Schegge di vetro
Ora il tempo trascorso
mi è nemico, riporta
al cuore sensazioni,
taglienti schegge di vetro.
Nel canto di cicale
ossessionate dal sole
aghi di pino arsi
da stagione bollente;
il loro odore caldo
evoca estati solitarie
in compagnia di paure
figlie di abbandoni.
La quotidianità della lontananza,
surrogato di stabilità ,
annullata dall’ incapacità
di chi, egoista, distrattamente
si occupava del frutto
casualmente generato:
altri erano da considerare.
Ormai il tempo è trascorso:
meglio allora usare
quei vetri taglienti
per suicidare il dolore.