Il piccolo chiosco drappeggiato da teli di canapa s’inzuppa improvvisamente di pioggia sotto l’impeto del furioso temporale estivo.
Una domenica qualunque. Una domenica sì.
Un piccola osteria ai piedi del Monte Cimone, in riva ad un lago che somiglia più ad uno specchio di giada smeraldina, uno di quei posti rustici in pietra dove ancora si mangiano le tagliatelle fatte in casa condite con porcini freschi di giornata o polenta abbrustolita alla griglia.
Sotto il placido sole di luglio è rilassante ascoltare il tempo, il sottofondo delle voci che si snodano piano nella dolce indolenza, il centellinare la serenità attraverso il sapore pieno delle piccole cose della vita.
Momenti di assonnata armonia, momenti in cui l'anima 'ascolta', impara la felicità.
Qui da queste parti, la natura riesce a mantenersi incontaminata, anche se le domeniche si animano di passi e i boschi perdono quell’aria solenne di silenzio e solitudine per aprirsi alla curiosità degli uomini.
Ed è’ bello persino questo temporale che avanza dalla vetta, brontolando, oscurando e minacciando in modo gutturale, per poi spandersi dappertutto fra strali di luce e pioggia.
Nel brusio di voci che si chiamano, che si salutano, che aprono gli ombrelli e corron via a balzi per evitare le pozzanghere, nel tramestìo di passi, fra i rumori delle auto che si allontano
sul lago non resta più nessuno.
Solo il respiro delle acque accoglie il ticchettìo battente delle nuvole.
Un pianto irrefrenabile di cielo che sembra non fermarsi più.
foto mia