nella foto, un po' in tutte le foto, c'è l'atto ambiguo di chi detiene il potere dello scatto. nel dialogo tra il qui adesso e l'è stato, s'infila molto per certi sguardi. anche dopo molto tempo
(e se non fosse per il pensiero, molto ancora non si potrebbe dire. pensiero con i reni rotti da un pugnale, dai calli delle mani.... se non ci fosse questo pensiero, questa penosa e ossessiva e sfiancante coscienza per le parole, veramente queste, resterebbero come cose morte, pulviscolo a far esistere la luce. essa si può anche dire a parole, credo)