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 I migliori anni della mia vita - Volume II

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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: I migliori anni della mia vita - Volume II   I migliori anni della mia vita - Volume II Icon_minitime10/3/2008, 14:36

L'avventura del Mascotte finì miseramente causa i proprietari dell'immobile, che imposero alla società di gestione il rifacimento di una scala antincendio della quale non vi era necessità alcuna.
Le pressioni iniziarono con alcune piccole cattiverie da parte del Comune che si era all'improvviso ritrovato ad essere sulla bocca di tanti giovani che al sabato sera vedevano Nonantola ed il Mascotte come la terra promessa; la voce ufficiale erano i numerosi articoli che apparivano con cadenza pressoché quotidiana sulle pagine della Gazzetta di Modena, che descriveva le serate di apertura della discoteca come invasione di cavallette drogate e pazze ad infestare i bei prati verdi ben curati della città.
I gestori delle varie pizzerie, pub, paninoteche della zona videro le manovre del Comune come un modo di togliere loro lauti quanto inaspettati incassi, ma nessuna voce di protesta si sollevò quando l'orario di chiusura del locale, dalle autorizzate ore quattro stabilite della commissione provinciale di vigilanza, venne anticipato alle due con comunicazione ufficiale del Sindaco che mandava ogni sabato sera i Vigili a controllarne il rispetto.
Poco alla volta coloro che si macinavano letteralmente centinaia e centinaia di chilometri per raggiungerci, disertarono poiché non facevano nemmeno in tempo ad arrivare che le luci in sala già si accendevano.
E dalle tremila persone in sala lo stillicidio portò ad averne settecento, faccenda economicamente insostenibile poiché tutti i costi erano rapportati ad un locale a pieno regime con duemila clienti dentro.
Arrivò nel mentre, si era a marzo, la lettera della proprietà, alla quale seguì una visita della Prefettura: imponevano lavori di ristrutturazione ed adeguamento al locale; le voci che giravano erano sempre più certe che si voleva destinare la discoteca all'ennesimo supermercato della Coop, visto che i proprietari facevano anch'essi riferimento alla loggia rossa di Modena.
La realtà era dissimile, ma non di molto: lo imparammo tempo dopo, quando la discoteca cambiò nome, da Mascotte divenne Vox e la gestione fu affidata alla Studio's ovvero il cuore culturale del P.D.S.
Noi eravamo in mezzo alla bufera; ancora ignari della legge Mammì che ci avrebbe imposto un sacco di lavori per avere la nostra frequenza dei 104.700 Mhz legittimata a trasmettere, iniziammo i lavori a Ospitaletto, dove avevamo identificato un sito che ci avrebbe permesso di arrivare a coprire una zona molto più ampia rispetto alla storica postazione di Ruvinello.
Geologi, geometri, muratori, carpentieri, ingegneri e tecnici: tutti coinvolti nel progetto e da pagare, e proprio nel momento in cui vedevamo la garanzia di incassi spegnersi lentamente, assieme alle sempre meno presenze nel nostro adorato Mascotte.
Nel frattempo imparammo che a Castelvetro, ai nostri amati cugini di Mondo Radio, il locale aveva dato loro lo sfratto.
Era marzo del 1989 e Gianluca iniziò a disertare il Mascotte per prestare la sua opera a favore dell'ex Nuovo Mondo, ora ribattezzato dal megalomane proprietario Albert Hall.
Alle due facevamo i conti alla cassa del Mascotte e poi andavamo all'Albert, non c'era molta gente ma la stagione stava terminando.
Nelle condizioni in cui vessava il Mascotte era impensabile ripartire a settembre e l'Albert Hall divenne appetibile per la stagione successiva.
L'estate passò in fretta e settembre ci vide belli e pimpanti ad inaugurare quella che sarebbe diventata la nostra nuova dimora musicale per il sabato sera.
Le cose funzionavano, eccome funzionavano!
La sala grande, spartana al punto giusto per la nostra clientela, era gremita all'inverosimile; la saletta metal era talmente scura, sia per le pareti che per i clienti, che metteva angoscia varcarne la soglia ma Enzo li faceva sudare dalle ventitré alle quattro del mattino senza lasciare loro un attimo di tregua.
Ed era uno spettacolo unico vederli schitarrare con invisibili strumenti tra le mani.
Nella sala grande si alternavano alla consolle Max, Giulio e Vanni: ognuno con la musica che più gli apparteneva, a lasciare esausti e soddisfatti i clienti, che se ne andavano dando a tutti appuntamento al sabato successivo.
I bar erano sempre presi d'assalto e i fusti di birra terminavano sempre prima del tempo.
Furono due stagioni di assoluta tranquillità; solo i carabinieri si affacciavano quando, alle quattro della mattina, venivano chiamati dai vicini, non proprio felici di sentire lo schiamazzo che proveniva dal parcheggio ove gli impenitenti continuavano con la musica a tutto volume proveniente dai loro stereo della auto.
Verso la fine del secondo anno arrivarono i proprietari dell'immobile, conoscemmo i milanesi e capimmo che qualche cosa non quadrava quando ci comunicarono le loro intenzioni di chiudere la discoteca poiché gli affitti erano arretrati di anni, e che Alberto continuava a lamentarsi che era sull'orlo del fallimento.
Noi eravamo perplessi, era dai tempi della disco music che il locale non andava così bene; cercammo di capire cosa non funzionava e vennero fuori le magagne nonché le menzogne di Alberto.
La Marella, la proprietaria degli immobili, venne a scoprire tutta la verità e ci proposero di costituire assieme a loro una società, noi il 50% e loro il restante 50%.
Da una parte l'organizzazione musicale, artistica e logistica del tutto, dall'altra la disponibilità dell'immobile.
Nel frattempo continuammo ad operare con la vecchia società di Alberto in attesa di rendere operativa la Nuovo Mondo S.r.l., la società nata tra noi e la Marella; di questioni burocratiche, noi che siamo sempre stati gestori improvvisati e loro, che si occupavano di gestioni immobiliari, ne sapevamo un cippa lippa: e non comunicammo in Comune la sospensione dell'attività.
Il primo sabato di settembre del 1991 aprimmo con il solito ed aspettato bagno di folla, ma ci venne immediatamente comunicato che non avremmo potuto proseguire la nostra attività danzereccia poiché privi di licenza in quanto non aventi comunicato la sospensione delle serate per il periodo estivo.
D'accordo con la Marella facemmo di tutto per riavere quella maledetta licenza che comportava richiedere la visita della commissione provinciale che desse il nulla osta e omologarla, in tale occasione, alla nuova società.
Vennero contattati muratori, imbianchini, falegnami, piastrellisti e addetti alle pulizie.
In aggiunta c'erano i quattro dell'Ave Maria che si scartavetravano le unghie per togliere la plastica logora dai pavimenti, per nascondere specchi rotti sotto strisce di carta adesiva nera e per fare cernita nei retro bar di migliaia di bottiglie, recuperandone praticamente nessuna.
Al rappresentante del SILB, Società Italiana Locali da Ballo, un ragazzo di Castelfranco davvero disponibile, feci venire i capelli bianchi a furia di telefonate di sollecito e di richiesta pareri.
Lavorammo alacremente per tutto l'inverno, pulendo e dribblando i ponteggi degli elettricisti che adeguavano gli impianti elettrici secondo quanto prescritto dalla legge 46/90.
Il Comune ci ostacolava all'inverosimile; uno degli episodi eclatanti fu quello di imporci la scala di accesso per i disabili ed i servizi igienici per gli stessi, poiché stavamo richiedendo una concessione edilizia.
Peccato che stavamo solamente facendo una ristrutturazione per la quale era obbligatoria solamente una semplice comunicazione; il Comune, un po' per temporeggiare, un po' perché il geometra era proprio uno stronzo, chiese il parere di un legale il quale ci diede, naturalmente, ragione.
Non credo che ai cittadini di Castelvetro sia mai stato resa nota la motivazione di quella parcella di duemilioni e mezzo emessa per dare un parere la cui risposta era facilmente reperibile su ogni Gazzetta Ufficiale archiviata in biblioteca.
Dopo gli accessi ed i servizi igienici fu la volta del sistema antincendio che non era stato contemplato dal progettista del nuovo impianto elettrico.
Poi il parafulmine, avendo il locale forma di cupola era assolutamente indispensabile perché se un fulmine avesse colpito il locale, tutti dentro sarebbero morti carbonizzati; una possibilità non so su quante ma una c'era.
E facemmo il parafulmine…
Erano i primi di aprile del 1992 ed il locale era a norma come mai lo era stato; ogni documento preparato in cartellette, pronto ad essere esibito a chi ne avrebbe fatto richiesta.
Il giorno fissato per la visita della commissione di Vigilanza accogliemmo il comandante dei vigili del fuoco, il viceprefetto, la dottoressa dell'USL, il rappresentate del Comune, il progettista nonché il comandante dei Vigili urbani con una distesa di pasticcini e bevande che manco vennero degnati di uno sguardo: volevamo solo essere gentili, non comprare il loro nulla osta poiché sapevamo che non potevano negarcelo, era tutto perfetto.
Ed infatti rilasciarono parere positivo, non trovando nulla che non andasse e che non fosse certificato in base alle leggi TULPS vigenti.
Le casse erano nel frattempo sempre più esili; il Comune temporeggiava ancora a rilasciarci la licenza nonostante non sussistessero più motivi per non farlo. Noi e anche i milanesi della Marella iniziavamo a dissanguarci; facemmo pressioni all'ufficio licenze e riuscimmo a strappare una licenza temporanea, intestata ancora alla vecchia società di Alberto, per aprire la sera del 4 maggio del 1992.
L'Enel non adeguò la potenza per fare la serata; senza quella non sapevamo come fare.
Baristi, cassieri, DJ erano tutti pronti ma mancava la forza motrice.
Risolvemmo la faccenda con un generatore che vibrava su un camion all'esterno del locale, se si fosse fermato sarebbe stato il panico poiché all'interno del locale non avrebbero funzionato le luci di emergenza.
Ma non successe nulla; non sarei qui, ora, a scriverne perché di fare l'assicurazione al locale a nessuno era venuto in mente, ci avrebbero preso impacchettati in una qualche galera dopo averci spogliato di ogni lira che possedevamo e lasciati lì, a marcire per l'eternità.
Quella sera pregai mia madre di venire a casa mia a tenermi il neonato, non potevo mancare a quella serata che sentivo come una vera e propria rivincita nei confronti del mondo intero.
E fu una fila interminabile di persone, che iniziarono ad arrivare già alle ventidue e trenta, stipando il locale in ogni angolo e anfratto.
I tornanti di Castelvetro erano una fila continua di auto che salivano e che sostavano in ogni luogo possibile, alcuni anche a distanza di un chilometro.
Alla cassa in tre non riuscivano ad esaudire il flusso di persone, ai servizi igienici l'attesa era di un'ora per pisciare, senza distinzione tra cessi femminili e cessi maschili.
Ai bar le attese erano ancora più lunghe tant'è che gli incassi furono strepitosi e ci lasciava tutti quanti con un ampio sorriso soddisfatto che ci salvava da richieste di fallimento che sarebbero credibilmente potute essere attuate.
Fu una serata indimenticabile perché ci confermò che dopo mesi e mesi eravamo ancora la radio in grado di trascinare folle con la nostra musica alternativa.
Fu una serata indimenticabile anche per altro.
Verso le due, con entrambe le sale stipatissime ed a pieno giro, vedemmo entrare dalla porta polizia, vigili, carabinieri e finanza.
Le divise abbondavano quella sera!
Chiusero le porte d'ingresso, il maresciallo dei carabinieri entrò nella cassa, mi aspettavo quasi che mi puntasse una pistola addosso e mi intimasse "su le mani".
Con le porte bloccate iniziarono a far uscire la gente, contandoli uno ad uno.
I ragazzi, che avevano capito la situazione, provarono a sfondare ed uscire dalle uscite di sicurezza davanti alle quali sostavano camionette con tre caramba o poliziotti, alternati, per ingresso, e ce ne erano circa sedici di uscite di sicurezza…
Si concluse così quella serata coi nostri volti smarriti; non sapevamo cosa sarebbe successo la settimana entrante.
Non successe nulla per due settimane, poi arrivò la raccomandata ed, ancora una volta, il ballare cessò.
Furono mesi di cinghie strette e finanziamenti numerosi per l’acquisto del pane quotidiano, i dischi, e per cuocere il pane, l’Enel; nessuna altra spesa, compreso il nostro DJ che capita la situazione accettò una sospensione del suo contratto, in attesa di tempi migliori che sarebbero certamente arrivati.
Mesi di fame e rabbia, fino a che il 10 maggio del 1993….
Ma questa è un'altra storia: quella che ci porta di prepotenza al locale il cui funerale venne celebrato il primo novembre del 2003 per chiudere le spalle la porta, definitivamente, il 13 febbraio del 2004.
Quello che per continuità ci ha dato più soddisfazioni.
Arrivammo all'Oasis, nuovo nome della Poker Danze.

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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: I migliori anni della mia vita - Volume II   I migliori anni della mia vita - Volume II Icon_minitime10/3/2008, 14:45

Da maggio dello scorso anno sto cercando la forza di scrivere il volume III.
Troppe cose sono cambiate, molti dolori sono intervenuti, chi mi conosce un poco di più sa di che cosa parlo.
Presto penserò a quegli anni come un ricordo da conservare e mi dirò che i migliori anni sono quelli che ancora devono venire.
Stamattina una telefonata mi ha ricordato quegli anni.
Il rientrare a casa, oggi, e trovare la serranda della radio a metà mi ha spinto ad entrare nei locali vuoti e disabitati dallo scorso settembre.
La mia seconda casa, che mi accoglieva ogni giorno col sorriso dei ragazzi che ho visto crescere.
Mi mancano moltissimo i loro sorrisi, mi manca la mia radio, mi mancano i migliori anni che fino ad ora ho vissuto e che so non potranno mai ritornare.
Per l'Oasis vi lascio una chicca... In questo filmato del 28 novembre del 1999 ci sono anche io, mio figlio e mio marito, in una di quelle sere dei migliori anni della mia vita, quando non era fatica lavorare fino alle cinque del mattino per portare a casa i soldi per pagare le bollette... Tutto sprecato? Non lo so. Forse. Ma lo spreco non ne intaccherà mai il ricordo, di quello che ero, aituandomi ad essere quella che ora sono



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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: I migliori anni della mia vita - Volume II   I migliori anni della mia vita - Volume II Icon_minitime10/3/2008, 16:58

Melo- recuerdos...
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Almitra Newton
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MessaggioTitolo: Re: I migliori anni della mia vita - Volume II   I migliori anni della mia vita - Volume II Icon_minitime10/3/2008, 18:00

Mia cara: me lo hai insegnato tu che "I migliori anni della nostra vita sono quelli che ancora dobbiamo vivere"! Perciò,per quanto belli siano quelli, chissà cosa ti riserverà il tuo bellissimo futuro?
I migliori anni della mia vita - Volume II 952353
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mammolina
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MessaggioTitolo: Re: I migliori anni della mia vita - Volume II   I migliori anni della mia vita - Volume II Icon_minitime10/3/2008, 20:12

so cosa intendi, il tuo volume I e II mi hanno riportato ad una serata folle e scatenata prima del 99.. due figli fa direi, una di quelle che restano dentro, memorabili ... forse non dovremo guardare troppo ciò che era. li conoscevi i Bliss? mi sa che li conoscevo solo io, il concerto era il loro, se ti capita ascoltali, hanno fatto solo due album... renata
ps. ma nel videoooo dove sieteee?? Wink
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MessaggioTitolo: Re: I migliori anni della mia vita - Volume II   I migliori anni della mia vita - Volume II Icon_minitime10/3/2008, 20:16

Io credo di aver intravisto il consorte, un po' di spalle, un po' di 3/4 (la guancia sinistra?); ma te e il figlio, in mezzo a tutti quei ragazzini... vi ci siete confusi! cheers
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MessaggioTitolo: Re: I migliori anni della mia vita - Volume II   I migliori anni della mia vita - Volume II Icon_minitime

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