Ero lì a tessere sguardi e dubbi,
come un albero senza foglie,
in ottavi di pensieri,
lasciando che mille e mille gemme
fiorissero sulle cime.
Fili d'argento e d'oro cadevano fra le dita,
quando gli avvoltoi cercavano pace e silenzi,
per colorare il mondo addormentato.
Anche le inumane cicatrici,
si trovavano fuse nel canto,
sulle radici delle parole, popoli con le lampade accese.
Sommersa dalla grandezza e dal dolore,
una morsa di pianto a due mani,
si fermò il tempo sulla terra,
si svegliò inquieto e commosso.
Slittano le immagini sulla neve,
fanciulli con il mattino nel cuore,
sui vassoi di tesori e drappi,
sta la montagna con ricami d'infinito
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