Redenzione
“La nostra è un'epoca essenzialmente tragica, perciò ci rifiutiamo di viverla tragicamente ed è qui che il demonio si insinua. Vedi , cara pecorella che ora sembri smarrita, confessa la tua pena,perché l’anima si libri nuovamente”
La voce era pacata, serena e per nulla inquisitoria
“bene padre, lei ha ragione. Il mio peccato è la lussuria. Desidero e senza freni vivo il piacere ma poi mi pento. ma non riesco a rinunciare”
“Dimmi , racconta”
“il sesso, quello che ferma il tempo senza ritegno, quel godimento spinto a seviziarci l’anima.
Padre, ho peccato, lei mi deve perdonare…”
“come posso se del tuo peccare non conosco che dei frangenti?”
La voce, stavolta, pareva essere annoiata quasi distante
Cercai di spiegarmi meglio
“ieri sera rientrando dopo il lavoro,aprii la porta di casa e sentii chiara la voce della doccia
Mi avvicinai alla porta del bagno, aprii e sbirciai. il vapore pareva vincere nella stanza e , dietro i cristalli della doccia appannati, lo vedevo Era intento ad accarezzarsi , le ombre riflesse sapevano proiettare inequivocabilmente la danza solitaria che anelava al piacere. La mia eccitazione era al massimo. Mi spogliai avvicinandomi, spalancai le porte e appoggiai il mio corpo, ancora freddo, al suo ,passando la mia lingua lungo la sua schiena.
Saliva e gocce d’acqua si mescolarono mentre il suo sussultare di vergogna per averlo colto in flagranza di peccato lo fecero interrompere .
Lo abbracciai forte stringendolo fino a rimanere senza fiato.
Si girò e fu la sua lingua a cercarmi. Esplorò il mio collo, i lobi delle orecchie fino a tuffarsi tra le labbra.
“Se mi ami parlami” mi disse
Mi misi in ginocchio e gli parlai come mai feci e prima che lui si sciogliesse nella risposta che io gia’ conoscevo, mi rigirò con dolce violenza .Mi aggrappai alla porta della doccia e inarcai la schiena per facilitare il suo percorrermi profondo
“Padre, Padre mi sente?”
“Siiii” profonda e ,tremante è la sua risposta, quasi un lamento, poi la voce diventa chiara
“Senti, ora devo chiudere, ci sei domani a quest’ora?
“Certo, sono qui per te”
“a domani e, grazie”
“Ne hai messo di impegno” mi disse Marco
Avevo appena riattaccato la conversazione
“Te lo sei lavorato bene. Se vai avanti di questo passo diventerai responsabile del telefono erotico”
Sorrisi a Marco che , sbucando di lato dal divisorio , mi guardava con grande apprezzamento
“Ma smettila,”risposi” andiamo alla macchinetta a farci un caffè,vuoi?”
Marco si tolse la cuffia col microfono e si alzò.
“ Chi era stavolta?”Mi chiese
“Che ne so? Si faceva chiamare Padre e mi voleva a tutti i costi confessare”
“E tu che gli hai detto,ero impegnato e non ti ho sentito”
“Ma caro, tutto quello che abbiamo fatto ieri sera”
Mi guardò stupito e dandomi una pacca sul sedere si avvicinò al mio orecchio sussurrando
“Tu sarai il mio peccato, la mia pena e la mia dannazione”
Lo baciai teneramente poi risposi
“Domani ha detto che richiama, se vuoi lo lascio a te, così che ti possa confessare”
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sono in ritardo ma arrivo...[ci ho "l'autorizzazzione"]