Nel buio

Tiene la sigaretta tra il pollice e l'indice. Stringe il filtro arancione come se volesse schiacciarlo del tutto. Affacciato a quel balcone di un palazzo di periferia, aspetta ancora.
Si affaccia tutte le sere alla stessa ora.
Accende la sua sigaretta, accosta le imposte, in modo che il freddo non entri nella stanza.
Lui resta lì. Al buio. E dopo un po' si confonde col nero della notte.
Solo la piccola brace che lui anima con il suo tirare, illumina brevemente e a tratti lo spazio che lo circonda.
I vasi, le piante, tutto è sistemato e ben coperto.
Ha passato un pomeriggio intero a stendere teli verdi che potessero proteggere quella piccola oasi di verde incastrata tra muri e ringhiere.
Si affaccia la notte e solo le spire di fumo gli fanno compagnia.
Aspetta ancora.
Una gonna a fiori mollemente appoggiata sui fianchi, che crea movimento nell'intrecciarsi sulle gambe e tra le gambe di quella piccola donna.
Una cascata di capelli neri. E due occhi verdi che non lo guardano più. Da troppo tempo, ormai.
Lui aspetta ancora.
E fuma l'ultima sigaretta della giornata.
I suoi occhi, dopo, sono sempre pieni di lacrime che proprio non vogliono, non vogliono scendere giù.
Quando poi ha poco più di un mozzicone bollente tra le due dita, lo scaglia via, seguendo il volo di quella piccola brace rossa nell'aria, seguendone la traiettoria. Ed ogni sera c'è sempre più rassegnazione in quel gesto.
Ed ogni sera le imposte si richiudono alle sue spalle, lasciando fuori il mondo di ieri.
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Terribilmente commovente, tutta la solitudine non verrà mai schiacciata come un mozzicone di sigaretta. Non c'è speranza in questa storia, solo attesa di qualcosa di finito e che non ritorna.

E rassegnazione. Non si può attendere all'infinito ciò che non accadrà mai. Un saluto :-)

Wè, ragazza...

Buongiorno Sue....
Potrebbe anche non essere una semplice attesa, una semplice rassegnazione.
Forse è un momento del giorno in cui è più facile perdersi nei propri pensieri.
Mi piace la notte, i momenti di solitudine cercati, la sigaretta accesa a rendere il tutto più teatrale, (tipo Humphrey Bogart) ed infine mi piacciono le traiettorie dei mozziconi accesi, anche se preferisco quelle lanciate dal finestrino dell'auto di notte che si schiantano sull'asfalto, seguite con uno sguardo sullo specchietto retrovisore....
E poi, chi non ha due occhi neri, castani, azzurri, grigi che non lo guardano più?
Insomma, triste e melanconica sì... ma hai guardato bene che piante coltiva sotto quel telo verde?

melanconia struggente ...ma bisogna andare avanti e non crogiolarcisi dentro

Daniela Micheli ha scritto:

Wè, ragazza...

Sono sempre io, Daniela... :-*

@ Emma, sì. Giusto. Ma sono momenti che si passano. Il più delle persone li nascondono "nel buio". Io spero che per loro arrivi luce. Prima o poi. Grazie del passaggio. Un bacio (almeno qui!! non si riesce più a baciare nessuno con questa storia dell'influenza!!!) :-)

@ Marco? non è più attesa. Anche tu affascinato dal rosso del mozzicone? Visto le scintille che lascia quando lo si lascia andare? eppure è vita. Grazie del passaggio. A presto.

casa d'occhi li chiude oh sì se li chiude. ma poi si riapriranno, con l'ombra dentro

chissà se accenderà la sigaretta anche stanotte: dove sarà mai: in quale utero notturno....

uff...

ti lascio un sorriso così non avrai paura del buio

Quando si è giovani e si vive un amore si pensa che sia per sempre, eternamente corrisposto. A volte si continua ad amare ma poi ci accorgiamo che non entriamo più nei pensieri dell'altro, o d'essere per lui diventati un pensiero molesto. Si mollano ormeggi, si cerca una rotta. Altre volte gettiamo la spugna e inizia l'attesa del niente, tutta una vita si racconta in poche decine di righe.
Molto piaciuto.

Nel Buio. Nell'attesa delusa.
In certi dolori, che sanno di sconfitta, rimane un che di eroico.