IL DOLORE-Per ricordare a Mammolina che non siamo soli.

La frase”elaborare un dolore” è un ossimoro,ossia una contraddizione in termini.
“Elaborare” presume una lucidità mentale, una presenza verso te stessa e i fatti che in presenza di un dolore assolutamente non c’è.
E poi un dolore è un dolore, che c’è da elaborare?
Da qualunque angolazione lo osservi, per quanto lo rigiri e lo analizzi, ne svisceri le cause e le origini, alla fine ti ritroverai lì, sempre con lo stesso risultato: un dolore.
“Il dolore va vissuto” altra bella frase! Perché, scusate, c’è l’alternativa?
Perché se c’è nessuno si è preso la briga di dirmelo. Ogni qual volta ho provato un dolore ho potuto solo “viverlo” piegata in due, piangendo, finchè le forze non mi sono più bastate neanche per soffrire. Ecco, forse l’unica via è questa: aspettare che passi.
Ma allora il dolore non si vive, si subisce e tutti quelli che dicono che non è vero, di solito, un vero dolore non l’hanno mai provato, forse solo studiato.
Provato…provare dolore…ma se il dolore si “prova” com’è che ogni volta che l’ho fatto e non mi è piaciuto non ho potuto renderlo a nessuno? Allora il dolore non si “prova”, te lo prendi proprio, in toto e te lo tieni finchè l’animale antenato che vive ancora in te non ti dice che è il caso di smetterla…giusto per sopravvivere.
Però, c’è una consolazione, nel dolore, è la certezza che, prima o poi, passa e la vita ti riprende e ti ributta nella mischia e tu, se sei brava, se ti vuoi ancora anche solo un po’ di bene, se ne hai l’intelligenza, di quella momentanea mutilazione psichica che è il dolore, puoi farne il punto da cui ripartire, più forte, più conscia, meno esposta.

Sarà...

Per me,è!Poi è naturale che ognuno parli per sè.

Non sono mai pronta e non riesco ad elaborarli.
Ci provo.
Poi scuoto i capelli e come Rossella mi dico "Domani è un altro giorno".
Ma al mattino si ripresenta, a bussare, anche se, accompagnato dal Signor Tempo, bussa sempre più debolmente.
Questa è la consolazione.
Grazie, Rubinia.

A te Noc,grazie a te.

si cambia davanti al dolore, noi cambiamo, non lui, Lui è li sempre uguale, noi lo vediamo in modo diverso.. non consola mai questo fatto. Con gli altri, attraverso gli altri impariamo anche a riderne. Piegata in due .. si lo sono stata, ma sai, ho sempre pensato che il dolore ha qualcosa di comico, le sue lacrime non hanno senso. E così, mentre piangevo ho inziato a ridere di me stessa, " che accidenti piango a fare?", non sono due lacrime che risolvono e cambiano. esiste però anche la disperazione, l'ho conosciuta solo una volta e non era per un mio personale dolore, ma per quello di mia figlia qualche anno fa, stava male e non potevo aiutarla. quella è la disperazione più agghiacciante che abbia mai conosciuto. ma .. grazie al cielo è passata anche questa. aspettiamo che le cose passino, è vero, per fortuna alcune cose vanno via davvero. grazie per la tua pagina, sei stata davvero carinissima, non ho parole! .. leggi se hai modo su questo sito lla mia pubblicazione "don't linger or delay" .. parlo un pò di questo! baci grandi! renata

mi piace questa pagina seria e sincera, che dice : nessuna ipocrisia sul dolore. Un dolore se e' tuo, te lo tieni, e non c'e' ragionamento, immediatamente dopo la reazione e' un urlo una lacrima un'agghiacciante silenzio un vomito, dopo, dopo e' gia' cambiato, sta' cambiando il dolore.
Se e' degli altri, va solamente rispettato e ascoltato, non capito, che se non e' tuo non lo capirai mai fino in fondo, un dolore non e' di tanto o poco, e quello che e' tantissimo per noi potrebbe essere un niente per gli altri, per questo va sempre rispettato.
Nonostante le poesie, la filosofia, i ragionamenti, sempre di un dopo,
a quell'urlo quel vomito quell'agghiacciante silenzio le tue parole rendono merito.
grazie rubinia

Sono pienamente d'accordo con entrambe: la dedicante e la dedicata (se così posso esprimermi).
A volte sembra di soccombere, quando si soffre tanto: sembra non ci sia via d'uscita, tranne, forse, la fine di tutto, per sempre, senza ritorno.
Io purtroppo l'ho provato, questo smarrimento della coscienza, anni fa, a seguito di un grande dolore. L'ho provato, l'ho subìto, per un po' di tempo, poi l'istinto di sopravvivenza ha prevalso e ho cercato di "tirarmi su". Aiutata, ce l'ho fatta, ed ora mi rendo conto di quando sto ancora leggermente scivolando verso quel tunnell. Corro subito ai ripari e cerco di riprendermi.
Finora ci sono riuscita e la scrittura mi aiuta molto.

Perciò grazie a tutti voi che mi fate compagnia! Un affettuoso abbraccio. Al.

Il dolore è privato, come la sua percezione.
Nessun dolore è in se oggettivo, nessun dolore ha in se una dimensione.
E' la nostra elaborazione a renderlo tale.
A differenza del dolore fisico, che è tangibile, il dolore che uccide è quello che solo noi riusciamo ad elaborare e sentire. E per quanto possa sembrare strano, più gli altri non lo vedono, più noi lo elaboriamo e in quella solitudine dove il dolore infine confina, accade solitamente che è dolore intimo, perchè non lo puoi condividere

Per il dolore non si è mai pronti, anche quando lo si aspetta, giunge sempre di soppiatto. Poi non si può misurare, non esiste una scala per quantificarlo.
ermanno

Il dolore, che ti penetra dentro, ti ruba l'anima, e sembra che nulla abbia più senso; poi ti accorgi che la vita è più forte, ti reclama, e allora vai avanti, per te stessa, prima di tutto, e per chi ti sta accanto e ti ama. Ma non è facile, me lo dico ogni giorno, specie ora che tutto mi sembra irreale, ma il mio incubo è reale non è un sogno....

Niente è per sempre.Per quanto possa sembrare banale è quello che mi ripeto ogni volta che soffro,come un mantra, e ha il suo effetto.Ciao,Aracne.

Io trovo quasi impossibile parlare del dolore, tranne che a porta socchiusa ogni tanto lasciarne uscire il fiato.
Epperò grazie, ho letto volentieri il tuo brano ed anche i commenti.

clelia

Grazie a te Selva.

Io non so. Ci sono dolori che possono devastarti. Qualche giorno fa ho assistito a scene strazianti e non so nemmeno lontanemante immaginare una possibile reazione.
Sento una tale rabbia in me che non oso pensare cosa prova chi ha vissuto questa disgrazia da vicino.

"Piangere è intolleraile, innaturale, dovrebbe essere riservato per le grandi occasioni, il telegramma nel cuore della notte, disastri ferroviari, terremoti, guerre." (Donald Berthelme)