IL POTERE DEI SOGNI - RENATO FARINA

... da quel mio sogno sono passati oltre cinquant’anni, vita piena di speranze, ideali, e gioia di vivere, però a costo di tanto, tanto soffrimento: terra straniera quanta malinconia.
Ricordare è rivivere le emozioni, i momenti belli e amari di quello che pensavo potesse essere differente; differente per lo meno di quello che stavo lasciando dietro, qualcosa di indefinito, non mi sentivo soddisfatto, contento, però per che cosa!
Era come se si volesse trattenere un cavallo che vuol correre…dove?...solo correre.
Così mi sentivo io, la gioventù mi spingeva avanti senza pensare a cosa andavo incontro: idioma, gente, costumi e una idiosincrasia completamente differente e chissà incompatibile.
Come definirla quella forza interna  che muove montagne, quella fede in se stessi che fa superare i peggiori ostacoli….
Quello fu un giorno di vera pazzia: in un momento di fantasia visionaria volli cambiare la monotonia e il circolo nel quale mi sentivo chiuso, per raggiungere qualcosa di più… Che cosa? A saperlo…. Solo seguendo un impulso che alle volte confonde la realtà con la fantasia, le difficoltà che si possono presentare come per esempio la lingua spagnola che neppure conoscevo ma, con lo stesso impeto incosciente dicevo: lo spagnolo? Facile basta aggiungere una s a tutto ed è fatto….che errore stavo facendo; era incominciata la mia avventura.
Comunque devo chiarire che questo mio desiderio era un sogno e una fantasia che mi portavo dietro fin da quando ero ragazzo, conoscere il mondo e quando si è ragazzi i sogni oltre a non avere frontiere mai fanno i conti con la realtà.
Ad accompagnarmi in questi voli, non ero solo perchè erano condivisi anche dalla mia fidanzata, non eravamo ancora sposati, ne stavamo ancora parlando. Un giorno andammo a vedere una pellicola di nome “Papà Gambalunga” nel cinema comunale di Teramo, l’unico esistente in quell’epoca.
Ricordo che sulla parete dello schermo, in alto c’era una frase scritta in latino: ”MEMENTO AUDARE SEMPER”.
Credo che per me era abbastanza significativo e quadrava col mio stato d’animo. Il protagonista del film musicale era Fred  Astair.
La pellicola entusiasmante e piena di luci, ci faceva vedere l’America in tutto il suo splendore e fantasia, tutto era un canto di trionfo, così lo vedevamo noi.
Quando uscimmo dal cinema fu come se ci fossimo ubriacati di coraggio e di buon umore; decisi di partire per l’America.
Chiaro America del Sud e America del Nord non sono la stessa cosa!
Qual’era, a che cosa si doveva quella differenza? La nostra ignoranza forse ci scusa.
Noi solo pensavamo di rimuovere quello stancamento del dopo guerra, le sue difficoltà pensando che andavamo a trionfare così come trionfano alle volte gli ignoranti, solo con una gran fede; senza pensare che fra la partenza e l’arrivo del trionfo l’intermezzo è uno spazio lungo da colmare.
Pensavamo che saremmo riusciti a superare tutte le difficoltà convinti che se degli operai, dei contadini tornavano e si comperavano la casa o coronavano il sogno di coltivare un terreno proprio; noi avremmo potuto fare lo stesso se non di più……
Decidemmo di stare fuori dieci anni e poi saremmo ritornati!
Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, quante volte ripeterò questo ritornello. Nè le carte di una fattucchiera o la sfera di cristallo potevano predirci il futuro, dovevamo viverlo senza fantasia giorno per giorno, il soffrimento e le difficoltà stavano nascosti come in una nebbia, sarebbe stato il prezzo che dovevamo pagare come tutti gli emigranti in terra straniera.
Gioventù gioventù divino tesoro e così fu deciso.
Memento Audare Semper: era l’anno 1955.
Essere uscito dalla lotta quotidiana e dal labirinto di tutti i giorni, come epilogo della mia storia dico; doveva essere così, non ho fatto tutto quello che volevo ma ho fatto quello che ho potuto e se ho sbagliato sono stati errori umani, scherzi della vita, imprevisti che giocoforza si devono superare e andare avanti. Iniziai un’avventura che non aveva nessuna preparazione fondamentalmente logica; solo la caparbietà e l’incoscienza della gioventù, per quanto non mi posso lamentare, nel senso che lottai e lottai, caddi varie volte e mi rialzai con maggior impeto e la testa dura del mio segno taurino, mi spingeva avanti a pesar di tutto…LA PAZIENZA! Ho anche pianto (pur se si dice che l’uomo non deve piangere) ma sono andato avanti, alla fine la spuntai creandomi una significativa stabilità e agiatezza trentacinque anni dopo!
La filosofia della vita. Vivendola è che la vai conoscendo….imparando ad ogni accettare ogni errore e sempre qualcosa di più.
Sta per calare il telone sullo spettacolo, questa vita che ci pone davanti un perchè grande come l’universo e la continuità della nostra “energia” in questo cosmo in cui nessuno ancora ci ha detto chi siamo che siamo venuti a fare e dove andremo!.....

“Solo sognando e restando fedele ai sogni riusciremo ad essere migliori e se noi saremo migliori sarà migliore il mondo”