UN PROFUMO DA IMBOTTIGLIARE - DANIELA MICHELI

Daniela Micheli ha scritto:

Grazie, grazie davvero a tutti.

Buon compleanno!

Sì, Gaetano, lo è. Con una sensibilità che è di molti ma non di tutti.
Grazie, Costantino.

Gibbì ha scritto:

Daniela Micheli ha scritto:

Grazie, grazie davvero a tutti.

Buon compleanno!

Grazie, Gibbì

Tanti, tanti auguri, Daniela.

Tante grazie, Turi

Daniela Micheli ha scritto:

E' Costantino che ha suggerito il tutto e lo ringrazio per averlo fatto.

Grazie, Costantino.

Musa ha scritto:

Il titolo riassume egregiamente il brano.
C'è tutto il profumo irresistibile dei ricordi, di quel passato che ha impresso il suo solco.
Più di un passaggio mi ha fatto tremare di nostalgia...mio nonno raccoglieva il cartone nel suo tempo libero. E lo faceva caricando a mano la sua bicicletta.
Che storia, PdG!

Erano talmente tanti, quei cartoni, che impediva loro di pedalare...
Non tremare, sono bei ricordi.
Grazie del tuo commento.

Resto a gironzolare ma credo che già tutto sia stato detto.
E' stato bello leggervi, quasi quanto tirare fuori i ricordi profumati che cercano una bottiglia per non svanire e mantenerne l'essenza.

Mi ritiro, a domani penne.

Scusami PDG, è stata una giornata... ma penso che si sian dette fin troppe parole. Ora leggo.

Mi è piaciuto molto, PDG. Sa di foto ancora colorata, spensierata, viva. Lo stile esprime tutta la semplicità di come i bambini vivono gli eventi, prendendo il mondo come viene. Grazie per questa bella storia.

Ti rubo questa bellissima frase:

Vorrei brevettare un sistema per imprigionarli in un’ampolla e respirarne l’essenza quando sono particolarmente malinconico, come ora, che il tempo avanza inesorabile e a una velocità incredibile.

p.s. il tosone è delizioso

Marghy

P.S. Buon compleanno Dani ;o)

Grazie, Marghy

Potenza della parola! Il tuo arrotino che arriva col Biroccio mi ha fatto tornare in mente un ricordo che non si riaffacciava da decenni alla mia mente.
D'estate passavo molte settimane a casa di una zia, in un microscopico borgo di una decina di case sull'Appennino, dove si arrivava soltanto percorreando le ultime centinaia di metri andando a piedi. Ogni quindici giorni un uomo arrivava con il suo mulo, con due gerle (o corbelli...) pieni di tutte le cose che potevano servire alle massaie isolate in cima ad un monte. Aghi, fili, matasse di lana, fiammiferi, pezzi di sapone "Sole", zucchero, e via dicendo. E soprattutto portava, non so se hai l'età giusta per ricordarteli - certi cioccolatini a forma di piccola banana avvolti nella stagnola dorata. Erano riempiti di una pasta chiara e ricoperti di cacao fondente. Mai più mangiati, mannaggia! E le gocce di menta colorate? Che ricchezza, che tesori!

(Solo da grande ho capito l'espressione toscana: ..."tintinnare come il ciuco del chincagliere", in questo caso era un mulo ma sempre carico di chincaglierie era, e come tintinnava il suo carico quando si muoveva...)

Poi i nostri genitori hanno costruito la strada, sono arrivate le prime macchine e la gente ha avuto d'improvviso l'opportunità di scendere in paese in pochi minuti.
Il mulo fu presto soppresso, ormai non era più economico...
PDG, scusa se ho divagato usando il tuo spazio, ma la tua pagina è ben scritta, e non solo fa leva sulla nostalgia, è capace di suscitarla anche nel lettore.
PDG promossa.