Noi siamo una famiglia felice, anche perchè abbiamo la fortuna di portare più o meno la stessa taglia. Io nel mio costumino sfoggiato alla cresima di Mark Spitz non sono ancòra troppo bolso; Massimiliano, 14 anni, è un falso mingherlino alla Rafael Nadàl e mia moglie, pur essendo piccina, ha un paio di tette da calendario Pirelli. E’ per questo che ci possiamo scambiare le polo e le tì-shirts dopo la prima settimana di vacanze al mare in Sardegna, quando la roba sporca è già una montagna ma la Guissa non fa il bucato, per cui tutti peschiamo a caso nell’armadio…
Potrà dunque capitarvi di vedere la sera sulla passeggiata di Alghero un attempato signore indossare circospetto la T-shirt dei Metallica, un pimpante adolescente con la maglietta della locandina del film “Pane e tulipani”, sua mamma con la felpa di Don Chisciotte che sodomizza Sancho Panza (comprata dal sottoscritto ubriaco a Cordoba).
Un’altra variante prevede la mia dolce metà in casacca di Ray Misterio con la scritta sul dorso “aiò, nonché me stesso con un vaporoso pareo raffigurante Gerard Depardieu, e il nostro ragasso in attillata canottiera di Paolo Limiti live al Nelson Mandela Day: pagata un casino all’asta di Amnesty, proprio come l’hawayana di Lee Oswald a Dallas e il plettro di Jimi Hendrix a Seattle.
Sovente in pizzeria ci dicono che non c’è più posto, ma secondo me è quasi vuota. Ho provato anche a spacciarmi per Claudio Baglioni & signora con prole, ma niente: forse perché ingannando l’attesa di entrare mio figlio fa l’imitazione di Valentino Rossi a manetta, seguita a ruota da quella di Max Biaggi su Anna Falchi.
Rammento pure che un venerdì santo a Siviglia per alcuni miei banali errori da ottuagenario che non descrivo, alle processioni non avevo più mutande pulite: indeciso fra le coulottes firmate Rita Levis di Montalcini della beneamata consorte, oppure i mini-slips di Jughi Hò del rampollo, optai per questi ultimi, essendo cresciuto alla virile scuola hemingwayana, solo che mi facevano il famoso “pacco dell’ impiccato per le palle” di François Villon…. Dopodichè uscii a comprarmi le sigarette, tanto lì non c’è mica da parlare, basta esprimersi a gesti da cow-boy se non respiri. Pur non ablando espagnol, compresi che la tabaccaia iberica mi stava chiedendo se ero un famoso turista russo, avendomi visto così rubizzo e paonazzo: sembravo Gorbaciov dopo un pompino (le sovietiche soffiano anziché aspirare. N.d.A.).
Poi, contorcendomi come Joe Cocker, mi diressi immediatamente al più vicino Corte Anglais a far provvista di boxer modello Alonso Quanto Ci Ballonso!
La situazione si è aggravata da quando mio figlio si interessa alle ragazzine: non trovo più il mio virile deodorante “Adrianaaaa” for man, mi è sparito il rasoio Mach 33 e mi tocca farmi la barba con l’Epilady. Tuttavia, con tipico orgoglio paterno, previdente ho già provveduto a numerare accuratamente le confezioni di preservativi nascoste nel cassetto del mio comodino (una scatola da sei: le ingenti provviste per tutto l’inverno di Cip e Ciop), così mi accorgo se Massimiliano me li frega….
Innumerevoli lettori e lettrici: si avvisa che noi concederemo volentieri autografi, casomai ci riconosceste per strada... se avrete il fegato di avvicinarvi alla famigerata Guisso Family!