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 ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA

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Natascia Prinzivalli
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Giovanna Mulas
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Giovanna Mulas
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Giovanna Mulas


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MessaggioTitolo: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime22/1/2009, 10:28


(...) - Salve.
Posso entrare a salutare i bambini?-.
Francesco aveva tirato la madre per la gonna, lei aveva sorriso.
“Facciamo entrare papà?” aveva sussurrato al piccolo ma col terrore nel cuore perché sentiva dentro, lo sentiva che no, non avrebbe dovuto fargli varcare quella soglia. Erano separati e lui, in preda ad un raptus di violenza della quale Giona non avrebbe mai sospettata l’esistenza; due mesi prima aveva tentato di strangolarla. Si era fermato in tempo lasciandola così, sospesa tra cielo e terra, buttata sul letto piangente e semisvenuta coi bambini nella camera attigua che urlavano terrorizzati. Comunque restò calma, pensò che se i piccoli vedevano il padre una volta in più delle due alla settimana stabilite dal giudice non avrebbe loro fatto che bene, pensò che con gli avvertimenti,le minacce subìte dalla Polizia a suo tempo, il suo ex marito non poteva, NON DOVEVA essere tanto pazzo da…riprovarci ancora. Mise a tacere la spiacevole sensazione d’allerta che l’aveva colta al solo sentire la voce di lui così calma; troppo calma. Gli aveva già detto che nonostante tutto l’aveva perdonato per quel gesto che non ammetteva scusante alcuna ma che stava soltanto a lui accettare e capire la sua decisione di donna, di madre che tale non può essere con accanto un uomo che le è estraneo. Diede i due giri di chiave alla porta e l’aprì. L’uomo sorrise ed entrò nella casa riscaldata, profumata di minestrone e lenticchie. I bambini gli corsero incontro come pettirossi, lui non li guardò neppure.
Fissò Giona e lei capì di essere in trappola.
-Allora,mi ami o no?-
-Che significa? Siamo separati legalmente,ormai.Volevi salutare i bambini…fallo. Non ti impedirò mai di farlo-
-MI AMI O NO?-
non ha senso non ha senso non
Giona tremò in ogni fibra. Non c’era più nulla del ventenne impacciato e timido che aveva sposato nell’uomo che le troneggiava davanti a impedirle qualsiasi possibilità di fuga, prepotente e sferzante, conscio della propria forza. Luigi, il figlio maggiore, si parò di fianco alla madre, scrutandola in silenzio. Lei fece cenno di no col capo, no, vai di là tesoro, non c’è nulla di cui preoccuparti. Non accadrà nient’altro che non ti farà dormire la notte, piuttosto…muio io. Il bambino obbedì allo sguardo, lei puntò gli occhi sull’ex marito.
-No-, disse sicura.
-No?-
non ha senso
-No.-.
-puttana!-. E accadde. L’uomo si scagliò su di lei, l’acchiappò al collo e strinse con quanta forza aveva in corpo, strinse buttandola all’indietro e Giona cadde battendo la testa prima sulla credenza legnosa, poi sul pavimento. L’uomo strinse e mentre parlava (cosa farfugliava, cos…?) e le parlava lei non capiva , solo la luce andava a spegnersi dentro e fuori di lei ed il pensiero, in quel momento, erano i bambini…forse a sua madre in mare era capitato così e la luce che si spegne d’un colpo e le urla che s’affievoliscono in fretta e i secondi volano e la morte in faccia eccola qui, ha gli occhi folli dell’uomo che ti ha dato tre figli e dice di amarti e.
Caos.
Caos della materia, Giona.
Forse la stretta si allenta, Giona boccheggiò, riuscì a divincolarsi come nella pellicola rotta di un film che scorre troppo lenta. Giona animale ferito si muove a quattro zampe, si alza e zoppica verso la camera da letto (perché ho tolto le chiavi dalle porte? perché i bambini non ci si chiudessero dentro perché…), sente il sangue scorrere nel collo, forse è già morta forse…
Lui la raggiunge alle spalle, l’afferra per i piedi e lei rovina in avanti battendo la faccia, le mani si allungano sul pavimento e strisciano e graffiano ma è tutto liscio perché è liscio? E lì penetra la prima coltellata, nella schiena,in basso. E il dolore le mozza il respiro. Urla Giona e urla e la furia l’assale, l’adrenalina è a mille.
-LASCIAMIIII!!!-.
Si divincola ancora e raggiunge la specchiera, artiglia la spazzola d’argento e la batte sul capo dell’altro che rimane a fissarla instupidito, gli occhi spalancati e assenti mentre un rivolo rosso e caldo gli scorre sulla tempia. E’ il momento. Giona si alza, incespica e cade,si rialza, si getta claudicando fuori della camera, attraversa il corridoio, raggiunge la porta d’ingresso. Cerca con gli occhi i figli ed eccoli accovacciati, gli agnelli, in un angolo della culla di Francesco dove piangono di terrore, in silenzio. Vorrebbe abbracciarli, chiuderli in sé a bozzolo e portarli via ma non può, perderebbe secondi preziosi.
–Re…state fermi lì…mamma sta bene, chiede aiuto e torna da voi!- ordina Giona. Cerca di rassicurarsi; non accadrà nulla di male ai bambini; a lui non interessano loro, lui vuole LEI. Ma deve fare in fretta, essere veloce prima che lui la raggiunga alle spalle per finirla. La chiave,gira la chiave…la porta. Esce nel pianerottolo zoppicando semisvenuta, grida e non ha fiato, emette un sibilo roco che poco ha di umano e i vicini aprono a rotazione, corrono fuori, chi soccorre, chi chiama la Polizia che è già arrivata perché, al momento dell’aggressione, il piccolo grande Luigi è riuscito a comporne il numero nel telefono, lui che mai prima, senza il permesso della madre,ci aveva giocato col telefono di casa.
-PERDE MOLTO SANGUE, CHIAMATE UN’AMBULANZA!!-
-I…i miei bambini…voglio vedere i miei bambini…lui è pericoloso e…-
Una squadra di poliziotti irrompe in casa, i bambini stanno bene, non smettono di piangere ma stanno bene, lui è di là, in bagno che ha tentato di tagliarsi le vene ma i piccoli stanno bene signora, deve andare in ospedale per i controlli è ferita è pericoloso e come è successo perché l’hai fatto entrare perché è il padre dei miei figli…è il padre dei bambini è venuto con l’intenzione di ammazzarti; aveva il coltello nascosto nella manica del giubbotto ricorda qualcosa può parlare sono cose che succedono e stia tranquilla è passato tutto i miei figli, cosa hanno visto i miei figli e.
E Giona sviene (...).

Giovanna Mulas, estratto da "Lughe de chelu ( e jenna de bentu)", romanzo, 2003

****


Giona Demura, la protagonista di "Lughe de chelu", è il mio alter ego letterario. "con lei" ho scritto la versione di "Passaggi per l'anima" proposto in Inghilterra, mio primo romanzo pubblicato in Italia.
"Lughe de chelu" è, prima d'ogni altra cosa, un'autobiografia in chiave di romanzo.
E' la storia dei tre tentativi di omicidio subiti da parte del padre dei miei figli, l'ultimo dei quali mi lasciò "nel limbo"; sospesa tra la vita e la morte. E dopo il buio del fisico, quello mentale della depressione. Accadde nel 2001, accadde davanti ai miei figli, tutti bambini, tutto come scritto. "Tentato omicidio, premeditato, per strangolamento e accoltellamento", riportano le carte. Ricordo una voce troppo calma di uomo che mi aveva sposata undici anni prima, quasi bambina.
Una voce che mi diceva "ti amo" mentre Lui, l'Altro, mi ficcava il coltello nella schiena.
Per me, parlarne, è ogni volta scavare nella ferita che, so, per tutta la mia vita resterà aperta, a ricordare. E sulla mia pelle la cicatrice impressa, tatuata, a piangere in silenzio.
Fa male, oh si...fa male. Anche oggi fa male.
Ma non mi stancherò mai di parlarne, e maledetta me se un giorno smetterò di farlo: la donna che subisce violenza, fisica o psicologica, deve denunciare, DEVE GRIDARE la libertà che le spetta di diritto, di nascita, di vita, di tutto. Che questa donna sia d'esempio, sempre, alle altre vittime.
Mai più.

Giovanna Mulas
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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime22/1/2009, 10:38

senza parole.

L’uomo sorrise ed entrò nella casa riscaldata, profumata di minestrone e lenticchie.I bambini gli corsero incontro come pettirossi, lui non li guardò neppure.
questa scena mi ha stretto il cuore ... poveri piccoli ... ingenui e puri ...

il resto è scritto talmente bene che mi è parso di essere nella stanza.
se mi è permesso, un abbraccio.

A.
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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime22/1/2009, 14:11

Mai più, più mai.
Fa male, tanto male e non solo perché odio la violenza in ogni forma, ma perché, qui sopra, la violenza è, ancora rivolta ad una moglie, a una madre, a una donna. Che prima di pensare a sé pensa a salvaguardare i propri figli dalla violenza che lei stessa ha subito, a volere mantenere innocenti quegli occhi, a non metterli "contro" la stessa persona che ha dato loro la vita.
E' una pagina che mi dà una gran rabbia, perché per una voce che urla, quante, invece, restano e resteranno per sempre in silenzio? Quante hanno detto e continueranno a dire "ho sbattuto contro l'anta della cucina"?
Urlare, sempre, ancora e più forte.

Citazione :
Ma non mi stancherò mai di parlarne, e maledetta me se un giorno smetterò di farlo: la donna che subisce violenza, fisica o psicologica, deve denunciare, DEVE GRIDARE la libertà che le spetta di diritto, di nascita, di vita, di tutto. Che questa donna sia d'esempio, sempre, alle altre vittime.
Mai più.

Questa donna sei tu, è la tua vita, Giona Giovanna.
Non smettere mai di urlare.
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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime22/1/2009, 14:56

Mai Più !!
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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime23/1/2009, 16:16

Agghiacciante questa testimonianza che ha valore aggiunto, quello di spronare altre donne a denunciare, di avere la forza di gridare. E lo amplifica quel grido Giona per riempire le strade del mondo a volte così indifferenti ai lividi ed alle ferite di tante donne, di troppe donne. Si, mai più ! ma ogni giorno la cronaca ci riporta episodi di violenza sulle donne e sembra non finire mai . Ci spero, ci speriamo che possa nascere una cultura diversa che permetta alle donne, a tutte le donne, di essere rispettate .
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Natascia Prinzivalli
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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime23/1/2009, 19:13

Ammutolita, penso e penso ancora


____nat
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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime23/1/2009, 20:21

Ciao Giovanna,
leggerti qui così sincera e determinata mi fa effetto. Per la fiducia tolta a tradimento oltre che per il dolore immenso che ha dovuto subire la tua famiglia.
E la denuncia, il grido di chi è coraggiosa si deve far sentire perché altre più fragili possano capire e cominciare a sperare.
Cercherò il tuo libro.

Monica
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Margherita Bassi
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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime23/1/2009, 20:38

Per me, parlarne, è ogni volta scavare nella ferita che, so, per tutta la mia vita resterà aperta, a ricordare. E sulla mia pelle la cicatrice impressa, tatuata, a piangere in silenzio.
Fa male, oh si...fa male. Anche oggi fa male.
Ma non mi stancherò mai di parlarne, e maledetta me se un giorno smetterò di farlo: la donna che subisce violenza, fisica o psicologica, deve denunciare, DEVE GRIDARE la libertà che le spetta di diritto, di nascita, di vita, di tutto. Che questa donna sia d'esempio, sempre, alle altre vittime.

Che questo sia di esempio per chi tace le violenze subite.
Non aggiungo altro, non esisterebbero commenti veramente adeguati.

Marghy
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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime23/1/2009, 23:33

Anche oggi, ennesima storia di ordinaria violenza.
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Mario Malgieri
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Mario Malgieri


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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime24/1/2009, 11:15

A volte, anche se si è lontani mille miglia dal concepire una simile violenza (ma sarà vero? Di cosa si può essere capaci quando scatta l'interruttore che spegne la luce della ragione?) ci si vergogna di essere uomini.
Sì, la violenza non è patrimonio esclusivamente maschile, ma siamo noi maschi che l'abbiamo sistematicamente usata per millenni, e spesso , per il solo fatto di essere fisicamente più forti, verso le nostre compagne.
Fai bene a gridare, a non dimenticare, a non perdonare.

Già, ma qui si dovrebbe parlare della qualità letteraria di un brano, non del suo contenuto. Ma cosa ne parleremmo a fare, quella con te è scontata.
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Giuseppe Buscemi
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Giuseppe Buscemi


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MessaggioTitolo: Re: ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA   ...E IL PETTIROSSO CADDE, BATTENDO LA TESTA SULLA CREDENZA Icon_minitime24/1/2009, 21:09

È una cosa forte, e lo si pensa ancor prima di apprendere che è una cosa vera. Se hai l’impulso o anzi l’impeto di scriverne, di far sapere, di ricordare, allora è bene che tu lo faccia.
Al di là di questo, il pezzo ha valore anche squisitamente letterario. L’accelerazione è potente, l’effetto è notevole, le frasi mozze sono molto efficaci e denotano una ricerca non leccata.
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