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 INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA

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Paolo Secondini
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MessaggioTitolo: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 07:01

Si avvicina l’inverno: il magro vegliardo con barba e capelli bianchi, leggermente ricurvo, con addosso un lungo mantello fatto di scaglie di ghiaccio, con nella mano un robusto bastone per sostenere il suo corpo fiaccato dagli anni.
Questa immagine vidi, bambino, in un libro di scuola elementare.
Ricordo di avere pensato, per lungo tempo, al lento cammino che Inverno compiva ogni anno per giungere a noi, dalle fredde e lontane regioni dove abitava. Portava pioggia, neve e vento, e metteva la voglia di stare, nei giorni di brutto, in casa, dinanzi al camino, a godere del consolante calore dei ciocchi accesi, magari a mangiare castagne e ad ascoltare, dalla voce soave del nonno, racconti di un tempo passato.

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Franca Bagnoli
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 10:27

Come era bello, Paolo.Oggi il nonno è stato sostituito dalla TV che racconta favole vere tutte brutte. Beati coloro che hanno ancora i nonni e beati i nonni che hanno i nipoti. I miei li voglio ricordare qui. Andrea che è un ragazzone che a giugno prenderà la maturità. Alessandro che fa la terza media e Lorenzo che frequenta la seconda elementare. Viva i nonni e Viva i nipoti.
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 11:35

Grazie, Franca, della lettura e, soprattutto, del commento a questo brano, che è qualcosa di semplice ma scaturito dal cuore.
Io lo ricordo mio nonno, molto bene. Lo ricordo specialmente nelle fredde mattine d'inverno. Era il primo a svegliarsi nel nostro appartamento popolare. Lessava le castagne sulla stufa e, quando mio fratello e io eravamo pronti per andare a scuola, ci riempiva le tasche di castagne calde calde, e diceva: "Le mangerete strada facendo e, in più, vi scalderete mani e gambe".


Un saluto cordiale a te, Franca.
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 11:45

Io ho conosciuto solo i nonni materni. Il mio nonno paterno morì a 39 anni , lasciando quattro figli. Mia nonna della quale ho un vago ricordo di quando mio padre mi portò a conoscerla, a 4 anni, dovette rimboccarsi le maniche e lavorare. Impagliava fiaschi. Ho scritto un racconto, intitolato i nonni. Se ti va di leggerlo , in Home c' è la voce: "Cerca". Clicca e scrivi: "I nonni" Conoscerai mia nonna Teresa che era un bel tipetto.
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Virginia Ferrari
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 11:50

E si, Franca, hai ragione, se non ci fossero i nonni oggi parecchie coppie non saprebbero come fare con i loro figli, forse nemmeno riuscirebbero a metterli al mondo, i figli. Chi ha un nonno,oggi, ha un tesoro. Viva i nonni!
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 11:53

Paolo Secondini ha scritto:
Grazie, Franca, della lettura e, soprattutto, del commento a questo brano, che è qualcosa di semplice ma scaturito dal cuore.
Io lo ricordo mio nonno, molto bene. Lo ricordo specialmente nelle fredde mattine d'inverno. Era il primo a svegliarsi nel nostro appartamento popolare. Lessava le castagne sulla stufa e, quando mio fratello e io eravamo pronti per andare a scuola, ci riempiva le tasche di castagne calde calde, e diceva: "Le mangerete strada facendo e, in più, vi scalderete mani e gambe".


Un saluto cordiale a te, Franca.


Sono le cose semplici le più vere e più belle, quelle che toccano e fanno vibrare le corde del cuore. Avercene! INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA 645676

ciao Paolo

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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 12:13

Franca Bagnoli ha scritto:
Io ho conosciuto solo i nonni materni. Il mio nonno paterno morì a 39 anni , lasciando quattro figli. Mia nonna della quale ho un vago ricordo di quando mio padre mi portò a conoscerla, a 4 anni, dovette rimboccarsi le maniche e lavorare. Impagliava fiaschi. Ho scritto un racconto, intitolato i nonni. Se ti va di leggerlo , in Home c' è la voce: "Cerca". Clicca e scrivi: "I nonni" Conoscerai mia nonna Teresa che era un bel tipetto.


Sì, Franca, mi piacerebbe tanto leggere il tuo racconto I NONNI, ma non ho ben capito dove reperirlo. In questo sito? Alla voce CERCA devo inserire il titolo I nonni? E' così? Ho inteso bene?
Dammi ulteriori delucidazioni. Grazie


Paolo
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 12:16

Virginia Ferrari ha scritto:
Paolo Secondini ha scritto:
Grazie, Franca, della lettura e, soprattutto, del commento a questo brano, che è qualcosa di semplice ma scaturito dal cuore.
Io lo ricordo mio nonno, molto bene. Lo ricordo specialmente nelle fredde mattine d'inverno. Era il primo a svegliarsi nel nostro appartamento popolare. Lessava le castagne sulla stufa e, quando mio fratello e io eravamo pronti per andare a scuola, ci riempiva le tasche di castagne calde calde, e diceva: "Le mangerete strada facendo e, in più, vi scalderete mani e gambe".


Un saluto cordiale a te, Franca.


Sono le cose semplici le più vere e più belle, quelle che toccano e fanno vibrare le corde del cuore. Avercene! INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA 645676

ciao Paolo


Ciao a te e grazie di questo commento. Sei stata molto gentile e, ti assicuro, le corde del mio cuore le hai fatto vibrare... amavo molto i miei nonni.
Paolo
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Virginia Ferrari
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Virginia Ferrari


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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 12:23

Paolo Secondini ha scritto:
Virginia Ferrari ha scritto:
Paolo Secondini ha scritto:
Grazie, Franca, della lettura e, soprattutto, del commento a questo brano, che è qualcosa di semplice ma scaturito dal cuore.
Io lo ricordo mio nonno, molto bene. Lo ricordo specialmente nelle fredde mattine d'inverno. Era il primo a svegliarsi nel nostro appartamento popolare. Lessava le castagne sulla stufa e, quando mio fratello e io eravamo pronti per andare a scuola, ci riempiva le tasche di castagne calde calde, e diceva: "Le mangerete strada facendo e, in più, vi scalderete mani e gambe".


Un saluto cordiale a te, Franca.


Sono le cose semplici le più vere e più belle, quelle che toccano e fanno vibrare le corde del cuore. Avercene! INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA 645676

ciao Paolo


Ciao a te e grazie di questo commento. Sei stata molto gentile e, ti assicuro, le corde del mio cuore le hai fatto vibrare... amavo molto i miei nonni.
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime15/11/2010, 13:33

Franca Bagnoli ha scritto:
Io ho conosciuto solo i nonni materni. Il mio nonno paterno morì a 39 anni , lasciando quattro figli. Mia nonna della quale ho un vago ricordo di quando mio padre mi portò a conoscerla, a 4 anni, dovette rimboccarsi le maniche e lavorare. Impagliava fiaschi. Ho scritto un racconto, intitolato i nonni. Se ti va di leggerlo , in Home c' è la voce: "Cerca". Clicca e scrivi: "I nonni" Conoscerai mia nonna Teresa che era un bel tipetto.


Cara Franca, sono riuscito a rintracciare, nel sito, il tuo racconto I nonni. Molto bello, oserei dire struggente, poiché ti "precipita" in atmosfere lontane, di un tempo, atmosfere oggi impensabili e irripetibili. Quanto affetto, quanta dolcezza e, lasciamelo dire, anche quanto candore! Sentimenti, ahimé!, scomparsi al giorno d'oggi: non del tutto però. Su quel poco che resta, mi auguro si possa ricostruire ciò che di bello è stato.
Un saluto cordialissimo.
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime18/11/2010, 08:12

altri ricordi....
io non ho conosciuto i miei, ma ero stata mandata a balia dai contadini, che consideravo i miei nonni. Ricordo la mattina un camino acceso, con grandi boccali di vino e fette di polenta. Ma quali merendini!
Ricordo una tata imponente vestita di nero che mi abbracciava e i suoi grembiali sapevano di sapone di marsiglia. L'unico giocattolo era una scatola di bottoni colorati, che diventavano soldatini, principesse, fate...
Ricordo l'ovino a merenda ancora tiepido di cova e poi tutte le favole che mi raccontava.
E la piccola scala che saliva ai piani superiori, con la tata che reggeva la candela mentre mi faceva recitare Angelo di Dio che sei mio custode....Nelle stanze un freddo sano, asciutto e fuori il profumo dei terreni umidi o assolati. Il profumo della natura è forse di una realtà che abbiamo perso.
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime18/11/2010, 08:43

Con il tuo commento e, soprattutto, con i tuoi ricordi sereni hai ricreato atmosfere di un tempo ormai scomparso, fatto di affetti, di cose semplici e buone.
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime18/11/2010, 10:46

eh, quanti ricordi splendidi, legati prevalentemente alla natura! il profumo dell'erba scaldata dal sole, le stanze delle zie zitelle che masticavano tabacco e puzzavano come una vecchia osteria, e sul canterale una campana di vetro a proteggere la bambolina di Maria Bambina, tutta pizzi e polvere.
Pulizia perfetta ovunque, lenzuola candide e ricamate, armadioni neri e tanto sole.
Quando i contadini facevano la siesta io scappavo nel fienile a fare i salti o andavo nel bosco in cerca di castagne o funghi. A volte giocavo nel pollaio con le pulci rosse delle galline: instauravo una specie di formula uno tra di loro.
E d'autunno la pioggia silenziosa che con lunghe dita bagnate faceva luccicare tutto.
Hai cominciato tu a ricordare...grazie.
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MessaggioTitolo: Re: INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA   INVERNO DELLA NOSTRA FANCIULLEZZA Icon_minitime18/11/2010, 11:20

Rita Paleari ha scritto:
eh, quanti ricordi splendidi, legati prevalentemente alla natura! il profumo dell'erba scaldata dal sole, le stanze delle zie zitelle che masticavano tabacco e puzzavano come una vecchia osteria, e sul canterale una campana di vetro a proteggere la bambolina di Maria Bambina, tutta pizzi e polvere.
Pulizia perfetta ovunque, lenzuola candide e ricamate, armadioni neri e tanto sole.
Quando i contadini facevano la siesta io scappavo nel fienile a fare i salti o andavo nel bosco in cerca di castagne o funghi. A volte giocavo nel pollaio con le pulci rosse delle galline: instauravo una specie di formula uno tra di loro.
E d'autunno la pioggia silenziosa che con lunghe dita bagnate faceva luccicare tutto.
Hai cominciato tu a ricordare...grazie.


E tu hai continuato a ricordare in maniera toccante, avvincente.
Non c'è niente di più bello dei ricordi che saltano lieti fuori dal cuore, che ti fanno rivivere, quasi tangibilmente, momenti di gioia intensa, forse irripetibile, come le cose meravigliose (purtroppo rare) che traversano l'arco della nostra vita come meteore.
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