racconto dopo natale - Simone

LA NEVE LENTA DI GENNAIO


Questo era il viaggio.

Non ci si salvava mai abbastanza dagli abbracci dei parenti, dalla fatica dei sorrisi.
I paltò scrollati dalla neve dinanzi alle braci del camino, i baci, i gesti, le voci.

I vòlti.

Forse era un piccolo mondo antico.
Un mondo appeso al freddo dei vetri appannati, alla neve lenta di gennaio. Qualcosa da preservare nella memoria sotto l’ordito degli accadimenti.
Spesso si arrivava all’ora di pranzo quando la Zia Nina scodellava la polenta sul tagliere.

E c’era Simone, sempre immobile sulla carrozzina. Inchiodato lì da 13 anni, le gambette inabili ridotte a due stuzzicadenti.
Per Simone c’era sempre il regalo più bello. Per Simone la nicchia del cuore diventava caverna e non solo perché era un uccellino abbattuto e indifeso ma perché Simone era Simone.

Te ne andrai presto piccolo mio. Te ne andrai col levare delle viole ma ora che sei qui, raccontami...raccontami, non stancarti mai.

Ogni cosa era estro, fantasia, sorriso. Ogni cosa vantava gli occhi di Simone, anche la fitta scure del dolore.

Cos’è il palpitare dei rami adesso sul tuo fiato spento ? Simone dai, torna qui, giochiamo ancora…dai non scherzare…

Ci sono posti che conosco grazie a te.
Cos’hai Simone, cos’è che smuove i tuoi occhi dentro le distanze ?
Occhi che non vedrò più.

Il corridore più abile che abbia mai conosciuto.

Non vale!
Uno si alza la mattina e decide, dopo i riti consueti che includono abluzioni e colazione, di iniziare bene la giornata leggendo qualsosa di bello sul forum preferito.
Fuori nevischia, il tempo è grigio, speriamo di rasserenarci.
Leggo
Certo che è qualcosa di bello, anzi bellissimo.
Ma porca miseria, perchè scrivo due righe col groppo in gola?
Ora vado, mi appoggio ai vetri e guardo il nevischio lento di dicembre e mi immagino un Simone che aspetta felice il momento di fare a palle di neve.

Lara bravissima, mette a confronto i mondi ormai persi e quelli che guardano la perdita. Tristezza e vita condivisi, a Natale più di sempre.

grazie.

Sono due volte che leggo ma il groppo in gola mi ha impedito di mettere un commento adeguatao a tanta bellezza e a tanto dolore. Ora Simone corre, corre, più veloce di tutti nei prati del paradiso. Un abbraccio a te, Lara.

Brava Lara, molto intenso e nello stesso tempo delicato questo brano !

Ti ho letta Lara e son felice di averlo fatto, non è tristezza quella che mi resta ma consapevolezza che hai saputo disegnare tanto bene.

Oroserio Sergio ha scritto:

Ti ho letta Lara e son felice di averlo fatto, non è tristezza quella che mi resta ma consapevolezza che hai saputo disegnare tanto bene.

io non so disegnare bene, in senso reale, così come scrivere. ma so che amo moltissimo disegnare, scrivere, fotografare quello che sento. e che spesso dovrei tornare indietro a rielaborare, ma non mi va affatto (troppa anarchia nel mio modo di scrivere)