Un'alba umida sveglia Roma.
Sono ospite in un Laboratorio culturale al centro di Roma, ritrovo di studenti e compagni, e l'aria che si respira oggi è " attiva".
Al "Tanaliberitutti" si preparano gli ultimi striscioni.
Alle 2 parte il corteo, ma i ragazzi devono essere là prima. Siamo stati tutta la notte in piedi a preparare thermos e thermos di caffè, da vendere alla folla insieme ai cornetti, che con la macchina alcuni sono già andati a prendere.
Finiamo di pitturare un cartello: " Colazione Anti_crisi, cornetto e caffè a un euro"
Mi guardo intorno.
E l'unica cosa che mi viene da dire è: " Grazie figli"
Grazie, per l'entusiasmo con la quale vi state preparando a sfilare in piazza oggi.
Grazie di crederci ancora, nonostante la mia generazione abbia fatto di tutto per lobotomizzarvi.
Grazie, perchè stamattina, mentre lavorate lo fate mentre cantate in coro vecchi canti comunisti di protesta.
Perchè sulle vostre magliette sono disegnati simboli antifascisti, e la falce e il martello che portate con onore.
Forse, ormai, ne avete più diritto di noi.
Grazie perchè vi raccomandate l'un l'altro perchè oggi niente debba succedere, perchè la rabbia che si sente tangibile nel vostro respiro non ha assolutamente intenzione di trasformarsi in violenza, grazie perchè ancora avete voglia di combattere e oggi sarete lì, a dimostrare per il diritto al lavoro, per il vostro futuro e per il presente dei vostri padri.
Grazie, perchè così date forza anche a me, attraverso il vostro entusiasmo ritrovo il mio.
Grazie, perchè i vostri sogni sono i loro peggiori incubi.
Non smettete mai.
La piazza è gremita, colorata, vociante.
Le stesse bandiere in mano a tre, forse quattro generazioni diverse.
Ma gli occhi che brillano di più sono i vostri, ragazzi.
Sorrido. Sono orgogliosa che siate venuti su così, nonostante noi.
Guardandovi riesco ancora a sperare. Grazie figli.