Ho visto l’altro mondo
Il non ritorno
Mi sono ritratto perso nella commozione e nello stupore disperato del non recuperabile
Ho visto i mari del sud e il vento freddo del nord
Ho visto le tempeste di sabbia e le tempeste di sole, che penetrano recondite memorie e restituiscono il noi che eravamo, in itinere
Il noi che siamo e saremo
Mi sono avviato verso l’orizzonte, certo che altro aspettava i miei occhi, scavalcando montagne ingessate di bianco
Guadando fiumi che risplendevano argento
Solcando mari in turbinosa quiete
Ho attraversato il mio oriente e il mio sud
Argini di passato
Archivi storici per occhiaffamati e per chi sa ascoltare i silenzi
Infine le luci anticiparono l’alba e vidi l’ultimo ostacolo
L’ultimo ponte dai contrafforti di panna
L’ho attraversato levitando, per non lasciare impronte di pentimenti, ma è crollato sotto l’esile parvenza di un viaggiatore senza mete
Allora ho guardato in alto, scrutando il cielo, senza trovare i segni
Dio e’ altrove avvolto in presunzioni d’onnipotenza
Noi stiamo qui a contarci e a dipanare pensieri incontrollati