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 Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa

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Giuseppe Buscemi
Daniela Micheli
Mario Malgieri
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime24/5/2008, 08:02

Oggi, 24 Maggio, è un anniversario.
Sono trascorsi ben 93 anni, ma per me questo giorno ha ancora un significato; così ho pensato di postare il primo di una serie di racconti dal titolo "Quando la Morte ascolta". Sono già pubblicati su altri siti, ma li ho rivisti per l'occasione, in alcuni casi radicalmente, come in questo primo racconto.
Se qualcuno, dopo aver letto questo brano che funge da prologo, avesse il desiderio di proseguire, troverà gli altri testi (sei in tutto) a intervalli di qualche giorno l'uno dall'altro. Avverto che sono racconti abbastanza lunghi e hanno come filo conduttore avvenimenti del primo conflitto mondiale, quindi oramai lontani nel tempo.
Per me invece sono molto vicini: li ho dedicati a mio padre, "ragazzo del '99", volontario nei "battaglioni di assalto", i cosiddetti "Arditi incursori".
Lui, come tanti altri reduci, nulla mai volle raccontare della sua medaglia di bronzo, della sua croce di guerra o di qualsiasi fatto d'arme. Solamente mi portò da bambino a visitare gli ossari di Redipuglia e Asiago, perchè capissi cosa vuole dire la parola "guerra".

Buon 24 Maggio a tutti i lettori.

1- La padrona di casa

"Popolo tedesco, un nemico in più. Dalle caverne dell'Abruzzo, dalle macchie della Sicilia, dai boschi della Sila, dai vicoli di Chiaia e Mergellina, un esercito di vagabondi, mafiosi e suonatori di mandolino si prepara a marciare contro di noi.".
Poche, livide righe di un giornale tedesco, scritte il 25 Maggio 1915, molti mesi prima. Ma il dottor Antonio Carbonari le ricordava benissimo, perchè erano all'origine di quella giornata che avrebbe cambiato radicalmente la sua vita.
Mentre il calesse saliva verso il paese, Antonio quasi si stupiva nell'osservare che nulla intorno a lui appariva diverso: il tiepido vento della primavera inoltrata era piacevole, sembrava carezzare quella parte della Sila là dove essa degrada tra boschi e improvvise pianure, concedendo una terra fertile ma dura, sassosa, disseminata di balze rocciose. Lontano, la foschia indistinta del mare, generoso soltanto per coloro che siano disposti a rischiarne i capricci e le furie improvvise.
Seguendo questi pensieri, il dottore quasi sorrise; una furia improvvisa, come quella che aveva spinto Peppino, il suo amico fraterno, a precipitarsi a casa sua, stringendo in mano un giornale. Il ricordo nella mente di Antonio era vivido come se tutto fosse accaduto da poche ore.
- Tonino, te lo giuro, lo vedranno quanto valgono i vagabondi della Sila! -
L'ira di Peppino era incontenibile e Antonio non poté trattenere un sorriso al ricordo di altre frasi più colorite che l'amico, quasi un fratello per Antonio, aveva proferito, spinto da un carattere esuberante e focoso. Ma raramente Antonio l'aveva visto così fuori di sé.
- Peppino, che ti è successo? Sei rosso da fare paura, di cosa stai parlando? -
- Di cosa parlo? Di quei fetentissimi mangiapatate, sto parlando; guarda qui, è dell'altro giorno e l'ho avuto solo oggi, ma leggi quest'articolo e poi dimmi se non c'è da diventare furiosi!-
L'amico gli mise in mano quasi sgarbatamente la pagina che si era portato appresso e pareva essere la causa di tutto quel furore.
Antonio l'esaminò, si trattava di un giornale di Milano datato 26 maggio 1915. Il giornale riportava una parte di un articolo comparso il giorno prima sul "Deutsche Tage Zeitung" a seguito del "tradimento", così era chiamato, dell'Italia, rea di aver voltato le spalle alla Triplice Alleanza ed essersi schierata a fianco degli stati dell'Intesa.
Una rapida lettura del testo virgolettato, la traduzione dal tedesco delle prime, poche righe, chiarirono subito la ragione dell'indignazione del suo amico.
- E' per questo? Sei così fuori di te per qualche stupida invettiva? E' solo robaccia scritta per nascondere la paura, c'era da aspettarselo -, aveva cercato di minimizzare Antonio.
In realtà quell'articolo aveva solo fatto traboccare il classico vaso. Da mesi i due amici discutevano sulla guerra in corso, che vedeva l'Italia tenersi in disparte nonostante le contrapposte pressioni, di giorno in giorno sempre più forti.
- Noi dobbiamo buttare a mare quel trattato e schierarci con la Francia e l'Inghilterra, se vogliamo riprenderci Trento e Trieste e compiere finalmente l'unità dell'Italia -, sosteneva appassionatamente Peppino, seguace della schiera degli interventisti che si andava sempre più ingrossando man mano che le sorti della Francia parevano volgere al peggio.
Antonio replicava con pacata fermezza: - Trento e Trieste ci verranno date senza sparare un colpo, senza che un solo nostro ragazzo sia ucciso, se solo evitiamo di gettarci in questa guerra che sta divorando migliaia di giovani. Durerà ancora per anni, credimi. Dobbiamo solo aspettare. La guerra è sempre un mostro che sai quando scateni, ma ignori se e quando riuscirai a fermare, e a quale prezzo. -
Ma i tempi dei discorsi erano terminati, l'Italia aveva dichiarato guerra all'Austria - Ungheria e i giovani erano partiti, o stavano per partire, verso quel fronte che da lì pareva tanto lontano.
Poi, per un paio di righe di giornale, tutto era cambiato.
- Io non starò ancora ad aspettare - aveva affermato Peppino, accartocciando con rabbia il foglio - il parlamento ha deciso, il Re ha firmato, siamo in guerra. Mio padre mi perdonerà, lui ha fatto di tutto per non farmi richiamare, e Dio sa se ha mosso tutte le sue amicizie, ma io adesso vado dai carabinieri e mi presento volontario. E tu, Antonio, che farai? -
- Io la guerra la combatto qui, da anni, e tu lo sai bene. I miei nemici non sono i tedeschi o gli austriaci; sono Malattia, Miseria, Sporcizia, Ignoranza, i quattro maledetti cavalieri dell’apocalisse che battono questi paesi, e fanno grande bottino tra i più deboli, le puerpere, i bambini. Lo sai che di quelli che nascono, solo una ventina ogni cento raggiunge l’età adulta? Già, scusa, lo sai bene, tu mi parli spesso delle tue due sorelline che non ho mai conosciuto. No caro Peppino, io servo qui.-
Trascorsero solo pochi giorni e i due amici si salutarono, Peppino doveva partire per un centro di addestramento in Veneto.
- Mi raccomando Tonino, io vado a raggiungere gli altri prima che vincano la guerra da soli, tu sei rimasto uno dei pochi giovanotti in giro per il paese, lasciamene qualcuna per quando torno.-
Così aveva scherzato il suo amico, abbracciandolo con un poco di commozione.
Antonio l'aveva rivisto soltanto quella mattina, un anno dopo.
Quell'espressione irridente, quella mente vivace e ironica, quel fisico giovane ma che lasciava già capire la passione per la 'nduia, prodotta dalla sua famiglia per antica tradizione, tutto era cancellato. Al loro posto, Antonio aveva trovato un corpo senza più forze, quasi scheletrico, una mente sconvolta che riusciva a malapena a far sussurrare parole incomprensibili a una bocca deforme, sormontata dagli occhi spenti e appena socchiusi.
All'ospedale un collega, che Antonio conosceva bene, era stato chiaro: - All'ospedale da campo e poi a Padova hanno fatto quello che si poteva. Gli hanno estratto in tutto ventisei schegge di granata. Ma ce n'è una conficcata nel cervello. Non si può tirarla fuori senza ucciderlo o ridurlo a una larva. Ma è questione di tempo, è già un miracolo che sia arrivato vivo qui, lo hanno mandato a morire a casa, se non altro. Sai Antonio, là hanno bisogno di posto, devono cercare di aiutare chi ha ancora speranza.-
Lo strazio aveva lasciato Antonio come tramortito, e poi lo strazio si era trasformato in determinazione. La decisione che troppo a lungo aveva rimandato, combattuto com'era tra una visione totalizzante dei suoi doveri di medico condotto e la consapevolezza di altri doveri che sembravano attenderlo, era improvvisamente maturata, come se avesse avuto bisogno soltanto di un evento traumatico per venire alla luce.
I suoni della natura giungevano distinti al suo orecchio, ritmati dallo zoccolio del cavallino grigio e dal sobbalzare delle ruote su qualche improvvisa asperità della strada sterrata. Il dottore incitò l'animale a un'andatura ancora più veloce, presto la luce del sole, già basso sul lontano crinale, avrebbe lasciato il posto all'avanzare delle ombre serali e gli era rimasta una cosa da fare, prima di tornare a casa.
Il cancello del piccolo cimitero era ancora aperto, ma questa non era una sorpresa per Antonio che, anzi, ci aveva fatto conto. Come al solito, Tore, il becchino e custode, era all'osteria e lì sarebbe rimasto sino a quando qualcuno non lo avesse scacciato, stufo del suo continuo lamentarsi e del suo parlare confuso di ombre e di fantasmi.
Da qualche tempo, anche Antonio, nei giorni importanti, o quando la sua professione lo faceva sentire impotente, andava in quel luogo per parlare con un'ombra.
Da uomo di scienza, sapeva bene che soltanto i marmi lo avrebbero udito, ma come credente era convinto che, da qualche parte, suo padre fosse in grado di ascoltarlo e di comprenderlo. Forse persino di consigliarlo.
Come altre volte, si sedette sul primo gradino di una grande tomba di famiglia, vicino a quella molto più modesta e recente dove una lapide ricordava Domenico Carbonari, agricoltore.
- Papà, oggi sono sceso in città, sono andato all'ospedale. Sai, è tornato Peppino, il figlio di Vincenzo. C'eri ancora, quando venne da noi con quel giornale che lo aveva fatto così arrabbiare. "Dai boschi della Sila verrà uno che li prenderà a fucilate nel sedere, mentre scapperanno come topi di fogna", aveva gridato, e molto altro ancora. Ricordi? E' uno che prende fuoco facilmente. E così decise di presentarsi subito volontario, anche se Vincenzo con le sue conoscenze era riuscito a non farlo richiamare. Io invece sono rimasto qua, a fare il mio lavoro. Un dottore deve cercare di portare la salute, anche se il mondo intero fa a fucilate.-
Antonio si alzò e prese a sistemare meglio un mazzo di fiori di campo che avevano bisogno d'acqua, intanto continuava a parlare.
- Sono mesi che sentivo crescere la consapevolezza di un altro dovere, verso quelli che sono andati a combattere. Mi ero informato, al fronte c'è sempre un disperato bisogno di dottori, è una necessità ancora più urgente di quella che c'è qui. In fondo il vecchio dottor Altieri è ancora abbastanza in gamba ed è disposto a tornare, per un po' sarà sufficiente.
Ma ti dicevo di Peppino. E' gravissimo e morirà, non ci sono speranze. E questo mi ha fatto prendere la decisione: sono andato a presentarmi volontario, partirò tra una decina di giorni.
Pensa, dopo tutti quegli anni di studio mi manderanno a Padova a fare ancora un corso di preparazione. Ci sono molti pivellini, ragazzi soltanto al quarto anno che saranno istruiti alla meglio e mandati come aiuti. A me invece toccherà il grado di capitano e la responsabilità di un ospedale da campo, chissà dove. Farò tutto ciò che potrò per allontanare la morte, ma so già che per quanto io potrò fare, l'unica vincitrice di questa follia sarà lei.
Ora vado papà, devo dirlo a mamma, le darò un grande dolore, ma capirà. Tornerò a trovarti appena potrò.-
L'oscurità oramai aveva preso possesso del piccolo camposanto dove le parole di Antonio si erano appena smorzate nel fruscio della brezza sul cipresso. Mentre il dottore attraversava il cancello, tutti i rumori tacquero e Antonio ebbe per un attimo la sensazione che ci fosse un'altra presenza. Sì fermò e si guardò alle spalle, ma il luogo era deserto come quando era entrato.
Forse, pensò, la padrona di casa dalla grande falce era lì, e lo aveva ascoltato.
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime24/5/2008, 19:22

Se questa è la prima, merita certamente il salvataggio in un file, assieme a quelle che seguiranno, per una lettura su carta.
Ripasso, dopo che avrò letto con la calma che merita.
Per ora ti ringrazio di regalarmi storie che trattano argomenti che mi attraggono da sempre.
Grazie
Daniela
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime27/5/2008, 14:59

Sarà un’ottima occasione per rinfrescare, piacevolmente come con questo prologo, la Storia, trovandola in mezzo alle storie.
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime27/5/2008, 16:54

Gibbì ha scritto:
Sarà un’ottima occasione per rinfrescare, piacevolmente come con questo prologo, la Storia, trovandola in mezzo alle storie.

Grazie a te, ma sono incerto: se devo dare ascolto all'assordante silenzio Sleep (questa non è mia) che ha accolto questo pezzo, ed è solo il primo capitolo e non certo il più lungo, ho l'impressione che occuperei preziosa memoria nel server che potrebbe essere meglio usata per un centinaio di poesie o altri racconti più brevi ed eccitanti. Ci devo pensare.
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime27/5/2008, 16:59

mariovaldo ha scritto:
Gibbì ha scritto:
Sarà un’ottima occasione per rinfrescare, piacevolmente come con questo prologo, la Storia, trovandola in mezzo alle storie.

Grazie a te, ma sono incerto: se devo dare ascolto all'assordante silenzio Sleep (questa non è mia) che ha accolto questo pezzo, ed è solo il primo capitolo e non certo il più lungo, ho l'impressione che occuperei preziosa memoria nel server che potrebbe essere meglio usata per un centinaio di poesie o altri racconti più brevi ed eccitanti. Ci devo pensare.

No, Mario. L'assordante silenzio c'è, è vero; così come è vero che è una pagina lunga da leggere a video. Io non ho ancora avuto tempo di leggerla sulla carta.
Ho avuto un nonno che ha fatto la prima guerra, un padre che ha fatto la seconda: non privarmi e non privarci di queste pagine. Se anche le leggeranno in pochi chi lo farà resterà impreziosito di qualche cosa.
Grazie.
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime27/5/2008, 17:04

l'avevo stampato domenica perchè leggere a video racconti cosi lunghi non fa per me.
Sai leggendo mi è venuto in testa che una volta si faceva politica attiva
a tutti i livelli, i discorsi che tu hai riportato, discorsi di gente comune che pur parlano di fatti politici importanti, oppure la decisione del giovane medico di partire perchè molto probabilmente gli affideranno un ospedale da campo.Ora mi chiedo ma il nostro senso politico oggi dov'è finito?
Si ha ancora il concetto di patria?
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime28/5/2008, 22:29

Nocturna, Nuccina... grazie. Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa 556327

Proseguirò nel postare questi racconti, tanto nessuno è obbligato a leggerli e se invece qualcuno lo farà, beh, il dottor Carbonari ed io ne saremo contenti Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa 140132
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Daniele Dossena
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime28/5/2008, 23:34

mario vorrei che tu continuassi a postare i vari capitoli. li trovo molto belli e mi piacerebbe leggere il seguito.grazie di cuore
Daniele
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime28/5/2008, 23:50

Amo questi racconti storici.
Li scrivo anch'io sebbene nel web metta solo altre cose.
Ho raccolto testimonianze di combattenti e scritti della prima guerra, ci ho scritto anche qualcosa e a Redipuglia esiste un'iscrizione che porta il mio cognome. Apparteneva ad un ragazzo di 27 anni, un misero caporale
morto di tifo in seguito ad una ferita d'obice sul fronte del Carso.

Ti leggo.
bella scrittura.
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime30/5/2008, 08:11

Grazie a tutti, ho deciso di continuare ad affliggervi con questi racconti, il secondo lo posto adesso.
Sono tutti più lunghi del primo, quindi consiglio di stamparli oppure iniziarne la lettura solo se non avete nulla da fare per una decina di minuti buoni. Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa 770113
Grazie in anticipo Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa 35710
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Almitra Newton
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime30/5/2008, 11:23

Bellissimo.
Ora vado a leggere il 2° capitolo, che ho già visto postato.

Mentre leggevo della sorte toccata a Peppino, mi venivano in mente le parole che Manzoni mette in bocca ad un suo personaggio, che aveva contratto la peste (scusa, non mi sovviene il nome, forse Toni?) ed era rimasto sconvolto nel fisico e nello spirito: "A chi la tocca, la tocca"...
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime1/6/2008, 09:19

Ad ognuno la sua guerra, fatta in modo attivo comunque. Chi al fronte, con un fucile in spalla e chi decide invece di combattere la stessa guerra. Quanta tristezza nelle parole di Antonio tra i freddi marmi... La morte ha ascoltato, lei è la regina di quei luoghi, ma pur se dolorosamente, accogliere con lei Peppino è un atto di carità.
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime1/6/2008, 10:25

Un unico "grazie" a tutti per i commenti ai primi due capitoli: spero tanto che la vostra pazienza sia stata davvero premiata e io, pervicacemente, continuerò.
I prossimi due capitoli "La portatrice d'amore" e "il lupo", mi sono cari per due motivi diversi: il primo a mio personale giudizio è forse il migliore, non a caso l'ho scrirtto in realtà per ultimo, a distanza di oltre un anno dal prologo. Con l'altro mi piazzai secondo in un premio letterario abbastanza ambito (per carità, sempre per dilettanti) e la relativa targa troneggia nel mio scaffale dei trofei, così ho qualcosa da raccontare agli amici in visita clown
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KrazyKat
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime1/6/2008, 11:50

Sai che non è affatto male? Gli argomenti ci sono, i personaggi sono ben delineati, la narrazione scorre bene...secondo me, l'unica cosa che frega sempre, che frega me, e tantissimi altri, è l'italiano stesso, inteso com elingua letteraria. L'uso del passato remoto, i dialoghi incastonati nel testo, tanti altri particolari che appesantiscono il narrato: leggerò anche gli altri, secondo me se uno riesce a librarsi da queste forme retoriche, può scrivere pagine davvero pazzesche...
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime1/6/2008, 12:43

KrazyKat ha scritto:
Sai che non è affatto male? Gli argomenti ci sono, i personaggi sono ben delineati, la narrazione scorre bene...secondo me, l'unica cosa che frega sempre, che frega me, e tantissimi altri, è l'italiano stesso, inteso com elingua letteraria. L'uso del passato remoto, i dialoghi incastonati nel testo, tanti altri particolari che appesantiscono il narrato: leggerò anche gli altri, secondo me se uno riesce a librarsi da queste forme retoriche, può scrivere pagine davvero pazzesche...
Ti ringrazio sinceramente per la lettura e per le annotazioni.
Sulla lingua italiana, io che sono di antico pelo, la trovo stupenda, ricca, duttile e musicale: sono gli scrittori dilettanti come me ( e anche alcuni che dilettanti non sono... ) che non riescono ad usarla al meglio. Certo, come per tutte le cose occorre un po' di "manutenzione" per tenerla al passo con i tempi. Ma stravolgerla non è il caso, è bella com'è.
Nello specifico, io ho cercato di usare una forma abbastanza moderna nel narrato e forme più adatte all'epoca nei dialoghi che si suppone siano avvenuti tra il 1914 e il 1918, quasi un secolo fa.
Se avrai ancora pazienza e proseguirai nella lettura, verificherai quanto ho detto e mi darai, se vuoi, un tuo parere sul fatto che io sia riuscito o meno a mantenere un'unità stilistica sul binario che ti ho descritto.
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KrazyKat
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime2/6/2008, 11:37

Sia chiaro che l'intento non era di critica, eh! Ripeto, ce ne fosse, trovo che molte cose che oggi in Italia vengono ammannite come bestseller siano nettamente inferiori (ed è per questo che io non leggo praticamente più autori italiani, tra l'altro...). No, è che mi sono avventurato da alcuni anni in altri lidi: Lansdale, Manchette, Leonard, per dirne tre: riscontro una immediatezza, un realismo del narrato spaventosi. Poi, sicuramente c'è lo zampino del traduttore; se la lingua del testo è l'italiano, significa che scrivere in italiano si può! No, secondo me sono proprio i nostri schemi letterari, ad essere angusti; la figuratività, la ricchezza del lessico, l'aggettivazione, la possiiblità di creare parole dal nulla (es: sostantivo, troco; verbo, trocare; aggettivo, trocoso; avverbio, trocativamente!), sono strumenti incredibili. Mi dà l'impressione che a inquinarci è sempre e comunque una sorta di uso retorico che facciamo della lingua, quella scritta, intendo; forse perchè a tutti, che noi si abbia 40,50,70,19 anni, a scuola hanno fatto leggere Verga, Manzoni, Morante, Harper Lee, Caarmen Pettoello Morrone, etc etc etc...magari, tralasciando Sciascia, Moravia, Calvino, Buzzati, uno a caso dei recenti, Camilleri...non so, mi spiego?
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime2/6/2008, 12:29

KrazyKat ha scritto:
Sia chiaro che l'intento non era di critica, eh! Ripeto, ce ne fosse, trovo che molte cose che oggi in Italia vengono ammannite come bestseller siano nettamente inferiori (ed è per questo che io non leggo praticamente più autori italiani, tra l'altro...). No, è che mi sono avventurato da alcuni anni in altri lidi: Lansdale, Manchette, Leonard, per dirne tre: riscontro una immediatezza, un realismo del narrato spaventosi. Poi, sicuramente c'è lo zampino del traduttore; se la lingua del testo è l'italiano, significa che scrivere in italiano si può! No, secondo me sono proprio i nostri schemi letterari, ad essere angusti; la figuratività, la ricchezza del lessico, l'aggettivazione, la possiiblità di creare parole dal nulla (es: sostantivo, troco; verbo, trocare; aggettivo, trocoso; avverbio, trocativamente!), sono strumenti incredibili. Mi dà l'impressione che a inquinarci è sempre e comunque una sorta di uso retorico che facciamo della lingua, quella scritta, intendo; forse perchè a tutti, che noi si abbia 40,50,70,19 anni, a scuola hanno fatto leggere Verga, Manzoni, Morante, Harper Lee, Caarmen Pettoello Morrone, etc etc etc...magari, tralasciando Sciascia, Moravia, Calvino, Buzzati, uno a caso dei recenti, Camilleri...non so, mi spiego?

L'avevo capitobenissimo che non era una critica, ma se anche lo fosse stata andava benissimo: siamo qui per metterci in gioco ed imparare. Anzi, sono contento che si possa discutere senza necessariamente dirci soltanto quanto siamo belli e quanto siamo bravi: mi fa venire in mente la vecchia storiella di quel tale che voleva vendere al mercato il suo cane per 1000 fiorini d'oro e ne ebbe due gatti da 500 fiorini l'uno... Very Happy
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Lo uppo perchè...   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime25/5/2011, 16:20

beh, andate a vedere sul forum "comunicazioni... "
Casomai vi venisse voglia di rileggerlo tutto insieme, in un bel libro stampato.

http://www.inpuntadipenna.org/t10433-consiglio-per-gli-acquisti
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Franca Bagnoli
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MessaggioTitolo: Re: Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa   Quando la Morte ascolta - 1 - La padrona di casa Icon_minitime27/5/2011, 00:16

Ecomi qui, ci sono anche io. Come non appassionarsi, Mario, ai tuoi racconti? Mi soffermo su due domande che ha posto Ospite: "Ora mi chiedo ma il nostro senso politico oggi dov'è finito?
Si ha ancora il concetto di patria?" Io non mi sono mai iscritta ad un partito ma mi è piaciuto sempre occuparmi di politica. Mi pare che oggi, dopo un periodo di disaffezione alla politica, la gente ricominci a fare politica. Questo mi fa ben sperare sulla riuscita dei prossimi referendum. Sul ballottaggio, ancora più vicino dei referendum non mi pronuncio per scaramanzia. Quanto al concetto di Patria, vorrei dire che, avendo vissuto la mia infanzia e la prima adolescenza sotto il fascismo ho colto più il risvolto retorico del concetto di Patria che quello di unità territoriale e culturale. Oggi dovremmo coniugare l' appartenenza ad una Patria con l' appartenenza alla Famiglia umana. Potremmo ricadere nella retorica anche in questo caso ma io credo che siamo ad una svolta cruciale che riguarda non più cumunità nazionali ma i loro rapporti nell' affrontare problemi ineludibili: gli stili di vita relativamente ai problemi ambientali e a quelli sociali prendedo coscienza che non può più reggere il rapporto tanto sbilanciato tra Nord e Sud del Mondo. La storia , credo che inizi a presentare il conto alla parte ricca del Pianeta: Noi occidentali. Un saluto a tutti da Franca.
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