La donzelletta vien dalla campagna,
col panino: ché poi “se magna”!
A piedi, pensierosa, segue il binario,
dà briciole al suo passero da sesso solitario.
Già dopo poco è stanca, il suo passo è molle,
“Fanculo, vada Heidi fin sull’ermo colle!”
Giunta senza un mezzo nel camin della sua vita
sbuffa e allor sui fianchi poggia mano e dita,
ché coi piedi gonfi e fiaton disagio
spera di arrivare ch’è sabato al villaggio,
e sic come immobile, con pensieroso dito,
si morde un set d’unghie di fronte all’infinito.
“Devo proseguire, non è il caso che riposi,
ché debbo presenziare per i promessi sposi.
Va bene miei poeti, io vo, son donzelletta.
Vi prego e faccio rima: ma una sigaretta?”