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 Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore

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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime3/6/2008, 06:28


Strana cosa l'amor di Patria. A dire il vero, strana cosa l'amore e basta.
Un sentimento che trova modo di manifestarsi persino nelle circostanze e nei tempi meno propizi, e la guerra sembra dargli un'impulso prepotente per il suo fiorire nelle forme più bizzarre; ma Eros e Tanatos, Amore e Morte, vanno spesso a braccetto, come si sapeva bene già dai tempi più antichi.
Di questo e di altro si parlava sotto una tenda dell'ospedale da campo alla Malga Mandriele, nel tardo Luglio del 1917.
La luce incerta della lanterna lasciava molti angoli bui attorno al tavolo, sul quale troneggiava una bottiglia di grappa circondata da quattro bicchieri quasi vuoti.
La serata era una di quelle dove la dea nerovestita, forse sazia di morti e rovine, pare voglia rifiatare. O forse si era soltanto rifugiata tra le ombre che tremolavano come cose vive, quasi placata nell'ascoltare i racconti di eroi, di vili e di uomini normali in un mondo che nulla più aveva di normale.
Spesso in quelle narrazioni era chiamata in causa, e allora faceva udire come un brontolio di soddisfazione: poteva essere il lontano dialogare di opposte artiglierie, il sibilare di un bengala, oppure l'eco di una mitraglia che scendeva rimbalzando tra le rocce della vallata.
- A proposito di fatti strani, ho qualcosa di veramente curioso da raccontarvi, e anche in questo caso si tratta di una signora, ma in carne ed ossa, non come colei della quale ci ha appena narrato il nostro dottore. -
Chi parlava era Giorgio Munari, un uomo dotato di carattere giovale ed espansivo, grassoccio, piccolo di statura, sulla cinquantina. Nel suo aspetto nulla richiamava l'immagine di un eroe, di un cavaliere senza macchia e senza paura così come la tramandano le saghe d'altri tempi. Eppure quell'ometto, in apparenza pacioso e mite, aveva combattuto in Tripolitania, contro i Turchi e gli insorti di Tripolitania. E non era stato un fante qualunque.
La sua giubba di capitano dei bersaglieri portava i nastrini di una medaglia di bronzo e di due croci di guerra, ma aveva una sola manica: l'altra non serviva, dato che al proprietario restava soltanto il braccio sinistro; l'altro era sepolto insieme ai corpi, interi o straziati, di quasi tutti gli uomini della quinta compagnia, circondata e decimata nel villaggio di Henni.
In realtà non avrebbe dovuto indossare l’uniforme, visto che per la sua menomazione era confinato al ruolo di sindaco del suo paesino, al quale era toccata la disgrazia di essere in prima linea. E' pur vero che, in tempi di guerra e nei territori dove si combatteva, ai sindaci venivano conferiti poteri di polizia straordinari, ma restavano a tutti gli effetti dei civili. Nessuno tuttavia si sognava di contestare a quel particolare civile il diritto di portare la divisa.
- Sono certo, - continuò rivolgendosi alla persona seduta alla sua sinistra - che potrà prenderne spunto per una cronaca di colore, o per una novella, che forse meglio si adatta alla vicenda. Ascolti e poi mi dirà.-
La persona chiamata in causa era un borghese occhialuto, che aveva fumato una sigaretta dopo l'altra, parlando poco, bevendo molto e prendendo appunti su di un quadernone appoggiato al tavolo. Si chiamava Mario Mariani, era un giornalista e scrittore di una certa fama, e stava esercitando il suo mestiere: osservare i fatti e i drammi di quella guerra e raccontarli in tutta la loro crudezza.
La terza persona che si disponeva ad ascoltare era don Fiorani, il cappellano militare, e di fronte a lui era seduto uno dei suoi amici più cari e, nella circostanza, padrone d casa, il capitano Antonio Carbonari.
Il dottore aveva appena finito di raccontare un episodio che, poche settimane addietro, lo aveva visto a un tempo protagonista e spettatore impotente, e la conclusione di quella storia, dove la Morte era molto più di una semplice astrazione, aveva lasciato per un momento in silenzio gli ascoltatori. Ma subito dopo si era dato fondo ai bicchieri e messo mano alla bottiglia per un nuovo giro; quella era la guerra, lo sventurato ragazzo aveva solo dovuto restituire quel supplemento di vita che non gli apparteneva più.
La voce pacata del sindaco iniziò ad evocare l'immagine di una strana signora chiamata Violetta.
- In realtà non ho mai saputo il suo nome, la chiamo così perchè occorre pur riferirsi a lei in qualche modo e "Violetta", sapete, la protagonista della "Traviata", ben si attaglia alla persona.
Questa signora si presentò tutta scarmigliata una mattina della scorsa settimana, mi pare fosse giovedì. Poteva avere ventidue, forse ventitre anni. Aveva una bellezza poco appariscente. Nulla in lei era straordinario, ma l’insieme era armonioso e proporzionato. Gli occhi poi erano particolari. Scuri e vivaci, animati da guizzi improvvisi, a volte come velati da un sensuale languore. In lei si celava senza dubbio un mondo da scoprire.-
- E a me sembra di scoprire che su di lei ha proprio fatto colpo, quella donna, caro capitano -, lo interruppe scherzando Mariani. Ma Munari non fece caso all'interruzione e proseguì:
- Il piantone davanti al mio ufficio era imbarazzatissimo: "Mi scusi capitano, ma la signorina ha detto che se non la facevo passare si sarebbe spogliata per strada, e aveva iniziato a farlo sul serio ", mi disse.
Figuratevi come ci rimasi. Gli ordini di sgombero dei civili erano tassativi e le disposizioni per sorvegliare che nessuno di loro tornasse nella zona vietata lo erano altrettanto, e invece mi ritrovavo un civile, e per giunta una donna, che mi piombava in ufficio. Come avesse fatto a eludere le pattuglie e ad arrivare sin lì, ancora non l'ho capito.-
- Io lo so come arrivò in paese. - Mariani aveva sollevato la testa dal quaderno sul quale aveva preso appunti e stava tamburellando con la matita sul tavolo.
- Già da quel poco che ho udito posso collegare i fatti. - proseguì il giornalista - Come sapete, le voci che girano per le trincee sono quasi sempre vere, ma questa l'avevo messa da parte, tanto mi pareva inverosimile. Però adesso non ho più dubbi, la persona e i tempi coincidono alla perfezione.- Posò la matita e si prese il tempo di bere un sorso di grappa con studiata lentezza, prima di riprendere a parlare. Quell'uomo certamente sapeva tenere la scena come un vero istrione, anche su questo non c'erano dubbi.
- Da qualche giorno si favoleggia di un sergente autista che stava procedendo col suo camion di rifornimenti appena fuori Thiene, poco distante dalla stazione, là dove la strada inizia a salire davvero per arrivare quassù. A un tratto gli apparve una specie di visione: una donna. Ma non solo, una donna mezza nuda, addirittura con il seno scoperto. Era giovane e bella.-
Mariani guardò il capitano con un sogghigno - Gli occhi pare non li abbia notati, il sergente stava guardando altro, si suppone. Ma lei gli stava facendo segno perchè si fermasse. Bisogna dire che se in tempi normali una certa cosa è più potente di molte paia di buoi, in guerra l'effetto si moltiplica, ché la morte è stata compagna per mesi molto più di mogli o fidanzate. Inutile dire che il camion fu fermato all'istante. La donna si avvicinò sorridendo e offrì quello che sulle prime al nostro sergente sembrò uno scambio onesto: se l'avesse portata in prima linea, non importa in quale posto preciso, dovunque lui andasse, lei, su quel camion, gli avrebbe concesso tutto ciò che una donna può concedere a un uomo.-
L'ultima frase venne accolta con una risatina da parte del sindaco e del cappellano. Stranamente, il dottore era rimasto in silenzio, limitandosi a tormentare il pizzetto nero che gli copriva il mento.
- E cosa ne è stato della donna?- chiese, serio in volto.
- A quanto si dice, il sergente riscosse con soddisfazione il prezzo del viaggio, ma poi iniziò a ragionare sui rischi che correva a portare in una zona vietatissima quella sconosciuta. Per quello che ne sapeva, lei poteva essere una spia austriaca, in ogni caso bastava che fosse fermata da una pattuglia e lo tirasse in ballo e la corte marziale era il meglio che lui si potesse aspettare. E pensare al peggio, il plotone di esecuzione, lo fece rinsavire di colpo.
Così fece scendere la disgraziata alla prima casa di Asiago e, dato che lei protestava, non fu propriamente gentile e la scaricò di peso, come un sacco di farina. Poi proseguì a consegnare il resto del carico.
Evidentemente la donna continuò a piedi o forse, ma questo non si sa, pagò un secondo, diciamo biglietto, a qualcuno con meno scrupoli del nostro sergente. Ecco come ha fatto a ritrovarsela in ufficio caro sindaco -, disse Mariani in tono conclusivo.
- Già, per quanto assurda, di questi tempi la storia può essere vera; ma lasciatemi proseguire, ché il bello viene ora -, disse Munari, riprendendo il filo del discorso.
- La signora in questione, Violetta, si sedette davanti alla mia scrivania con un mezzo sorriso stampato sul viso, attraente alquanto, devo dire. Le chiesi i documenti: disse di non averne.
Le chiesi il nome e da dove venisse: rispose che non poteva dirlo, non voleva suscitare scandalo al suo paese.
Io la minacciai: potevo ritenerla una spia del nemico e farla fucilare su due piedi, ne avevo il potere.
Mi rispose che non le importava, ma che non era una spia.
Allora le chiesi perchè fosse venuta sin quassù col rischio di farsi ammazzare da una cannonata o da un plotone d'esecuzione.
Finalmente mi spiegò, e io vi garantisco che sono ancora persuaso che mi disse la verità, glielo lessi negli occhi.-


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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime3/6/2008, 06:28


C'era di nuovo silenzio, dentro e fuori alla tenda, mentre il sindaco attingeva ancora alla bottiglia per una nuova abbondante razione. Tutti aspettavano quelle rivelazioni, anche colei che era acquattata nel buio non fece udire altro che la lontana eco di un colpo di obice isolato.
- Era venuta per fare la puttana, me lo disse così, senza giri di parole. E mi guardava negli occhi senza arrossire, sfrontatamente.
Quando mi ripresi dalla sorpresa, le feci notare che c'erano i luoghi deputati per quel mestiere, nelle città oppure nelle retrovie. Invece al fronte non era ammesso. Era pericoloso e distraeva gli uomini dal loro dovere. "Il dovere di morire senza aver fatto l'amore un'ultima volta?" mi chiese. Poi mi raccontò la sua storia che, vi confesso, mi lasciò quasi commosso, diviso tra la pietà e il mio ruolo di ufficiale di polizia.
Per farla breve, Violetta sino a quel momento aveva avuto un unico grande amore, suo marito, col quale viveva in una piccola città del nord. Erano sposati da due anni quando lui fu richiamato. Era un ufficiale, un tenente, partì e non lo rivide mai più, cadde da questi parti, sotto Valbella.
Violetta piombò nella disperazione e probabilmente, questo lo dico io, non certo lei, impazzì. Di fatto si chiese cosa avrebbe potuto fare per aiutare la patria, visto che suo marito aveva dato la vita per essa e più volte le aveva scritto dal fronte di essere fiero di servirla, anche a costo della vita.
Mi disse di una lettera che aveva ricevuto, della quale aveva impresso nella memoria un passo davvero significativo, tanto che ora me lo ricordo anch'io. Scriveva prima di un assalto: "Tutti abbiamo la faccia del Cristo con l'elmetto per aureola, tutti portiamo l'insegna del supplizio nella croce delle nostre braccia e nella tasca portiamo il pane dell'ultima cena".-
Don Fiorani si prese qualche istante prima di rompere il silenzio che era calato attorno al tavolo. - E' una visione profondamente cristiana di un destino imminente, quell'uomo era senz'altro una persona dalla grande fede e dalla grande sensibilità. E' davvero strano che la memoria di un marito di quella fatta abbia portato Violetta a una decisione tanto singolare-
- Secondo una logica comune lei ha ragione - riprese Munari, - ma la mente di quella donna non aveva nulla di comune. Violetta mise insieme queste parole del marito con un'altro ricordo, di quando lui le aveva confessato di non aver mai fatto l'amore prima di sposarsi. Le aveva detto che lei era stata la sua unica donna e naturalmente aveva giurato che sarebbe stata anche l'ultima. Io personalmente dubito di questo genere di confessioni, per non parlare dei giuramenti, ma resta il fatto che lei gli credette. E nella sua disperazione si chiese quanti poveri ragazzi con in tasca il pane dell'ultima cena non avrebbero mai conosciuto una donna, in senso carnale si intende. Decise che questo non era giusto: fare l'amore almeno una volta prima di morire era un diritto di ogni essere umano.
Così la settimana scorsa praticamente scappò da casa. Lasciò parenti e amicizie senza dire nulla dei suoi progetti e prese un treno per Thiene, il luogo raggiungibile più vicino a dove era morto suo marito. -
Nessuno parlò per qualche secondo, sembravano tutti intenti a guardare i propri bicchieri, poi don Fiorani ruppe il silenzio:
- Ma lei, al di là della commozione, cosa fece? Che fine ha fatto quella poveretta? -
- Come ho detto, io le credetti. Di sicuro non era una spia, nessuna spia avrebbe messo insieme una storia così assurda. Ma non potevo lasciarle mettere in atto il suo proposito, il mio dovere era molto chiaro.
Tentai di convincerla a tornare a casa, naturalmente. Ma non ci fu verso. "Ho tagliato i ponti, non posso tornare indietro", rispondeva ostinatamente. Allora le offrii di farla accompagnare a Vicenza. Sapete, ho qualche conoscenza nel settore che a lei interessava...- il sindaco strizzò l'occhio con fare di complicità - e avrei potuto farla entrare in un luogo dignitoso dove esercitare il mestiere. Ma lei si offese: "Per chi mi ha preso? Non voglio essere quel genere di puttana! Io non intendo farmi pagare, voglio solo dare un po' d'amore a quelli che forse domani moriranno, e in cambio non desidero nulla". Questo mi disse, e ancora una volta io le credetti.
A quel punto non mi restava che una cosa da fare, e mi sembrava la cosa più giusta e più facile. Ma le cose non andarono così, purtroppo.-
- E come andarono le cose? Non ci faccia restare ancora sulle spine.- chiese il dottore quasi aspramente.
- La poveretta si mise a piangere, si disperò, mi implorò di farla restare e naturalmente mi si offrì. Aveva imparato in fretta che la donna ha un'arma che può farle ottenere quasi tutto.
Ma io avevo deciso di avere a che fare con una squilibrata, e certo non ne avrei mai potuto approfittare. Inoltre, per il suo bene e per gli ordini ricevuti, dovevo provvedere in modo diverso. Così preparai un foglio di via, chiamai il piantone e gli ordinai di far accompagnare a Thiene la donna, e che si accertassero che prendesse il primo treno per non importa dove, ma lontano dal fronte.
Purtroppo non avevo fatto i conti con la natura dei nostri soldati. O forse, per fortuna; a volte trasgredire un ordine è censurabile meno di altre, anche se non dovrei dirlo. I nostri soldati: sanno essere coraggiosi e risoluti quando hanno un fucile in mano e un nemico di fronte. Ma quanto a sparare nella schiena della donna, che si era messa a correre su per un sentiero per fuggire, non se la sentirono proprio. E quando si lanciarono per inseguirla, alcuni colpi di mortaio esplosero nelle vicinanze e furono costretti a gettarsi a terra. Si rialzarono dopo qualche secondo, fortunatamente illesi, ma della donna non c'era più traccia. Non ne videro il corpo, quindi riuscì a scappare. Ma fuggì verso la prima linea, dove l'artiglieria nemica stava battendo da giorni, e di lei non si è saputo più nulla.-
Il racconto era finito e si sarebbe prestato a molti commenti, ma il primo che parlò fu Mariani:
- Io credo proprio che ne farò una novella. - disse con aria pensosa -
Naturalmente cambierò qualcosa, ma il finale per me è chiarissimo: la povera donna era certo pazza, le è stato impedito di svolgere quella che per lei era una specie di missione e quindi ha voluto togliersi la vita. E' sin troppo facile, qui ci sono occasioni di morire a volontà. Un giorno qualcuno troverà i resti di una giovane e si chiederà cosa facesse al fronte. Noi abbiamo la risposta, vero?-
La domanda pareva retorica, ma don Fiorani non la pensava così.
- Nessuno l'ha più vista, ma questo non vuol dire. A volte la divina provvidenza pare tenere una mano protettrice sulle persone che noi giudichiamo povere di spirito. E quella ragazza voi l'avete giudicata una pazza. Io spero che un giorno possa trovare la strada per tornare a casa sua, ovunque essa sia, e magari possa anche trovare un altro modo per incanalare quel fiume di amore che porta dentro.-

Il dottore e il sacerdote erano rimasti soli, mentre il sindaco e Mariani erano tornati a valle col camion della posta che, per prudenza, da settimane viaggiava solo col buio.
- Così adesso sappiamo che quella poveretta ci ha detto la verità - disse Carbonari, poi proseguì, mentre prendeva la borsa, quella che lo aveva seguito dal paese quando ancora faceva il medico condotto: - Per fortuna è capitata in mani fidate. Parisi, il mio attendente che tu conosci, è corso ad avvisarmi appena i barellieri l'hanno portata. Nessuno parlerà, sono tutte brave persone. - Rivolse un cenno a don Fiorani che stava finendo l'ultimo bicchiere.
- Andiamo, Maddalena, l'infermiera, è laggiù da sola da troppo tempo.-
Il cappellano, senza guardarlo, prese il mantello e la lanterna.
- Lo sai che rischi la corte marziale, vero? -
- Se un'anima avesse bisogno di te per salvarsi, tu ti lasceresti fermare da questo pensiero ?-
Il sacerdote abbozzò un sorriso - Ero certo che lo avresti detto, ci conosciamo bene oramai. Sì, andiamo Antonio, quella poveretta ha certo bisogno, e forse dopo di te anch'io potrò fare qualcosa. -
Usciti che furono, le ombre invasero di nuovo la tenda e fu come se colei che vi si era fermata ad ascoltare si fosse risvegliata e avesse deciso di tornare al suo macabro lavoro.
Subito, in quella notte d'estate, la luce della lanterna si rivelò ben misera cosa in paragone ai bagliori sui crinali dei monti, presto seguiti dal rombo delle esplosioni che mettevano fine all'esistenza terrena di molti disgraziati, addormentati nel fango sporco di una trincea e forse intenti a sognare di amori troppo lontani.
I due uomini si avviarono in silenzio verso una stalla abbandonata, appena sotto l'ospedale.
Una persona che aveva provato a portare un poco d'amore a chi non l'avrebbe mai più avuto li stava aspettando.
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime3/6/2008, 08:41

da stampare mario, troppo lungo da leggere al pc.

a dopo
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Massimo Guisso
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Massimo Guisso


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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime3/6/2008, 10:21

INDIMENTICABILE TRILOGIA!! O pentalogia?? Comunque da antologia!!!! cheers
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime3/6/2008, 12:51

Complimenti
Alessandro
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Almitra Newton
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Almitra Newton


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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime3/6/2008, 16:55

Aspetto con ansia il seguito.
Ancora bravo.
(ma già lo sai, vero?)
Al.
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Giuseppe Buscemi
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Giuseppe Buscemi


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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime4/6/2008, 16:14

Ottimo! Qui c'è stoffa per scritti lunghi, che il web penalizza.
Notevole capacità di restituire un ambiente e dialoghi a postissimo.
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime7/6/2008, 12:21

Episodi a sé ma collegati tra di loro con il comune denominatore della location.
I personaggi nuovi che entrano ad affiancare sulla scena quelli che già ci hai presentato.
Oggi conosco Violetta, mi ricorda tantissimo la Bocca di Rosa di De Andrè, che l'amore non lo fa per professione ma per passione, per regalare a quei ragazzi un'ora di amore, il suo modo di fare la guerra, donando un sorriso a chi rischiava di non averne più.
Mario, le tue storie sono semplicemente splendide...
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore   Quando la Morte ascolta -3 - La portatrice d'amore Icon_minitime

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