Sogno di ghiaccio antico

Titolo: Sogno di ghiaccio antico 14/5/2008, 07:35

Ancora pochi passi e il bosco di larici era alle mie spalle, appena più in basso.
Qua e là, dove il terreno volgeva a nord, aspro e perennemente ombroso, chiazze di neve crostosa ricordavano che l'inverno non era trascorso da molto. Eppure, il pascolo appariva già punteggiato dal croco e dai primi tarassachi.
Dall'alto, nel silenzio del canto degli uccelli e del fruscio del vento, giungeva ogni tanto lo schiocco del ghiacciaio, quel suono secco e scrosciante che si fa quasi tuono rimbalzando tra le pareti rocciose.
Mi aggiustai sulle spalle lo zaino leggero e ripresi a salire, aggirando le rocce e attraversando i numerosi ruscelli che cantavano per chiunque fosse disposto ad ascoltare. Superai i canaloni ombrosi, dove i nevai stillavano lentamente immolandosi al sole per donare l'acqua alle fioriture di primavera. Infine, dopo molti passi faticosi, giunsi ai piedi dall'antico gigante dai riflessi azzurrini, immobile solo in apparenza.
Perchè il ghiacciaio è vivo; scivola lento nei valloni con tutta la forza della creazione, incide e spacca la roccia, sospinge i massi come fossero mandrie di strani camosci; poi, alla fine del viaggio, raggiunge il fronte, cadendo a schegge, a brani, a costoni e ritorna tra le braccia di madre acqua, per morirvi nel sole in un ultimo fremito di gocce lucenti.
Così, al suo termine, si forma uno specchio grigio, continuamente mosso dal vento e dal precipitare di ghiaccio e rocce, mentre piccole isole in dissoluzione ondeggiano sulla superficie, sospinte dal capriccio dei venti.
Dopo aver superato l'ultima salita, mi fermai rapito da quello spettacolo che pure avevo già visto altre volte.
"C'è qualcosa di nuovo, oggi nel sole, anzi d'antico". Una reminiscenza scolastica mi salì alle labbra spontaneamente. C'era effettivamente un che di indefinibile in quella visione senza tempo. Provavo una strana inquietudine, mi pareva ci fosse qualcosa di sospeso, qualcosa che mi sovrastava. Respirai a lungo l'odore del ghiaccio e dell'aria finissima, mentre il ritmo del cuore e dei polmoni rallentava senza fretta, a ricordarmi che l'età esige il suo pedaggio.
Inquieto, camminai ancora un poco sulla riva morenica, verde di bassa vegetazione e degli ultimi larici, alla ricerca del luogo asciutto e riparato dal vento che ben ricordavo.
Era quello un piccolo seno del lago dove, millenni prima, una roccia appiattita, scivolando e rimbalzando giù dal crinale irto di pinnacoli spezzati, si era arrestata e ora offriva uno spazio di rude comodità per il riposo di chi vi si fosse inerpicato.
La trovai, mi liberai dello zaino e indossai indumenti asciutti al posto di quelli fradici del sudore della salita. Mi sdraiai, godendomi il sole come una lucertola alla sua prima uscita dopo l'inverno.
Silenzio. Il volo di un'aquila. Lo sciacquio tra le pietre, forse le ombre sfuggenti degli stambecchi, lassù tra le rocce.
Di nuovo mi posi la domanda di come fosse nato quel nome, lago della battaglia, e su chi mai fosse arrivato sino là per corrompere con l'odio e col sangue quel tempio della natura.
Guardando e ascoltando, mi era impossibile concepire due eserciti, o anche soltanto due manipoli di uomini armati alla meglio, arrampicarsi sino lassù per darsi la morte, in quel santuario di vette che perdendosi tra le nubi annichiliscono qualsiasi uomo e qualunque sua superbia.
Avevo fatto ricerche, ma nessuno aveva saputo darmi una risposta certa su quale battaglia si fosse combattuta, e neppure se mai una battaglia vi fosse davvero stata.
Questi pensieri attraversavano la mia coscienza mentre il tepore, il mormorio delle acque e il fruscio del vento mi facevano chiudere gli occhi. Ben presto, la testa appoggiata sullo zaino, caddi in quello strano torpore dove il sonno ancora non chiude la porta alle sensazioni del mondo, ma già i sogni si infiltrano silenziosi tra i pensieri.
Un'altra persona camminava sulla riva.
C'era solo una parola che poteva definirla al suo apparire: un guerriero.
L'elmo di cuoio indurito, la spada forgiata nel ferro, lo stesso metallo della cotta di maglia indossata sulla lunga tunica di lana grezza. I calzari, di pelle come lo scudo rotondo e rinforzato di borchie. Lunghi capelli biondi, sciolti sulle spalle a incorniciare una barba già grigia e un volto duro. E gli occhi, dello stesso freddo colore dell'acqua e del cielo.
Il guerriero si fermò sulla sponda, osservando il lago, dove un pesce, in un guizzo di scaglie lucenti, afferrò una libellula in volo. Ristette immobile sino a quando i cerchi si infransero sulla riva con un lieve sciacquio, poi si volse verso di me, ma quasi parlando a sé stesso.
- Vedi, le nostre vite sono come questi cerchi, creati da qualche essere che ci è estraneo. Egli è indifferente sia a ciò cui ha dato vita, sia alla sua rapida fine.-
La voce era bassa, poco più di un sussurro. Dopo un breve silenzio, riprese:
-Tu riposi dove io dormo da mille e più anni. Mille e più volte ho visto le nevi coprire il lago ghiacciato. Lievi, le zampe dei camosci mille e più volte sono passate sul mio corpo disfatto e mille e più volte in questo tempo senza fine ho sentito il vento spirare dal Nord, portando gli odori lontani del mio paese, dove i miei figli mi attesero invano e la mia donna fu data ad un altro.
Ci crearono gli Dei, e poi ci dissero di andare a combattere genti sconosciute, che gli ori, le femmine e le messi sarebbero stati nostri, perché così era scritto. -
Il guerriero si volse e iniziò a risalire il sentiero che si perdeva sulla morena, ma la sua voce ancora giungeva chiara.
- Uomo, ora io lo so, tutto è un inganno che non abbiamo ancora imparato a riconoscere. Gli dei sono crudeli e indifferenti alla nostra sorte, e le stesse cose che dicono a noi le dicono ai nostri nemici. Così, in loro nome, ci spingono a dare e ricevere la morte, mentre loro amano, bevono il vino migliore e mangiano miele. E ricorda: essi ridono dell'umana stupidità.-
Io mi riscossi dal torpore e mi guardai intorno spaventato, ma non vidi altro che il lago e le montagne. Scesi sulla riva, tra le rocce e i pini mughi e mi chinai a bagnare il viso con l'acqua gelida, quasi a scacciare l'immagine che mi aveva appena invaso la mente.
Dall'alto del ghiacciaio, con il consueto suono schioccante, si staccò uno dei tanti frammenti. Rimase a galleggiare sulla superficie, ondeggiando semisommerso come se fosse più pesante del solito.
Al suo interno, in quella trasparenza incerta, una massa scura. Pareva un corpo, e forse fu solo suggestione, ma vidi una spada, uno scudo, una massa di capelli biondi.
Di lì a poco il frammento di ghiaccio, spinto dal vento verso il centro del lago, si spezzò e quell'ombra appena intravvista s'inabissò nella sua dimora di fango e pietre con un gorgoglio sommesso.
Io rimasi ancora ad osservare la luce del sole che giocava con le increspature della tramontana; l'inquietudine che mi aveva accompagnato da quando ero giunto sulla riva mi aveva lasciato, svanita come inghiottita dal lago insieme a quell'ombra. Al suo posto, un senso di quiete e appagamento.
Mi chinai, ma sull'acqua non vidi il mio volto di uomo anziano.
Ciò che osservai nel tremolio lattescente fu solo il riflesso dei secoli trascorsi da quando quell'acqua si era posata lassù, in forma di neve, al confine tra il cielo e la montagna.

Ospite

bellissimo racconto, ricco di immagini, suggestioni, emozioni
scritto anche in maniera magistrale. Complimenti.

Onirico e magico, aggiungerei.
Una favola che fa sognare.

Non mi dilungo anche se vorrei. So di essere una noia.
un saluto.

Ospite

So di essere una noia.

...veramente non lo sei!
B

Ospite

sì: un racconto onirico, in cui ci porti nel tempo ed oltre il tempo.
in un film che amo viene detto che quando gli dei ci vogliono punire esaudiscono i nostri desideri. chissà...
è stato un piacere leggerti, seguirti e osservare il riflesso dei secoli trascorsi... a presto, mariovaldo. benvenuto!
Betta

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 14/5/2008, 14:05

Mi dà gioia leggere le tue pagine.
Ritrovarti, come ricordavo.
Evocativo come pochi altri.
Uno Scrittore, Mario: tu lo sei.

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 14/5/2008, 15:13

A me è venuta la pelle d'oca!
Che padronanza della lingua... mamma che bellezza!
Complimenti...

Vì

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 14/5/2008, 15:41

Alkimias ha scritto:: bellissimo racconto, ricco di immagini, suggestioni, emozioni
scritto anche in maniera magistrale. Complimenti.
Onirico e magico, aggiungerei.
Una favola che fa sognare.
Non mi dilungo anche se vorrei. So di essere una noia.
un saluto.

Certo che non sei una noia, i complimenti fanno sempre piacere, persino agli orsi Smile

Grazie per il tempo che mi hai dedicato

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 14/5/2008, 15:43

bettarm37 ha scritto:: sì: un racconto onirico, in cui ci porti nel tempo ed oltre il tempo.
in un film che amo viene detto che quando gli dei ci vogliono punire esaudiscono i nostri desideri. chissà...
è stato un piacere leggerti, seguirti e osservare il riflesso dei secoli trascorsi... a presto, mariovaldo. benvenuto!
Betta

Benvenuta a te tra i miei (pochi) lettori! La tua citazione è perfetta e ti ringrazio.

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 14/5/2008, 15:45

nocturna ha scritto:: Mi dà gioia leggere le tue pagine.
Ritrovarti, come ricordavo.
Evocativo come pochi altri.
Uno Scrittore, Mario: tu lo sei.

Uno scrittore? Certo, cerco di esserlo come ognuno di noi qui su questi siti: ci mettiamo passione e impegno e se a volte il risultato piace a qualcuno ci sentiamo davvero appagati.

grazie infinite

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 14/5/2008, 15:47

Viola Noén ha scritto:: A me è venuta la pelle d'oca!
Che padronanza della lingua... mamma che bellezza!
Complimenti...

Vì

si vede che arrossisco? Nooo? beh, invece sì! Grazie gentilisiima amica.

Top Numero di messaggi : 420 Data d'iscrizione : 19.04.08

Viola Noén ha scritto:: A me è venuta la pelle d'oca!
Che padronanza della lingua... mamma che bellezza!
Complimenti...

Vì

Mentre lo leggevo pensavo: Viola andrebbe in sollucchero per una pagina del genere, ma lei che è molto, anzi moolto più giovane di me mi aveva preceduto.
Povero vecchio Diego.
Tu scrivi davvero bene: è un piacere farsi affascinare dai tuoi pensieri.

Diego

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 15/5/2008, 08:15

Pecoranera ha scritto:: Mentre lo leggevo pensavo: Viola andrebbe in sollucchero per una pagina del genere, ma lei che è molto, anzi moolto più giovane di me mi aveva preceduto.
Povero vecchio Diego.....

Povero vecchio Diego??? Ma hai visto la mia età? E allora io cosa devo dire, che scrivo dall'oltretomba? Sogno di ghiaccio antico 845726

Grazie per il commento, a presto
Mario

Ospite

Mariovaldo ti leggo e ogni tuo pezzo mi fa prendere coscienza della mia inadeguatezza.
Hai un fluire di concetti e di parole che si assommano e si dividono come il più raffinato logaritmo così che alla fine il lettore non può altro che pensare che non poteva essere scritto in modo diverso.
Le tue composizioni contengono elementi concettuali che scaturiscono da eventi insoliti, forse immagini figurative con una cronologia in crescendo delle tue emozioni che prescindono dalla ricerca di comprensione da parte di un lettore incauto.
Porti per mano ad una presa di coscienza che consente di abbandonare il tempo presente per giungere al tempo immanente e riesci a far coincidere illusione e relta, fantasia e quotidianità, senza che il binomio contradditorio
possa alterare il fluire individuale delle emozioni di ciascuno.
Una creazione letteraria dove prendono consistenza tutte le possibili interazioni di forme, segni, colori e anche odori in una fantasmagoria magica e nel contempo razionale.
Travalichi la realtà pur essendo proprio la realtà la partenza per l'immaginifico.
Complimenti.
Alessando

Ospite

Povero vecchio Diego??? Ma hai visto la mia età? E allora io cosa devo dire, che scrivo dall'oltretomba? (mariovaldo)

bè l'oltretomba ti ispira bene.

Top Numero di messaggi : 238 Data d'iscrizione : 19.03.08

Avevo notato che da un po' di giorni un orso della razza "doriano" stava girando per queste pagine e quando ho avuto un poco di tempo sono andato a leggerlo.
Bel pezzo, molto evocativo, fotografico al punto giusto e surreale quel tanto che che basta senza sconfinare troppo nell'inverosimile a prescindere.
Strategicamente ben impostato porti il lettore alle conclusioni ed alle immagini che hai voluto senza che lo stesso lettore si perda.
complimenti

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 15/5/2008, 14:08

OH, questo racconto è molto meglio del fèlm "Il Gladiatore" (pellicola digitale troppo ricca di trucchi ed effetti speciali computerissati. Questo racconto no: è genuinissimoooooo)!!

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 15/5/2008, 15:45

Luciano Sanna... qualcosa mi fa sospettare che la tua "west coast" non sia lontana da Genova, magari sponda Grifone. Non abbiamo da lamentarci per il campionato, quest'anno, vero?
Beh, grazie per la lettura e sì, concordo con quello che dici, non è un brano scritto di getto, è abbastanza costruito non per la ricerca dell'effetto, ma alla ricerca di una coerenza tra pensiero, contenuto e stile. Impresa quasi impossibile per un dilettante.

Massimo... grassie per le tue letture sotto la campanassa!

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 15/5/2008, 15:47

Per me due cubetti, nel whiskey....

Top Numero di messaggi : 238 Data d'iscrizione : 19.03.08

Belin, abbiamo anche cenato insieme e non ti ricordi niente. Vabbè che mi facevo chiamare Alberico e che c'era anche il Guisso e Guissa (anche la Mariovalda) e che anche io ero accompagnato, ma capisco che alla nostra età la memoria fa acqua.... hihihihi

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 15/5/2008, 16:56

Dobbiamo organizzare un incontro ché io voglio conoscere la Guissa!!!!!
No, perchè secondo me ha l'aureola in testa LEI Wink

Ospite

Sinceramente non so che dire ,grazie, grazie...scrivi in maniera incredibile è davvero bello perdersi tra le tue parole!

IsObel Gowdie

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 15/5/2008, 17:46

Scrivi molto bene.
qui raccogli la calma e i segreti di quel posto, e li disperdi.
Sembra una scrittura posata a quel che scrive. Voglio leggerti in altri orrizzonti. bravo.

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 15/5/2008, 17:54

Luciano Sanna ha scritto:: Belin, abbiamo anche cenato insieme e non ti ricordi niente. Vabbè che mi facevo chiamare Alberico e che c'era anche il Guisso e Guissa (anche la Mariovalda) e che anche io ero accompagnato, ma capisco che alla nostra età la memoria fa acqua.... hihihihi

Con la lingua di fuori e il casco in testa.... mica eri così a cena! Ora sì che ti riconosco, Alberico, ciao!!!!

Titolo: Re: Sogno di ghiaccio antico 15/5/2008, 17:57

IsObel, Sorcio... grazie a tutti e due per i complimenti.
Io non scrivo solo questo tiipo di racconti, mi diverto a spaziare tra diversi generi, quindi avrete occasione di leggermi (se vorrete) e di fischiarmi (probabilmente) prossimamente su questo schermo

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