cos'è un poeta?

La notte era coperta dal lieve velo della nebbia, la luna piena era oscurata dietro le nuvole fosche.
In città si udiva il rumore della musica che riverberava oltre le porte dei bar.
Le strade semi deserte, un ragazzo camminava spensierato, con le mani nelle tasche e il corpo ritto per il freddo.
Vide un uomo seduto su di una panchina che, osservava l'entra - esci della gente.
L'uomo avvolto in un abito nero, con il viso cupo e attento, uno sguardo curioso in volto, le mani che si muovevano freneticamente.
Il ragazzo non riusciva a vedere cosa avesse in mano, e si avvicinò scorgendo il bicchiere di brandy sul lato della panchina, mentre l'uomo non distoglieva lo sguardo dalla porta del locale.
Tutto pareva statico ma lui sembrava molto impegnato in quel non far niente in qui si era accomodato, un gatto passò di fronte ai due, il felino portatore di sventure, fece incontrare i loro sguardi e non smisero di osservarsi.
Poco dopo una macchina investiva il gatto, l'uomo al veicolo imprecò uscendo dalla macchina e accertandosi del danno proseguì, lasciando l'animale steso a terra.
Due donne uscivano dal locale, divertite e intontite, si piegavano sulla soglia della strada e vedendo la bestiola condire la strada, rigettarono tutto quel che avevano vissuto dentro a un tombino.
I due ancora si osservavano senza dir nulla, mentre la vita notturna proseguiva.
Le due ragazze scapparono dentro al bar, trascinandosi a vicenda, con ancora i residui dell'accaduto sulle labbra.
La nebbia cominciò a diradarsi, lentamente, quasi passeggiasse per le strade, la luna occultata veniva rivelata lentamente, e la musica del bar si faceva più bassa.
Il gatto in terra con tutta l'anima in strada iniziò a rialzarsi, ancora gli penzolavano gli organi, poi zampettò verso i due ancora intenti a osservarsi e si sedette sotto la panchina.
L'uomo prese il bicchiere di brandy, ne bevve un sorso e lo poggiò in terra lasciando che il felino si dissetasse.
Il ragazzo era confuso, il silenzio era calato furtivo e si era insinuato in ogni angolo, la luna splendeva senza uno strascico di nube e la strada era stata percorsa da tutta nebbia.
Quel singolare individuo si alzò dalla panchina, il ragazzo aveva una domanda in bocca, ma la sputò in terra, vedendo l'uomo andarsene, mentre il gatto gli andava al seguito.
Tutto riprese, la musica si riaccese come non si fosse mai spenta, la luna si nascose di nuovo ma fu il giungere dell'alba che irradiando la città dalle montagne illuminò la strada.
Il ragazzo si avvicinò alla panchina, il bicchiere rifletteva la luce su un foglio poggiato e quando lo sollevò lesse:

Sono un mutevole attimo di passione che
ogni individuo intercorre durante l’evoluzione.

c'è molto di più anche nel non detto.
bella, holly.
ciao.

come rispondere a una domanda mai fatta

c'è molto di più anche nel non detto ?

meglio motivare senza leggere che leggere senza motivo

Mi sembra una specie di dissociazione.
Come qualcuno che si sta specchiando in una realtà dal di fuori
e ne trae anche le intime conclusioni.
Un qualcuno che parla a se stesso di un qualcosa che gli dice chi è.
il gatto può essere il suo alibi o una persona addirittura.

Magari è tutta una mia fantasia interpretativa.
Comincio a confondermi anch'io, la malattia di NET mi ha contagiato.

il gatto per di più rappresenta il fato, fortuna e sfortuna.
ma forse non era tanto semplice.

Ho omesso delle cose, ma a parte il gatto è una cosa d'introspezione soggettiva questa tua, holly ?

Difficile uscire indenne dalle visioni che sei riuscito ad evocare con questa tua.
Non mi piace il titolo, ma ciò che hai scritto molto.

Sono un mutevole attimo di passione che
ogni individuo intercorre durante l’evoluzione.

questi due versi definiscono più la poesia che il poeta...

detto questo il tuo racconto ben costruito, con un sapore noir e crepuscolare, quasi gotico: lascia silenzio e domande e poi altro silenzio ed latre domande...

ancora una volta questo è quello che dovrebbe fare e/o dare la poesia...
il poeta dovrebbe versare il brandy dellle parole per mettere in atto (poesia=fare) questo silenzio e queste domande...

però io ci aggiungo che dalla descrizione del paesaggio, il movimento della nebbia in particolare, potrebbe aggiungersi un altra domanda: si può avere poesia senza il poeta?

Non so quanto da te voluto, ma sembra che a questo hai già dato una risposta....

Comunque sei un bravo costruttore di rompicapi...
Non oso immaginare cos'altro ci sarà nelle tue prossime, ma l'aspetto volentieri
- ah una solo cosa: nel tuo racconto tutto è sinfonicamente lirico, solo il vomito delle signore, e lo spiattellarsi sotto le ruote del gatto, danno un effetto, come dire (trash mi sembrerebbe esagerato) un tantino dissonante, graffiante, epperò io che amo la poesia tutta la poesia (meno i poeti) ti dico che è comunque un effetto poetico, perchè la poesia deve pure "puzzare" di sangue, sudore e qualche volta anche di acido vomito: bravo!

Ciao!

il vomito ha un suo significato come lo spiattellamento

la poesia della vita c'è sempre stata i poeti sono coloro che ci hanno permesso di leggerla

Brano ben scritto, senza tentennamenti. In alcuni punti decisamente sperimentale.
Bravo.

grazie a tutti

resta un dubbio, nonostante, il poeta se ne va