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 Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio

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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime20/1/2008, 18:37

Il problema urgeva di una immediata e drastica soluzione; erano settimane che Don Zelindo ci pensava su e quel pensiero fisso lo distoglieva da altri problemi che avrebbero invece necessitato della sua attenzione. Stava aspettando una notizia importante dal vescovado e invece di concentrarsi sulla nomina che lo attendeva, pensava a quei maledetti animali morti che costituivano i suoi scendiletto ed agli altri essere immondi che li abitavano; Don Zelindo sapeva che c’erano, ben nascosti e invisibili ad occhio nudo, ma c’erano ed erano ferocemente affamati delle sue carni.
Da due mesi, ad ogni alba, quando toglieva il piede dal tepore delle coperte e lo poggiava a terra, trovava quel pelo di capra morbido che accoglieva i suoi plantari e che schifavano il seminarista come null’altra cosa al mondo; Don Zelindo non memorizzava e ogni mattina imprecava silenziosamente per la sua disattenzione, facendosi poi immediatamente il segno della croce nel chiedere perdono a Dio di averlo nominato invano.
Era riuscito a sopravvivere ai cucchiai non proprio puliti della perpetua di Don Giacomo, era riuscito a non svenire all’odore di gorgonzola che saliva dal suo dirimpettaio in treno nel rientro dal paesello; era infine riuscito a non schifarsi davanti alla pizza ai quattro formaggi mangiata la sera prima con altri due seminaristi, che pareva uno sformato di sbobba biancastra con un alone rossastro attorno. Era un uomo di Dio ma anche un uomo di stomaco, Don Zelindo. Ma quelle pedane di pelo no, quelle non riusciva proprio a farsele piacere; avevano un colore giallino che gli ricordavano tanto il colore della pipì quando beveva troppa birra, di nascosto al priore.
Erano soffici sì, e preservavano il suo piede dal freddo delle piastrelle del pavimento della cella.
Ma a Don Zelindo pareva di sentire girare, in mezzo a tutto quel pelo, miliardi di acari immondi che prima o poi gli avrebbero infettato le piante dei piedi, piagandole di mille sofferenze.
La domenica mattina si decise a prendere il toro per le corna, in realtà prese le capre morte per un capo, e ne fece un mucchietto dentro la vasca da bagno.
Prese il cellulare e chiamò la signora Matilde, la donna delle pulizie, per chiederle qual’era la temperatura adatta per quelle stramaledette pedane pelose e la procedura da seguire per lavarle degli ospiti schifiltosi.
“Ascolti, Don Zelindo, non occorre mica una laurea per lavare le pedane di pelle di capra, mi pare di aver capito che sono così, no? Dico io, ma due semplici pedane di cotone? Se fossi in lei scriverei al vescovo e chiederei l’autorizzazione all’acquisto, con due occhi come ha lei non riusciranno certamente e dirle di no…. Ah, sì, non divago… Dicevo, deve riempire la vasca di acqua tiepida, poi mette a mollo gli animali morti con un bel po’ di detersivo e agita tutto per bene… Sì, sì, le può agitare anche con i guanti di gomma, non si offendono mica gli animali a non sentire il calore della sua mano, sono già morti... Allora, le lascia a bagno scuotendole di tanto in tanto poi le risciacqua bene fino a che l’acqua è bella limpida e senza residui di detersivo. Poi le prende e le strizza con vigore, lei c’ha due belle braccia forti, solo che mi pare che i muscoli non sono molto allenati e le farà bene un poco di esercizio. Sì, sempre coi guanti che non le faccia troppo schifo toccare il pelo bagnato, non c’è problema. Poi, quando le ha ben strizzate, le stende al sole. C’è il sole, non vede? Non è molto caldo ma il sole c’è, godiamocelo che tra poco vedrà, Don Zelindo, che nebbie verranno a nasconderci… La saluto allora, se ha bisogno non faccia complimenti e mi richiami pure eh?”
Don Zelindo infilò due guanti di gomma fosforescente e si accinse a seguire gli appunti che aveva preso sul block notes man mano che Matilde parlava.
Dopo un po’ l’acqua divenne tutta torbida e Don Zelindo esultava, vedendo gli acari e le altre bestiacce che annegavano.
Dopo tre ore di ammollo, risciacquò il tutto con cura, operazione che richiese circa altre tre ore; una volta che l’acqua fu pulita, come aveva detto Matilde, iniziò a strizzare ad una ad una le pedane che parevano proprio avere l’aspetto dei gatti randagi sotto un temporale.
Le stese accuratamente sul balcone, spostando lo stenditoio fino a che i raggi del sole non lo colpirono perpendicolarmente.
Finite poi le altre faccende domestiche, si decise per un pasto fuori dal refettorio del convento, dirigendosi in città con la sua utilitaria.
Era nervoso, pensava alle pedane stese al sole e non vedeva l’ora di tornare in cella; cosa che avvenne poco dopo, lasciando il cameriere con un palmo di naso quando rifiutò sia il caffè che il dopo caffè. D’altra parte era uomo di chiesa e i vizi di gola non potevano far parte della sua bibbia personale, anche se qualche volta veniva meno alle regole.
Una volta arrivato a casa andò immediatamente allo stenditoio: le dodici paia di mutande bianche, le quattordici paia di calzini corti di cotone makò dello stesso identico grigio erano perfettamente asciutte.
Quelle bastarde di pelle di animale no, erano ancora gocciolanti e Don Zelindo iniziò ad essere preoccupato, temeva che se non si fossero asciugate la cella si sarebbe riempita dell’olezzo di cagnuzzo, odore a lui particolarmente non grato in quando associato ai cani che lui odiava.
Guardò il cielo che stava volgendo allo scuro e il Signore dall’alto lo ispirò: prese lo stenditoio e lo pose in cella, di fronte al termosifone che già era stato acceso dal priore per evitare che i tanti seminaristi potessero ammalarsi e non accudire il convento al posto suo.
Dallo stenditoio, con l’aiuto del calore, iniziò ad elevarsi una voluta leggera di vapore, che fece capire a Don Zelindo che il Signore non sbaglia mai nelle sue indicazioni.
Si mise allo scrittoio, prese penna e calamaio ed iniziò a scrivere il promemoria delle cose da fare in settimana, non prima di aver raccomandato Matilde al Signore, che la tenesse in salute a lungo.
Almeno fino a quando Don Zelindo non avesse indossato l’abito porpora e infilato al dito l’anello cardinalizio.
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime20/1/2008, 18:40

Ogni riferimento a persone, fatti e situazioni è assolutamente voluto Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime20/1/2008, 18:42

Cardinalissio, Noc... A parte il resto è perfetto!!
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime20/1/2008, 19:18

Accccc......
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime20/1/2008, 19:24

Don Zelindo: uno dei pochi preti che mi sono simpatici... Twisted Evil
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime20/1/2008, 19:33

Ammassapreti nel senso che li ammassi tutti, uno sopra l'altro a mo' di pira e poi gli dai fuoco?
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime20/1/2008, 19:39

... chi dà fuoco a tutto e tutti è Pino Scotto (su RockTV - canale 718 di Sky, tipo venerdì alle 20).... Io salverei il prete che - non faccio nomi - qui da me al matrimonio delle ore 18 del 31 dicembre (non scherso) nella predica agli sposi ha pubblicamente critica il papa per la sua posissione sui DICO!! Giuro! Per non dire di Don Gallo ospite di Crossa su (mi sembra) Comedy Central, quando ha detto che i vescovi vanno a puttane sensa preservativo! E salverei solo quei - pochi - preti operai degli anni '70 in poi! E' chiaro che io entro in chiesa solo per vedere delle opere d'arte, e/o per le rarissime celebrassioni matrimoniali dei figli dei miei amici...
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime20/1/2008, 19:47

Conosci padre Beppe Stoppiglia?
Quello che era spesso ospite da Fazio quando conduceva il programma Quelli che il calcio?
Oltre a Don Eligio (ne ho scritto, devo solo ritrovare la pagina e postarla) è uno dei pochi che stimo.
Per il resto.... bè, solo due anni fa ho vissuto una situazione allucinante che vedeva coinvolto mio figlio, grazie al cielo senza conseguenze, ma che mi ha portato a guardare con estrema diffidenza il mondo delle parrocchie, degli oratori e dei centri di aggregazione giovanile di matrice cattolica.
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Luca Curatoli
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime24/1/2008, 20:49

simpatico Don Zelindo, uomo di chiesa, di stomaco e di scrittura
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MessaggioTitolo: Re: Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio   Le cronache di Don Zelindo - I consigli di lavaggio Icon_minitime

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