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 Memorie in bicolore di una testa mozzata

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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime4/3/2008, 10:44

.

*** Nero

Avevano ragione loro, ha fatto davvero un lavoro preciso; d’altra parte il collo che mi reggeva era molto sottile ed al boia non è stata necessaria molta forza per liberarmi dal corpo che ora giace scomposto di là, dall’altra parte del patibolo, ancora vestito di tutto punto, nell’attesa di portare i nostri pezzi nella tomba senza nome che ci hanno destinato.

Il sangue schizzato è tutto dalla mia parte, il vestito è integro e pulito come lo avevo indossato stamani all’alba, quando vennero a prendermi dalla cella per accompagnarmi a conoscere la mia prossima vita.

E’ stato un mio vezzo scegliere l’abito scuro e la sottoveste rossa; Enrico mi adorava in cremisi, sosteneva che faceva risaltare i miei occhi verdi e i miei capelli scuri.

Mi hanno tolto la benda con la quale mi hanno coperto gli occhi prima di farmi inginocchiare; perché bendarmi, mi domandai, visto che già avevo chiesto perdono a Dio anche per coloro che mi avrebbero dato la morte e gli occhi che li avrebbe fissati non sarebbero stati accusatori, ma solamente pieni di terrore che sapevo sarebbe durato pochi istanti, il tempo necessario alla lama di affondare nel burro della mia carne.

Poi, il buio sarebbe arrivato, per sempre. Ignoravo che ancora avrei avuto tempo di pensare e di guardarmi come adesso.

Mi vedo, vedo i capelli impiastricciati del mio sangue che mi coprono di ciocche scomposte il viso lordato; lui non verrà, non potrà vedere che il colore del mio sangue è uguale a quello che scorre nelle vene di sua figlia il cui colore di capelli, invece, è come il suo, ribelle e sfacciato ad illuminare di sole le nostre terre umide.

Qualcuno avrà pietà di me e mi laveranno i capelli prima di seppellirmi? O li lasceranno così, come sono ora, a sfregiarmi il viso?

Voglio arrivare lassù pulita anche se mozzata.

Pulita… hanno gettato addosso alla mia figura tante accuse infamanti a sporcarmi, ma Dio sa che non l’ho mai tradito, Dio sa quanto io ho amato mio marito, in silenzio, sin dai tempi che ancora era sposato con la spagnola, quando arrivai a corte e restavo per ore occupata a consolare Caterina e rassicurarla delle intemperanze del suo focoso uomo che di lì a poco sarebbe diventato il mio uomo.

Mi ha amato molto, Enrico; mi amava ancora quando diedi alla luce sua figlia e mi disse di non preoccuparmi, il mio ventre era fertile e il prossimo figlio sarebbe stato il futuro Re d’Inghilterra.

Non fu così, tutti i fiori maschi che generai dopo Elisabetta morirono.

Cerco di vedere la mia corte festosa adesso con questi occhi ciechi, ma non ritrovo i colori dei cavalieri e delle dame che la rallegravano, posso solamente udire le risate e gli scherzi che cessavano di colpo, all’apparire del mio Re.

Ma anche quelle stanno, piano piano, affievolendosi.

Mi domando come saranno i miei prossimi giorni, io separata dal mio corpo.

Non credo sarà importante, sento, adesso, che è ora di morire e davanti a Dio tornerò ad essere completezza e finitezza.

Del corpo e dello spirito.


*****



*** Bianco

Ma vedi un po’ quelle pettegole delle mie dame di compagnia, ogni tanto raccontano pure la verità, le oche!

Vero è che ho un collo da cigno e che me lo hanno invidiato assai in questi lunghi anni che sono stata la loro Regina, ma ora a che mi serve?

Non lo posso più addobbare con le collane che mi ha regalato il mio Enrico, eh no, ora è staccato dal resto del corpo e non so proprio che farmene dei miei preziosi monili; li regalerà a quella smorfiosa della Jane, la vedo come si sfrega le mani tutta contenta, la grandissima vipera.

Ma pensa te, invece di macchiarmi il vestito il sangue è schizzato tutto da questa parte e mi ha lordato i miei bellissimi capelli corvini; devo complimentarmi con il boia, ha davvero fatto un lavoro sopraffino, un’opera d’arte da inserire nei manuali di boiologia applicata.

Almeno non insozzerò la bara che mi sta aspettando dabbasso, che avari che sono stati, manco uno sfregio d’oro ci hanno messo sopra… che gli venga in mente, la loro tirchiaggine, quando parlano dei loro cugino scozzesi? No, li paragonano sempre agli italiani, ai liguri ecco, ma a se stessi mai, sti inglesi aristocratici!

Mi dicono che non ho molto tempo, che faccio adesso?

Potrei ripercorrere l’incontro con lui che mi incoronò Regina qualche anno fa. Naaaa, due palle, persino la mia festa di nozze non fu allegra, quelli pensano che abbia dimenticato le loro facce tirate in falsi sorrisi di entusiasmo: qualcuno già prevedeva che avrei fatto la fine della Caterina.

Ci avessero indovinato, almeno…

Sto peggio io, adesso, la Caterina è semplicemente stata rispedita in terra d’Aragona… a me alla Torre mi ha mandato, l’infame!

Ed ora sono qua, con la mia testa tagliata da una parte e il mio corpicino dall’altra parte del ciocco di legno.

Se avessi saputo che le promesse d’amore d’Enrico sarebbero state sì tradite, col piffero che lo vedeva la mia regale figura.

Mi sposavo il mio bel cugino e tanti baci e abbracci alla corona.

Però se solo osa, quel mostro, non riconoscere alla figlia sua il rango che le spetta di diritto, giuro su Dio e su tutto il Paradiso che me la pagherà, gli prometto che entrerò come spirito nel ventre di ogni donna che lui benedirà col suo sperma affinché non generi figli maschi; l’altra sua figlia, Maria, non mi spaventa ed Elisabetta sarà Regina d’Inghilterra: Elisabetta, figlia di Enrico Tudor e di Anna Bolena…

L’unico problema è che le oche della corte mi hanno detto che quella Jane Seymour con la quale pomicia adesso Enrico è una vera strega, dovrò stare molto attenta alle mosse dei due amanti o la mia figliola è davvero fottuta.

Ehi ehi ehi, che fretta… va bene, arrivo…

Qua manco da morti si può più parlare, mica mi piace questo modo cafone di fare, spero di non trovare maleducati come voi, lassù in paradiso.

Sempre che ci arrivi, al Paradiso.





.


Ultima modifica di Daniela Micheli il 7/1/2009, 11:17 - modificato 3 volte.
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime4/3/2008, 11:20

Sì, suona decisamente meglio.
Grazie Smile
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime4/3/2008, 11:47

Io avevo già letto questo tuo brano e nuovamente mi ci sono tuffata.
Il tuo sorriso qui è di un salto alto in eleganza. Brava, di nuovo.

clelia
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime4/3/2008, 12:33

Musiche di Rick Wakeman... (commento per intenditrici di progressive rock)!!
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime4/3/2008, 12:57

sono daccordo con Selva, un salto in eleganza di uno scrivere passionale e sentito.
L'idea come sempre a svettare, ma assecondata magnificamente da quel salto.brava.noc.regina.
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Nico Mar
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime4/3/2008, 14:02

che bel testo daniela... mi fa ri-pensare a quando un@ è il carnefice di se stess@... Crying or Very sad
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Natascia Prinzivalli
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime4/3/2008, 14:25

Quando si dice che l'eleganza non è acqua....


___gin
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime17/5/2008, 07:54

è bellissimo!!!!!
complimenti, continuo a rileggerlo, è davvero bello!!!!

IsObel
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime17/5/2008, 08:27

Sembra una di quelle fantasie che prendono al mattino quando non hai voglia di alzarti, fuori piove lentamente, sai che oggi non andrai a lavorare, e tu lasci correre la mente in un lunghissimo sogno da sveglio.
Forte e giustamente ironica.
brava Noct.
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime17/5/2008, 08:51

E' un argomento che mi fa rabbrividire, lo confesso. La pena di morte, passata, presente e futura (ahimè, io credo che mai l'uomo rinuncerà a quella che ritiene una "giusta" vendetta) mi fa stare male. In realtà questo tuo brano non ha per tema la pena di morte, si limita ad immaginare (con delicatezza e profondità) gli attimi successivi a quello fatale, ma mi ci è voluta tutta la forza di volontà per arrivare in fondo, e ci sono arrivato solo grazie ad una scrittura fluida e mai banale.
Magari qualcosa di più allegro la prossima volta? Memorie in bicolore di una testa mozzata 899765
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime17/5/2008, 12:58

Bella la lettura delle mgoli di Enrico.
La pena di morte fino a che punto è lecito ergersi a giudici e carnefici?
Il giorno che ci si risponde probabilmente si avrebbero tutte le risposte.
Alessandro
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime17/5/2008, 13:30

gran bella pagina, daniela. e sempre quel tocco di ironia a condire il tutto.
E
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime17/5/2008, 14:04

Bella pagina, mi era sfuggita ma fortunatamernte c'è sempre qualcuno cher porta su.
la prima parte la preferisco alla seconda. La trovo piu corposa e anche un po' diversa, in stile, di altri tuoi pezzi.

Sei poliedrica mia cara strega.
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Giuseppe Buscemi
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime18/5/2008, 13:00

Le memorie sono solo ufficialmente in bianco e nero, tanti sono i colori che si offrono al lettore, specie nella prima metà. Certo, offrono punti di vista molto distanti.
Elegante e ricercato, sospeso come si conviene per una testa tagliata.
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 11:20

Peccato, saresti stata perfetta nel round, cara la mia Anna Bolena!
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Rosario Albano
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 12:26

Infatti trovo perfetto questo brano, come tutti i tuoi scritti Daniela.

Ci vedo l'ironia e l'attraversamento storico, ed anche una certa "sorellanza" di teste ...
Io continuo a pensare ai miliardi di teste tagliate non coronate (realmente e metaforicamente), le sento più simili alle mie, quelle regali o blasonate non mi commuovono, per usare un eifemismo ...
Però, questo brano è scritto così bene che merita un "gemellaggio" elettivo, eccotelo:

"... devo complimentarmi con il boia, ha davvero fatto un lavoro sopraffino, un’opera d’arte da inserire nei manuali di boiologia applicata. (...)"


Ci sono stati uomini

Ci sono stati uomini
che hanno tagliato la testa ad altri uomini
non mossi da ira
ma perché era il loro mestiere
e l'avevano imparato.
Non era un mestiere difficile
perché non dovevano
tagliare una testa al giorno
e neppure una volta alla settimana
certo qualche volta due o tre di seguito.
Ma erano pagati regolarmente
perché si tenessero pronti a tagliare le teste
e per ogni testa tagliata davvero
ricevevano un supplemento di paga.
E le teste tagliate
erano per lo più le teste di coloro
che su quei tempi avevano scosso la testa
e anche sulla mansione
di tagliare ad altri la testa

Questo era il passato
ma venne superato
e precisamente:
dagli uomini che tagliavano le teste
andarono uomini e dissero loro che non dovevano
più tagliare teste ma non per questo
dovevano perdersi d'animo perché erano
statali e non licenziati
bensì a riposo e con la pensione.
Questo fu il superamento del passato
e le teste tagliate non scossero la testa
perché teste tagliate non possono scuotere la testa.

Adesso ci sono uomini
che non tagliano teste
ma aiutano con lavori di sterro e calcestruzzo
a costruire case e rifugi e osservatori per stranieri
che vengono con dispositivi con cui poi
premendo un bottone possono uccidere centomila uomini
o anche deucentomila con un solo colpo.
«Con un solo colpo» non vuol dire però tagliare le teste
ma bruciare o trasformare d'un tratto in polvere
o uccidere lentamente in qualche ora o giorno
tutta questa gente uomini donne e bambini
E chi costruisce gli impianti per uomini e dispositivi simili
e anche gli uomini che azionano i dispositivi
non lo fanno mossi da ira ma perché è la loro mansione.
E questo è il presente
e non l'abbiamo superato
perché è vero che su di esso molti scuotono la testa
ma troppo pochi per cambiarlo e finora
troppo pochi che non si limitino a scuotere la testa.
di Erich Fried

(Erich Fried era un poeta austriaco di origine ebrea, costretto come molti altri a fuggire in Inghilterra dopo che suo padre fu ucciso di botte dalla Gestapo. Nato nel 1921, morì nel 1988. Ha pubblicato molti libri di poesia, racconti, un romanzo ed è stato traduttore dall'inglese, soprattutto di Shakespeare.)


Spero ti piaccia e soprattutto che ci trovi delle sintonie...

Con stima
Net
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 12:31

Guarda, net, mi piace talmente tanto che continuo il gemellaggio, aggiungendoci un sorriso perchè tu non lo sai, forse, ma anche i boia hanno un cuore Wink

*****************************************

QUELLO CHE I BOIA NON DICONO



Questa del condannato è la storia vera, che finì dentro una gabbia a primavera…

I primi raggi di un sole malato che sorge avvolge la piazza di una luce sinistra.
Al centro, sotto il campanile, è eretto un soppalco di legno; la forca penzola appesa ad un gancio di lato mentre al centro spicca una gabbia di ferro tutta macchiata ed arrugginita dal molto uso.
All’interno di essa si scorge una figura accasciata; ha uno straccio giallo a coprirgli appena il corpo macilento e livido. Solo due occhi neri bucano la penombra in cui resta avvolto quel fagotto raggomitolato di carne, tremante sotto l’aria frizzante del primo mattino.
Al tocco dell’ora quinta si avvicina dalla viuzza un’altissima ombra, resa ancora più imponente e minacciosa dagli abiti scuri che si intravedevano sotto il mantello svolazzante.
Il prigioniero si scuote dal suo torpore, fissa gli occhi su quel cappuccio nero che cela il viso della figura che avanza a grandi passi verso la sua forzata abitazione.
Il terrore fa tremare ancora di più il prigioniero nel riconoscere il boia che sa essere venuto per lui.
Non gli hanno detto quale sarà la punizione per il suo delitto; è la prima volta, a memoria d’uomo, che in città succede una cosa simile; mai si era sentito dire un episodio di adulterio avvenuto nelle stesse circostanze.
Il prigioniero, Ciro, pensa a come si è innamorato a prima vista degli occhi chiari della moglie del giullare, la dolce e tenera Zoella. Ricorda chiaramente quando Marcello il menestrello e consorte arrivarono a castello, chiamati dal Governatore per allietare con le loro musiche la festa di nozze della figlia. Per Ciro e Zoella fu un colpo di fulmine, si erano annusati, si erano ubriacati del profumo intenso di un amore mai provato prima di allora e avevano deciso di fuggire assieme. Furono catturati dalla ronda, quei quattro straccioni che parlavano un dialetto storpiato e incomprensibile, ma che fecero miseramente naufragare il loro sogno d’amore. Ciro fu imprigionato nella gabbia, Zoella fu invece rinchiusa nella torre.
Nessun processo per loro, la punizione l’avrebbero incontrata alle prime luci dell’alba.
Ciro la sta guardando in faccia, adesso, mentre sale i tre scalini del soppalco.

"Oh oh mi è semblato di vedele un boia…"

Nel frattempo la piazza di sta animando, è giorno di mercato, stanno arrivando gli ambulanti con le loro merci, le sistemano sui loro banchetti disponendole nel modo più invitante per le popolane che avanzano, trascinandosi mocciosi recalcitranti, con i visi ancora gonfi di sonno.
Il boia si è piazzato a braccia conserte di fianco alla gabbia, reggendo un’accétta che poggia sul suo petto largo. Ogni tanto esercita terrorismo psicologico su Ciro, che lo guarda sempre più spaventato, man mano che passano i minuti….

"A mezzanotte sai, che io ti frusterò, ovunque tu andrai sei mio…"

Ciro, che è sempre stato una buon anima fino all’incontro con gli occhi verdi di Zoella, decide di stare al gioco del boia, un po’ perché la burla ha sempre fatto parte della sua vita, un po’ per farsi passare la paura.

"Il carretto passava e quel boia gridava frustate…"

Di fronte alla gabbia si ferma un ragazzino scheletrico dagli occhietti curiosi. Incurante delle minacce che provengono da sotto il cappuccio nero, infila un tozzo di pane raffermo nelle sbarre che estrae da una bisaccia tutta unta e sporca, lo porge a Ciro che lo ringrazia muto, con occhi riconoscenti.
Il ragazzino poi guarda il boia, minaccioso ed imponente, e strizzando l’occhio a Ciro, ponendosi la mano davanti alla bocca, per non farsi sentire dall’incappucciato gli sussurra:

"Tu chiamale, se vuoi, frustazioni…"

Ciro è sfinito dall’attesa, vuole che venga eseguita la punizione che gli è stata assegnata e che lo lascino uscire di lì, anche se infangato e macchiato per sempre, ma vuole solo andarsene, tornare ai suoi campi di felci e mirtilli. Guarda il boia, supplicante:

"Dieci frustate per me posson bastare?"

Ma il boia lo ignora, continua a restare impettito, con il cappuccio fisso verso la piazza. Ciro ci riprova, implorando.

"Frustami boia, frustami adesso, lascia che il sangue mi cada un po’ addosso"

Il boia continua a non rispondere. Aspetta il segnale del Governatore, ma quello è ancora a letto, a gozzovigliare con la dama di turno.
Il ragazzino magro ha nel mentre radunato altri ragazzini, altrettanto magri, attorno a lui e tutti assieme iniziano a prendere in giro il boia:

"Quarantaquattro colpi in fila per tre col resto di due"

Le madri non fanno nulla per interrompere quella strana scena, in fin dei conti questi figlioli devono pure imparare a far di conto per non essere ingannati da quei galantuomini dei mercanti.
Ciro guarda la scena commosso, si rivolge con il suo sguardo più tenero al boia. Un raggio di sole fa capolino tra le nubi e colpisce il cappuccio proprio sulla punta.
Il boia abbassa lentamente l’accetta, si sfila lentamente il cappuccio, mostra il suo viso da buono a Ciro, con uno sguardo illuminato, si mette in ginocchio, con le mani giunte sul petto

"Siamo così, dolcemente complicati, sempre più emozionati, delicati…"




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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 13:36

Cool Ti ritrovo in veste noir, cara ragazza Like a Star @ heaven
Nella seconda parte ritrovo il tuo humor.
Ben ritrovata flower
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 14:56

costantino liquori ha scritto:
Il primo pezzo "Nero" lo preferisco...all'allegerimento che segue. Troppo confidenziale per una del tuo rango, anche se morta:))

Sono certa che conosci Esercizi di stile di Raymond Queneau Wink
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 14:57

corollaria ha scritto:
Cool Ti ritrovo in veste noir, cara ragazza Like a Star @ heaven
Nella seconda parte ritrovo il tuo humor.
Ben ritrovata flower

E' una vecchia cosa, Corol (che bello rivederti) che ho ricordato a seguito della proposta del round: mi sono bruciata un jolly Sad

Ciao, piccola, contenta di ritrovarti

D.
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Roberto Miano
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 15:28

ok... allora cerchiamo i peli nell'uovo... milady... che ne pensi di sacrificare (stando in tema) un "d'altra parte" ovvero un "dalla mia parte"... troppo vicini all'inzio'

sembra più facile trovare una formula diversa per il primo

finirò di leggere...

ma sei più ispirata quando c'è da menar le mani...
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 15:30

Beh allora giacchè siamo in tema,
se permetti Daniela, ripesco due mie sullo stesso tema boiardo, dal mio vecchio post "poesia criminale" sito nel topic scrittura senza schemi:

LA FORCA E I POETI…

I denti sono rossi e gli occhi
Sono ancora più figli della croce
E la bocca ha un urlo di bottega:

"Chi se ne frega dagli la corda!"
Ha paura il buon senso color topo
Il sangue è fumante tra la nebbia!

Ed è tutta dispersa la cristianità
Stamane oggi domani anche…
Un odore di scippo tra le mani

Un ghigno da Guardia-guardia in città
Un ladrone da poco impallinato
Mostra penne d'altro mare e d'altro lido…

Ma la Facoltà impregnata d'oro
Ha sotto il tabarro una spada
Più sinistra dei suoi equi biasimi:

Sed Lex Dura Lex è lo stemma noto
Poiché è antico il malanno visto:
- C'è chi ha inestinta fame e…delinque!

"La Securità va tutelata comunque!"
Il cobra quiete non morde la norma
Reazione ceppi e liceità nazionale

Giusto! L'altro: solo poetare e migrazioni…



HO UN BOIA

Ho un boia come amico
Fallito pure lui e come me pudico
Impicca le molecole ad un dito.

Ho un boia come santo protettore
Anch’egli dall’alto dei cieli
Piscia sangue come e quando può.

Ho un boia come prete al capezzale
Mi asperge olio santo e mi segna con la mano
Poi m’infila piccole croci d’argento nelle cosce.

Ho un boia come video-immagine ridente
Quando a notte fonda spengo la luce blu
Egli esce e passeggia su e giù per il corridoio.

Ho un boia come cane pastore
Tutte le pecore gravide gli danno del traditore
E le capre-teste d’ariete gli fanno salamelecchi e genuflessioni.

Ho un boia come fantasma urlatore
Mi spacca le meningi e mi sfonda i timpani ma non è un cantautore
Ha solo impegnato dal rigattiere le sue catene di cartone.

Ho un boia del valore di sorella noia-carnale
Anzi è un suo figlio illegittimo e naturale
Che saltato da chissà dove ora si tiene stretto alle mie spalle.

Ho un boia come ombra
E mi segue in terra al mare e a valle
E non capisco perché ancora non mi vuole decapitare?


Non so se sono in sintonia fino in fondo ...
però, come dire, tra quando si apre la botola (forca) fino a quando la corda è tutta tesa: ci resta il tempo di poetare!

Ciao e salutami l'incappucciato di turno!
Net
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 15:32

Potrei sacrificarlo (senza soffrire troppo, per la verità) con un niente e riprendere senza:

Avevano ragione loro, ha fatto davvero un lavoro preciso: d’altra parte il collo che mi reggeva era molto sottile etc etc etc
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 15:33

Citazione :
ma sei più ispirata quando c'è da menar le mani...

concordo, ma poi mi piglio della psicopatica Sad
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime7/1/2009, 15:35

Net, rido! Non sapevo che i boia fossero così presenti in sì tante cose!
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MessaggioTitolo: Re: Memorie in bicolore di una testa mozzata   Memorie in bicolore di una testa mozzata Icon_minitime

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