Avete Visto Giulio - MERCOLEDI'

MERCOLEDI’

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Orchidea Guerrieri vive in una barca a vela ormeggiata nel porto di Lavagna. Da tre anni, ogni mercoledì mattina, esce in mare per affiancare chi vuole imparare.
È istruttrice.
Usa una tecnica d’apprendimento tutta sua: due barche, l’una accanto all’altra, una che mostra cosa fare, l’altra che deve copiare. Orchidea sostiene che l’azione vale più della teoria.

Ogni mercoledì, un’allieva è collegata, sul canale 72, dalla sua barca a vela con quella di Orchidea.

L’aria frizzante della giornata è la giusta cornice di una perfetta giornata di mare.
Vento da Nord – Ovest, mare increspato, freddo intenso come quello che stringe lo sguardo di Orchidea.

Occhi fissi sulle vele, voce sicura dalla radio di bordo, sono già in mare aperto, fuori del porto.
Un corso di vela ha bisogno di vento e di mare.

- Cazza Martina!
- Dea… sono filo al vento…
- Guarda la vela, non vedi? fileggia!
- Ok…Dea, ho capito, provo, se riesco…
- Certo che riesci, tieni il timone al centro. C’è pressione. Vedi la raffica?
- La macchia scura sul mare?
- …Sì, quella. Ora t’entra nelle vele, assecondala orzando!
- E dopo?
- Orzare. Ricordi? Se il vento da scarso poggiare, se da buono, orzare… Questo è il tuo difetto. Guardi gli strumenti e non senti il vento.
- Allora orzo?
- Sì, ORZA. Adesso prosegui sola, migliora la sensibilità al vento. Tieni la radio accesa, se sbagli, ti chiamo. Re-sto al tuo fianco, ma stai attenta al mio angolo di bolina. Devi farlo uguale. Passo e chiudo.

Orchidea ha acqua di mare nelle vene.
Sognava un rude marinaio dai lineamenti scolpiti dal vento mani callose, cuore gentile.
Il contrario di Giulio.

Sono giorni che si chiede come abbia fatto ad infilarsi in quei casini. Orchidea sa leggere il mare, navigare con le stelle, cazzare una vela meglio di un uomo, ma a terra e sul web, è proprio SPERDUTA.

Da ogni mutamento del mare coglie un cambiamento del tempo, come con l’umore.
Sa regolare le vele portando la barca oltre il suo limite, sa fare nodi ad occhi chiusi e un ormeggio persino al buio, ma in banchina e sul web, la rotta giusta è un’impresa.

Chatta per noia, dalla barca a vela, nelle notti di luna e di navigazione solitaria; combatte l’isolamento, è così che ha incontrato Giulio.

Quel NIK, MASCALZONELATINO, l’aveva colpita.
Il suo NIK: SPERDUTA aveva colpito lui.

Lei sapeva. Sapeva quando era cominciata, con Giulio.
Da una mail…
Orchidea fin da bambina aveva sognato parole come quelle.
Era stato quello l’inizio tra loro: era sicura.
…Ricordava ogni singola parola di quella e-mail… ogni virgola…

Lo spruzzo sulla faccia e la radio che gracchiava, la riportò alla realtà.
Stava stringendo troppo la bolina e per di più faticava a tenere il passo al fianco della barca di Martina; era distratta, ma l’allieva lo era più di quanto non lo fosse lei.

Si scosse, prese tra le mani il W.H.F. e ... gridò …

- Devi orzare Martina. ORZAAAAARE. Hai capito?

Orchidea avrebbe voluto gridare di non stringere troppo il vento. Avrebbe voluto dirle di assecondarne la mutevolezza.
Ne sentiva il sussurro tra le vele.
Lo stesso di quando aveva risposto a MASCALZONELATINO.

Aveva cominciato a raccontarsi. Era sicura che si sarebbe stancato; quell’uomo non conosceva la lentezza di una velista.
Gli aveva scritto delle delusioni, dei sogni della sua malinconia, parlato delle scarpe della madre, dei suoi tacchi a spillo che le bucavano la pancia, del rossetto che metteva di nascosto che sapeva d’amarena…

E Giulio l’aveva ascoltata.
Orchidea aveva fatto emergere l’altro lato della medaglia.
Quello nascosto. Il lato non conosciuto, il suo e quello di Giulio…

…Conosco di te solo parole…

le aveva scritto…

…ed erano state quelle parole la chiave che aveva scardinato la sua diffidenza….

Orchidea aveva progettato di salpare con Giulio.

…Conosco di te solo parole…

Scosse la testa.
Non conosceva altro che parole di quell’uomo che le aveva cambiato la vita. Ad eccezione delle rotte condivise con lui, di Giulio non sapeva nulla.
Conosceva solo i rifugi dove lui si toglieva la cravatta e s’infilava un maglione, ma nulla della vita vera, della vita abi-tuale.

Si era stancata di un mare rubato con paletta e secchiello.

Glielo aveva detto.

In quel momento il vento rinforzò. Il mare diventò schiumoso e la richiamò all’attenzione. Guardò Martina e gridò ancora una volta:

- Tienila in rotta! Non farti prendere la mano, ascolta l’acqua sulla pala, sii leggera, quasi eterea, non stringere, se non vuoi perderlo. Fai respirare la vela. Il vento non t’appartiene. Usalo, rispettalo, amalo, prendilo per il suo verso, è vento mutevole. Tieni la barra decisa, conduci la barca fino alla punta del faro, e poi quando arrivi… prova a virare, vedrai che il vento ti seguirà...

Orchidea sentì un brivido come quando arrivava un temporale e la trovava impreparata.
Cambiò umore, colpita da una smania improvvisa, una sorta di raffica impetuosa che le portava il cuore a pulsare più veloce.
Quel mare sbatteva contro le fiancate, smuoveva un’ingenuità bambina, scalfiva paure antiche, di amante dimenticata.

Ebbe paura.
Non era una donna comune.
Reagì.
Inserì il pilota automatico e la barca proseguì da sola, scese sotto coperta, al tavolo da carteggio, alla ricerca di una rotta, dimenticando l’allieva.
Da giorni studiava quella carta. Da giorni aspettava venti favorevoli. Il tempo stava cambiando, lei lo sentiva a naso, doveva sbrigarsi, essere pronta a partire. Con Giulio.

Guardò la porta della cabina di prua, un’ansia terribile le strinse la gola, ma era chiusa… E sospirò ascoltando il cuore pulsare regolare, dopo la brusca virata.
Strinse gli occhi nel ricordo delle boline con Giulio, tornò al timone, sentì sulla faccia il vento leggero delle sue carezze, e quello più forte delle loro passioni.

Si strinse nelle spalle.
Il maestrale cambiava direzione.
Portava odore di mare e schiuma. Sospirò pensando al vento di scirocco che sentiva nella schiena quando faceva l’amore con Giulio. Sentì l’odore del sesso. Ricordò la frase della loro prima bolina: non stringere troppo il vento se non vuoi perderlo, gli aveva raccomandato.
Ricordò il sorriso, mentre lui rispondeva: non stringere troppo nemmeno tu… –

Erano partiti da universi paralleli, si erano avvicinati e avevano costruito un mondo tutto loro.

L’incontro reale.
Il primo, dopo mesi di e-mail, telefonate, parole, sguardi immaginati, un percorso tortuoso, tra muretti, difese, attese, urgenze, e mai un momento di calma piatta, poi, finalmente, Orchidea aveva navigato sotto il cielo stellato col favore di un aliseo.

- …Conosco di te solo parole…-

Sognava un prode marinaio, un forestiero burbero dai linea-menti scolpiti dal vento, mani grandi callose, cuore gentile.
Giulio era diverso, ma lo avrebbe cambiato.
Giulio le apparteneva.
Non l’avrebbe più diviso con nessuna.
Giulio era suo.
SOLO SUO.

Sei MIO Giulio.

grazie Pier!

Cara La Mar sarà durissimo... arrivare a domenica.

ma no... puoi farcela
anche questa pagina prende e ti porta giù fino in fondo. Quanta tecnica e quante immagini di barche e navigazione e quanta vita vissuta sulla terra ferma. Un incontro dopo messaggi, mail, telefonate e quel riferimento... conosco di te solo parole
mi ricorda qualcosa.
Bello Pier, arrivaci a domenica

Già, conosco di te solo parole...
Dai Pier che ce la fai.... Un piccolo sforzo: cazza la penna!

bellissima Pierrrrrr
quando e' bello leggere senza scazzarsi i coglioni nelle elucubrazioni paranoiche della paranoia, quando l'amore dice parole d'amore e la vita e' come il vento, forte piano impetuoso piano bolina.
Be qui tu navighi nel tuo mare, con le tue parole, un'accoppiata direi irripetibile. molto bello. arriva dove vuoi Pier affianco la mia barca e ti seguo.

Grazie a voi per la pazienza. Siete incredibili, io stesso faccio fatica a rileggere a video.

"Sei MIO Giulio"... povera Orchidea: non lo sai che NESSUNO è di qualcuno? Non lo sai che non apparteniamo a nessuno, forse neppure a noi stessi?

Ma se illuderti può farti vivere ancora qualche tempo serenamente, nascondendo la testa come gli struzzi... fa' tu: forse la mia amarezza, quella che mi ha fatto perdere le speranze tanti secoli fa, è quella che parla per me, ora.
Al.

Mammaia che bell'avatar. Ma dove li trovate?

Penna Libera ha scritto:

Mammaia che bell'avatar. Ma dove li trovate?

Dici a me?

letto, passo agli altri, ma stò uscendo, non so se riesco a leggerli tutti.

Siete fantastici e coraggiosi. Meritate un premio per aver letto questa mappazza.

Penna Libera ha scritto:

Siete fantastici e coraggiosi. Meritate un premio per aver letto questa mappazza.

Modestino...

Ciao bella signora... Un bacio? Anzi no: tre.

Penna Libera ha scritto:

Ciao bella signora... Un bacio? Anzi no: tre.

Dici a me?

eccerto a chi senno a me?

Ma ci sono tante belle dame, qui appresso a te... che vuoi che possa pensare... non mi do tante arie

Al, mi hai fatto ricordare una cosa vecchia che ho scritto. Ora guardo se la trovo.

Penna Libera ha scritto:

Al, mi hai fatto ricordare una cosa vecchia che ho scritto. Ora guardo se la trovo.

Eh, già... una cosa vecchia... e che altro, sennò?

Ecco: in omaggio a te. Rimessa senza rileggere. Sarà orribile, ma l'intezione è bellissima. Solo per Te ALMITRA.

Penna Libera ha scritto:

Ecco: in omaggio a te. Rimessa senza rileggere. Sarà orribile, ma l'intezione è bellissima. Solo per Te ALMITRA.

Veramente molto bella, la tua "Se sarà femmina".

Grazie...

Questa è una pagina che t'invidio: solo chi conosce bene il mare e la vela può permettersi di scriverla. Bravo.

Ritrovo il titolo di una lettera da te postata tempo fa
"Conosco di te solo parole" e ci sta perfettamente nella possibilità d'avere fatto innamorara Orchidea con quelle parole.

Vado avanti, interessata davvero al seguente svolgimento.

Unica nota: "Usa una tecnica d’apprendimento tutta sua" io ci avrei letto meglio
"d'insegnamento" più che "d'apprendimento"

clelia

Le"parole del mare" mi affascinano e qui,pur non riuscendo a"vedere"quel che succede(per mia sola ignoranza), il racconto mi ha catturata. Bella figura, e vera, questa Orchidea: così dura, così fragile.

Ma che donne marinare che ci sono qui... TRoppo gentili. Grazie

Ma poi ci vendichi e a Giulio gli fai fare una fine tremenda, vero?