, che aveva inventato un bel modo per fare il sapone...
Parente della tua Cesira? Che poi assomiglia un poco alla stregaccia di Hansel e Gretel, sapore satiricamente fiabesco compreso!
Bello il gioco di parole per gli oggetti di casa e di Mocio, che mi dà decisamente la descrizione del povero gatto, e perfettamente azzeccato il paragone ad Arsenico e vecchi merletti... Ammettilo, dai, che in realtà non ti chiami Mario ma Frank Smile
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