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| Trent'anni dopo, a S. Giovanni | |
| | Autore | Messaggio |
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Alessandra Grandi Top
Numero di messaggi : 743 Data d'iscrizione : 13.03.09
| Titolo: Trent'anni dopo, a S. Giovanni 25/6/2009, 18:40 | |
| La posto qua. Non penso sia il suo posto ottimale ma contiene una citazione scabrosa.
Ieri non era una giornata qualsiasi. Era S.Giovanni. Poi c’era anche la finale del Calcio in Costume con giochi pirotecnici a ricamare il cielo sopra il Ponte Vecchio. Non avevo voglia di cercare all’ultimo minuto un punto di osservazione. La mattina era andata al centro del piccolo borgo dove ora risiedo ed ero venuta a conoscenza della festa del PD e, alla sera, di un dibattito su “trenta anni dal Film Berlinguer ti voglio bene”.
L’area, dietro alla Rocca Medicea non era molto affollata. C’era ancora una bella luce. Tavolini intorno al un gazebo bar vicino ad un piccolo palco e, sul retro, il resto di un grande prato con un grande palco e il tendone per l’area ristorante. Il dibattito, già in ritardo, ci vedeva frementi di ascoltare, di rivivere quei tempi. Confesso che quel film non l’ho mai visto. Ma era come lo fosse stato tante le battute ascoltate in questo lasso di tempo. Battute pesanti, trama che ritraeva fedelmente un certo vivere di aperta campagna. Era il 1977. Vedeva un Benigni giovanissimo nel suo primo film, un Carlo Monni con un personaggio tagliato su misura, una stupenda Alida Valli e un insuperabile Giuseppe Bertolucci.
“Noi semo quella razza che non sta troppo bene che di giorno salta i fossi e la sera le cene, lo posso grida' forte, fino a diventa' fioco, noi semo quella razza che tromba tanto poco, noi semo quella razza che al cinema si intasa pe' vede' donne gnude, e farsi seghe a casa, eppure la natura ci insegna sia sui monti sia a valle, che si po' nasce bruchi pe' diventà farfalle, ecco noi semo quella razza che l'è fra le più strane, che bruchi semo nati e bruchi si rimane, quella razza semo noi è inutile fa' finta, c'ha trombato la miseria e semo rimasti incinta”: questo è l’inizio, giusto per farvi rendere conto del tenore dei dialoghi!
Inizia il dibattito. Il sindaco, l’intervistatore. Un amico di Benigni che ha fatto le elementari insieme e che abita a Vergaio, paese natale. Il Monni e un curatore. La prima domanda al Sindaco: “Che cosa è cambiato in trenta anni? C’è ancora la passione per seguire un politico. Dov’è la fede degli anni 70?” Il Sindaco premette che è un discorso molto lungo, che ne è passato del tempo, ma che dipende anche dalla persona,dal suo carisma. Era un grande politico, un grande con idee aperto a tutti, facendosi comprendere anche dai più semplici. Si erano resi conto, quelli che erano andati al funerale, di quanto fosse stato grande il numero delle persone che avevano creduto alle sue parole.”
Un senso di sconforto mi è preso. Ho iniziato a guardare addietro. E’ stato ancora più doloroso perché vicino a me c’era una vecchia amica, incontrata lì, con la quale abbiamo condiviso quel periodo. Si ricordava e si rideva ripercorrendo i vecchi tempi. Che cosa è successo? E’ mai possibile continuare a vivere solo con la malinconia addosso sapendo bene che ci siamo chiusi dentro, belli allucchettati, con la paura folle di perdere quello che abbiamo guadagnato. E’ mai possibile che ci sia paura anche di uscire la sera, anche solo per prendere un caffè. Non importa di tirar a far tardi. Solo quattro parole prima di tornare a casa. E’ mai possibile che si riesca ad essere noi solo davanti allo schermo?
Chi c’era ieri sera ad applaudire? Le coppie di mamme e babbi, gli anziani che in quel periodo erano usciti da poco dalla guerra, quelli che, bene o male, avevano ricostruito. Giovanissimi di passaggio. Coppie con bambini a prendere il fresco, ignari.
E’ probabile che la passione sia stata della spinta nella ricostruzione. Trent’anni dopo la fine della guerra. Anni altrettanto pesi dopo il sessantotto. Il credo che infiammava gli animi per una vita nuova, per una nuova e autentica convivenza. L’essere e sentirsi bene insieme agli altri.
Cosa è successo? Tutto è andato a smorzarsi nei nostri portamonete carichi. E, altrimenti, ci pensano le finanziarie per non mancare nessun appuntamento per apparire. Venerdì sera tutti al mare per diventare neri, perché un po’ di colorito è bello. L’oppio dei popoli, il calcio e le partite, tante, sempre di più. Tornei e torneini, cup. Il vuoto sul marciapiede, sulla strada. Solo dalle finestre aperte lampi di luci dal soffitto, immagini che si alternano.
Community sempre più enormi, sempre più grandi, sempre più internazionali. Si, perché si deve controllare tutto, si deve sapere di tutti, dove sono finiti gli amici, che cosa succede nel mondo, la vera cronaca. Che cosa succede quando si spenge il pc e lo schermo diventa di nuovo nero? Dove c'è l’amicizia, ma dove rimane la carne, dove rimangono i sospiri malcelati da mani tremule?
Il dibattito è continuato, stiamo in un momento di crisi, unanimi tutti concordavano. E Benigni? Si era evoluto. Non era più quello di quel primo film. No, non aveva rinnegato niente. “E’ sempre lo stesso, fatemelo dire a me” diceva con aria di chi ne sa molte l’amico delle elementari e che lo incontrava spesso e volentieri al circolo del paese. Si susseguivano spezzoni di film con scene dei posti che erano stati teatro per la registrazione illustrati dal Monni. Tutto, per fortuna, era rimasto tale. In alcuni casi anche frequentato ancora da giocatori instancabili di tombola. Un certo triste romanticismo aleggiava per essere andati a ricercare quello che era stato. Scoprire che sarebbe sopravvissuto, ma per quanto tempo ancora?
Non era tardi, ma la serata si doveva chiudere. Gli altoparlanti dovevano essere messi a tacere. L’ho salutata. Era sempre la stessa sotto una trentina di chili in più. Una malattia e la seguente cura di cortisone. Pensava di non trovar nessuno, ma è uscita di casa lo stesso. E’ andata via contenta per essersi fatta ancora quattro risate.
Ci ritroveremo per ascoltare Rosy Bindi. Non va persa. | |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: Trent'anni dopo, a S. Giovanni 25/6/2009, 20:12 | |
| La citazione che tu definisci scabrosa non merita di nascondere questa pagina qui, nella satira, per cui la sposto in pagine diario, dove ritengo debba stare. Chiedo anche io: “Che cosa è cambiato in trenta anni? C’è ancora la passione per seguire un politico. Dov’è la fede degli anni 70?” E' una bella domanda... Se in quegli anni abbiamo assistito all'ultima rivoluzione "culturale", è stato perchè si era arrivati a un punto di esasperazione tale per cui c'era voglia di urlare, di uscire nelle piazze e di gridare il proprio sconforto. Mi chiedo, con quanto sta succedendo recentemente, non siamo arrivati a un punto di esasperazione forse ancora più estremo? La fede c'è, e che non sappiamo più bene a chi, a cosa regalarla. Ai tempi c'era la destra, il centro, la sinistra, c'era la politica. Oggi chi è che fa politica in Italia? Abbiamo perso la passione o, più semplicemente, vediamo intorno a noi solo mondezza di ogni colore che ci fa, semplicemente, sentire amareggiati e allo sbando? Forse abbiamo bisogno nuovamente di qualcuno che ci rappresenti seriamente, che sia davvero il portabandiera delle nostre passioni. Qualcuno che non mandi in parlamento europeo la maitresse che gli organizza la dislocazione delle sue ragazze in villa, o che mandi al ministero delle pari oppurtunità chi voleva condannare la prostituzione e gli utilizzatori finali. Insomma, Alessandra, io non lo so perchè. Ma non sto bene. Oggi come un tempo. | |
| | | Daniela Micheli Admin
Numero di messaggi : 14694 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: Trent'anni dopo, a S. Giovanni 25/6/2009, 20:21 | |
| Dimenticavo... la Rosy Bindi merita decisamente | |
| | | Alessandra Grandi Top
Numero di messaggi : 743 Data d'iscrizione : 13.03.09
| Titolo: Re: Trent'anni dopo, a S. Giovanni 26/6/2009, 07:46 | |
| Ci siamo piegati su noi stessi. Dici che la passione e la forza ci siano. Bene. Sai dove sono i single della mia età la sera? Davanti al televisore a vedere la partita oppure a chattare su Face. Siamo rannicchiati. Stavo pensando se questa fosse pure l'evoluzione di 45 anni di programmi sullo schermo. 45 anni di bombardamenti alla materia grigia. Non ci sono politici, è vero, non c'è ricambio. Che dici, ce ne andiamo a comprare un pò in America Latina o in Africa? Si inizia a fare il governo mercato. Quelli che ci sono sono i nostri degni rappresentanti, quello che siamo oggi noi, che non abbiamo neppure più la forza di andare a votare perchè si deve andare a fare la giratina, staccare dalla routine della vita quotidiana. Ma se i nostri contadini non andavano per niente in vacanza e stavano tutto il giorno sotto il sole per strappare alla terra quel poco per sopravvivere, dimmi, loro erano stressati? Ci siamo inventati le peggiori malattie per trovarci altre peggiori cure.
Dani, non ce l'ho con nessuno. Sto solo cercando di prendere una strada, per cambiare qualcosa. | |
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| Titolo: Re: Trent'anni dopo, a S. Giovanni | |
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| | | | Trent'anni dopo, a S. Giovanni | |
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