Il fumo è l'arrosto.

.

Lo so: è lungo. Vi chiedo scusa, ma io non so scrivere strigato.

Diego

Chiedi scusa perchè dici" è lungo"?
ma scherzi?? spero sempre non finiscano mai i tuoi racconti!!

Isobel Gowdie

Ho cominciato a leggere quasi certo che non sarei arrivato alla fine. E invece la voce, lo sguardo, il particolare punto di osservazione, mi hanno tenuto legato alle righe. Questo dimostra, che spesso non è questione di lunghezza, ma di ciò che si ha da raccontare.
La storia è credibile, usa belle metafore e sembra funzionare bene. Potrebbe essere un "filone" per una serie di stirie che potresti chiamare " I racconti del prestidigitatore"... magari una per volta, potrebbero avere lo stesso filo conduttore ed ogni scritto, tra il serio e il faceto, potrebbe nascere l'idea per cavalcare una bella storia. Scrivi pulito, non dici troppo, ne troppo poco, se posso permettermi un consiglio, dovresti usare di più l'olfatto oltre che la vista e il tatto. Mi sono piaciuti particolarmente acuni passaggi. Per esempio: " Io vivo di sorprese, di fumo negli occhi, di stupore." Che trovo un bellissimo incipit, che racchiude la vera ragione del nostro scrivere.
Bravisimo Diego.

A volte leggere attiva un processo nei pensieri, come se all'improvviso si rapprendessero, si coagulassero, prendessero consistenza.
Il tuo narrare del rapporto col proprio nome, ad esempio, mi ha fatto pensare al mio(nome e cognome): troppe erre, troppo difficile da pronunciare e per chi non è calabrese o greco, difficile da capire ma il mio cognome ha un significato splendido.
Insomma nel nome il proprio destino.
Vedi, Diego, quanto facciamo quando scriviamo? A volte indichiamo una strada.

rubinia ha scritto:

A volte leggere attiva un processo nei pensieri, come se all'improvviso si rapprendessero, si coagulassero, prendessero consistenza.
Il tuo narrare del rapporto col proprio nome, ad esempio, mi ha fatto pensare al mio(nome e cognome): troppe erre, troppo difficile da pronunciare e per chi non è calabrese o greco, difficile da capire ma il mio cognome ha un significato splendido.
Insomma nel nome il proprio destino.
Vedi, Diego, quanto facciamo quando scriviamo? A volte indichiamo una strada.

Rubina cara io ci passo la vita ad indicare la strada... dico davvero!
I greci quando parlano sembra che rompono delle cassette da frutta con i denti, è tutto un cra cra. Ma hanno un bel temperamento. Anche i calabresi non scherzano pero!

Forse indichiamo una strada quando scriviamo, ma la strada è nella testa di chi legge, la poesia è dentro di noi e delle volte la nostra anima aggancia un'altra anima.
Poetico oggi Diego, invecchio, rifletto...rifuggo.

Diego

Penna Libera ha scritto:

Ho cominciato a leggere quasi certo che non sarei arrivato alla fine. E invece la voce, lo sguardo, il particolare punto di osservazione, mi hanno tenuto legato alle righe. Questo dimostra, che spesso non è questione di lunghezza, ma di ciò che si ha da raccontare.
La storia è credibile, usa belle metafore e sembra funzionare bene. Potrebbe essere un "filone" per una serie di stirie che potresti chiamare " I racconti del prestidigitatore"... magari una per volta, potrebbero avere lo stesso filo conduttore ed ogni scritto, tra il serio e il faceto, potrebbe nascere l'idea per cavalcare una bella storia. Scrivi pulito, non dici troppo, ne troppo poco, se posso permettermi un consiglio, dovresti usare di più l'olfatto oltre che la vista e il tatto. Mi sono piaciuti particolarmente acuni passaggi. Per esempio: " Io vivo di sorprese, di fumo negli occhi, di stupore." Che trovo un bellissimo incipit, che racchiude la vera ragione del nostro scrivere.
Bravisimo Diego.

Credo che staccherò il quadretto della prima comunione che tengo sopra il letto e ci metterò al posto suo il tuo commento incorniciato Penna!

Diego

Se permetti, oltre il commento completo e che denota competenza di Pier
aggiungerei alla frase anche di illusioni.
Una mia licenza.
Complimenti.
Alessandro

Io non amo particolarmente i racconti lunghi, ma è solo per una questione logistica di lettura su un video.
Questo racconto si fa leggere sino alla fine senza inceppi.
La figura del protagonista viene delineata dai suoi pensieri.
Il nucleo credo sia proprio quello segnalato da Pier.

Io vivo di sorprese, di fumo negli occhi, di stupore.

Forse anche l'azzardo con cui si chiude la storia fa parte di una vita vissuta sul filone del fumo negli occhi, persino la scelta di farla pagare a chi lo ha pestato la trovo credibile.

Quando una pagina mi prende, sin dalle prime righe, non faccio assolutamente caso alla lunghezza ma alla capacità che ha nel tenermi incollata a leggere.
E qui ci sono rimasta.
Fino alla fine.

Avere dita volanti
sensi da ciechi pipistrelli
avere la magia dei pianisti
o dei prestigiatori
l'essere poesia


Io non mollo mai. (è un bel motto)

Alkimias ha scritto:

Avere dita volanti
sensi da ciechi pipistrelli
avere la magia dei pianisti
o dei prestigiatori
l'essere poesia


Io non mollo mai. (è un bel motto)

Alkimias, sai bene la stima che ho per te.
Io non mollo mai -E'- il mio motto.
Ti sono grato per il commento, è un onore per me.

Diego

Nuccina ha scritto:

Io non amo particolarmente i racconti lunghi, ma è solo per una questione logistica di lettura su un video.
Questo racconto si fa leggere sino alla fine senza inceppi.
La figura del protagonista viene delineata dai suoi pensieri.
Il nucleo credo sia proprio quello segnalato da Pier.

Io vivo di sorprese, di fumo negli occhi, di stupore.

Forse anche l'azzardo con cui si chiude la storia fa parte di una vita vissuta sul filone del fumo negli occhi, persino la scelta di farla pagare a chi lo ha pestato la trovo credibile.

Sei una persona libera che dice sempre la sua e per questo il tuo commento è a me particolarmente gradito.

Diego

Io non mollo mai.

E' bello che qualcuno lo pensi e lo dica.
E' dannatamente bello.
stima ricambiata.

Che storia!
Ma dove le peschi storie così?
Altro che lunghe! troppo corte, se mai.
Ci sarebbe materiale per per l'inizio di una raccolta: "vite d'artisti".... che so?
C'è sapore di piano bar, di serate vagabonde col bicchiere in mano a sentire un gezzista col calletto sul labbro per via dell'uso continuo della tromba...
A rileggerne presto.
P.

Bello bello bello.
Belle atmosfere, temi intriganti... La parte iniziale è magnifica, mentre ancora ci si chiede quale sia con esattezza il mestiere del nostro. Il corpo del racconto, poi, sembra uno di quei flashback d’un film anni 40/50, in cui il protagonista, disilluso ma risoluto, riepiloga a qualcuno la sua storia, tra luci e ombre, magari sfumazzando e facendosi un drink.
Ma non solo l’atmosfera si fa notare: notevoli sono anche certi meccanismi che completano la trama (es.: la zoppia e la conseguente voglia di rivalsa, il nome che suona ridicolo).
Gran bella storia, altro che racconto lungo!

Evito quando possibile di leggere i commenti che precedono il mio, spece se non conosco ancora lo scrittore.
Quindi se ripeterò cose già dette, scusami.
Primo: non è lungo. Un racconto di tre righe può essere lungo, uno di dodici cartelle andarsene in un lampo. Il tuo è della seconda categoria.
Secondo: scrittura ottima, scorrevole, pulita, senza forzature lessicali ed acrobazie sintattiche messe per stupire l'inclito e il colto. Eppure l'argomento si prestava.
Ultimo, ma non meno importante, la storia è bella, originale, il protagonista non è un "buono " in assoluto, è un essere umano con debolezze e capacità di odiare sino al delitto.

Molto apprezzato e gustato.

mariovaldo ha scritto:

Evito quando possibile di leggere i commenti che precedono il mio, spece se non conosco ancora lo scrittore.
Quindi se ripeterò cose già dette, scusami.
Primo: non è lungo. Un racconto di tre righe può essere lungo, uno di dodici cartelle andarsene in un lampo. Il tuo è della seconda categoria.
Secondo: scrittura ottima, scorrevole, pulita, senza forzature lessicali ed acrobazie sintattiche messe per stupire l'inclito e il colto. Eppure l'argomento si prestava.
Ultimo, ma non meno importante, la storia è bella, originale, il protagonista non è un "buono " in assoluto, è un essere umano con debolezze e capacità di odiare sino al delitto.

Molto apprezzato e gustato.

Grazie per la bontà, ti ricorderò nelle mie preghiere serali amico mio.
Le preghiere di una pecoranera, s'intende.

Diego

mariovaldo ha scritto:

Evito quando possibile di leggere i commenti che precedono il mio, spece se non conosco ancora lo scrittore.
Quindi se ripeterò cose già dette, scusami.
Primo: non è lungo. Un racconto di tre righe può essere lungo, uno di dodici cartelle andarsene in un lampo. Il tuo è della seconda categoria.
Secondo: scrittura ottima, scorrevole, pulita, senza forzature lessicali ed acrobazie sintattiche messe per stupire l'inclito e il colto. Eppure l'argomento si prestava.
Ultimo, ma non meno importante, la storia è bella, originale, il protagonista non è un "buono " in assoluto, è un essere umano con debolezze e capacità di odiare sino al delitto.

Molto apprezzato e gustato.

...dimenticavo: ti piace Calvino? Perchè io ci impazzisco.

Gibbì ha scritto:

Bello bello bello.
Belle atmosfere, temi intriganti... La parte iniziale è magnifica, mentre ancora ci si chiede quale sia con esattezza il mestiere del nostro. Il corpo del racconto, poi, sembra uno di quei flashback d’un film anni 40/50, in cui il protagonista, disilluso ma risoluto, riepiloga a qualcuno la sua storia, tra luci e ombre, magari sfumazzando e facendosi un drink.
Ma non solo l’atmosfera si fa notare: notevoli sono anche certi meccanismi che completano la trama (es.: la zoppia e la conseguente voglia di rivalsa, il nome che suona ridicolo).
Gran bella storia, altro che racconto lungo!

Grazzie Gibbì, che il Signore ti abbia in gloria, mi ha fatto piacere leggere le tue parole.

Diego

Ma pensa tu.....

ahahaahha....


____gin

Finiscono sempre troppo presto... : )
Che capoccia immensa checciai!
Sembra sempre di vedere un film tanto sono nitide le immagini che sai creare con le parole!
Che arte...

Viola Noén ha scritto:

Finiscono sempre troppo presto... : )
Che capoccia immensa checciai!
Sembra sempre di vedere un film tanto sono nitide le immagini che sai creare con le parole!
Che arte...

Arte? Nooo, troppo buona, solo fumo negli occhi, un po' di furbizia.
Grazie Viola, è davvero bello sapere di scrivere dove ci sei anche tu.

Diego

from diego:
Arte? Nooo, troppo buona, solo fumo negli occhi, un po' di furbizia.

eh, no altrimenti non avresti scritto
il fumo e l'arrosto !
sorrido.

Pecoranera ha scritto:

Arte? Nooo, troppo buona, solo fumo negli occhi, un po' di furbizia.

Beh infondo sei un prestigiatore anche tu, con le parole sai fare magie!