FUMARE NUOCE ALLA SALUTE - GIORGIOGABER MAX SCORDATO

Daniela Micheli ha scritto:

Mentre cogitate, pensate anche a suggerirmi qualche cosa per digitare sul prossimo round, visto che questo si conclude domani...

Sotto forma di narrativa epistolare, Claudio?

(leggo dopo, torno al lavoro, baci sparsi)

Daniela Micheli ha scritto:

Sotto forma di narrativa epistolare, Claudio?

E quindi che potrebbe pure essere sviluppato in racconto inventato...
Me gusta mucho, Claudio....
E prenderò queste tue righe per elaborare (stasera) la nuova proposta di scrittura
Scusaci PDG dell'invasione di campo. A dopo.

Ho pranzato e poi letto il Giornale di Sicilia. Nella cronaca locale si parlava proprio della Vucciria. Nottetempo c'è stato un piccolo furto. Alcuni ladri hanno asportato L'INTERA CANCELLATA IN FERRO DELLA CHIESA MARIA SS. DEL LUME. Ripeto. Alcuni ladri hanno asportato L'INTERA CANCELLATA IN FERRO DELLA CHIESA MARIA SS. DEL LUME.
Purtroppo nessuno ha visto o sentito niente. L'articolo concludeva: "è ormai un centro di spaccio, tra immobili degradati, sebbene ospiti ancora alcuni negozi".
Vado a riguardare il quadro di Guttuso. Poi torno e vi giuro che cambio registro.

Rosalba Signorello ha scritto:

La mafia siciliana è nata per la totale assenza dello stato che, dopo l'unità d'Italia ha sempre considerato l'ex regno dei Borboni (che, a dispetto dei travisamenti storici, avviarono numerose e meritorie opere pubbliche per il territorio da essi governato) come un granaio da utilizzare....
La mafia si faceva carico laddove lo stato era assente come "padre" perché lo stato, come "estorsore" c'è sempre stato. Tuttora, io pago le tasse ma non ho i servizi che godevo quando abitavo a Milano: e allora? Allora ci pensava il "padrino" che, ovviamente, pretendeva anche lui le "sue" tasse, o il pizzo, di modo che tutto filava.
A fronte di un'economia mai promossa nell'unico modo possibile perché fiorisca, e cioè la libera imprenditoria (individuale o cooperativistica non è importante), mai promossa dicevo per una diseducazione al senso della collettività legale e del bene sociale, cosa aspettarsi? E ora che lo stato fa sentire la sua mano, basta questo per liquidare secoli di familismo amorale e assenza di lavoro?
Al Nord c'era Craxi e Berlusconi, Sindona e Gelli, il Vaticano e Calvi; al Sud c'era Riina e Badalamenti, Santapaola e Provenzano. Un paio di settimane fa è stata tolta la protezione alla cugina, anch'essa testimone protetta, della testimone suicidatasi dopo l'omicidio Borsellino e nessuno ne ha parlato o quasi; intanto si fa un gran parlare di Saviano: che farsa!

Ringrazio Rosalba per l'acuta analisi a commento del brano. Sono certo che il ricordo dei Borboni non è frutto di nostalgia, bensì un rimarcamento di ciò che lo stato italiano avrebbe dovuto fare e non ha fatto. Però la visione dello Stato come "estorsore", anzichè inadempiente, ricorda tanto la filosofia con cui tanti Siciliani, tuttora, "giustificano" lo statu quo.
Il pizzo come tassa e le tasse come pizzo, pari son. Ed il familismo amorale e l'assenza di lavoro, possono mai giustificare che nemmeno oggi si intravveda un'inversione di tendenza?
Mi fa piacere, Rosalba, vederti nettamente schierata con il liberismo economico, senza le perversioni del capitalismo puro, oggi rappresentato solo dalla politica di sinistra.
Avremmo tanto bisogno di libera imprenditoria, ed invece assistiamo allo stalinismo dei para-berlusconiani. Tutti dipendenti diretti o indiretti di mamma Regione, precari e stabilizzandi, assumendi o assunti, consulenti o appaltatori, nullafacenti, assistiti, gratificati.
Una politica fondata sulla mafia, col metodo della mafia, che finge di voler cambiare tutto perchè niente possa cambiare.
Un'ultima notazione: Craxi era siciliano, come Sindona e Calvi. Gelli ha fondato la P2 qui in Sicilia, dove il Vaticano continua a rubare la buona fede della gente, gestendo i suoi affari, come fece Berlusconi all'inizio della sua epopea. In ogni angolo del mondo in cui tu vada, troverai sempre un palermitano che frigge panelle! (cit)

Il pizzo come tassa e le tasse come pizzo, pari son. Ed il familismo amorale e l'assenza di lavoro, possono mai giustificare che nemmeno oggi si intravveda un'inversione di tendenza?

Assolutamente non sono pari, se solo non ci fossero entrambi.

Mi fa piacere, Rosalba, vederti nettamente schierata con il liberismo economico, senza le perversioni del capitalismo puro, oggi rappresentato solo dalla politica di sinistra.

Da 20 anni rischio il pane ogni giorno in proprio e pago le tasse ad uno Stato che non mi ha mai garantito nulla e a cui non ho mai chiesto garanzie.

Un'ultima notazione: Craxi era siciliano, come Sindona e Calvi. Gelli ha fondato la P2 qui in Sicilia, dove il Vaticano continua a rubare la buona fede della gente, gestendo i suoi affari, come fece Berlusconi all'inizio della sua epopea. In ogni angolo del mondo in cui tu vada, troverai sempre un palermitano che frigge panelle! (cit)

Allora finiamola di parlare di pizzini e iniziamo a parlare di corruzione, quella che fa comodo a tutti per intenderci, eccetto che agli onesti.

Carissima PdG,
essendo palermitano DOC da diverse generazioni, nonché attento conoscitore del mondo reale in cui viviamo, comprenderai la mia sinceramente preoccupata riluttanza a commentare il tuo brano alla prima mattutina lettura.
Soltanto dopo aver visto che opportunamente citavi la fonte del virgolettato (cioè che si tratta di un “pizzino” reale rinvenuto nel libro mastro sequestrato dagli inquirenti al luogotenente/esattore di un boss locale) ho deciso di intervenire essendo, per carattere, abituato a non girarmi dall'altro lato.
Ma, per farlo mi occorre qualcosa in più di qualche riga, per cui vi chiedo pazienza.
Ritengo, ed in questo ti condivido e mi associo senza riserve, che il messaggio che vuoi dare a quanti non siciliani leggano il tuo scritto sia il seguente: la mafia non è quella finzione cinematografica trasmessa dai vari Francis Ford Coppola & Co., che romanza la ben differente realtà portando lo spettatore a nutrire persino simpatie per “il padrino”, né quella caricaturale dei film di cassetta degli anni ottanta.
La mafia è un mostro reale, agghiacciante, spietato, violento e crudo, ancor oggi sin troppo vivo e vitale.
La mafia non ha nulla di romantico: la “puncitìna”, il bacio, il giuramento con il “santino” bruciato, il “codice d'onore” e via dicendo, sono enfatizzazioni nel tentativo di trasmettere messaggi di “umanizzazione” di un fenomeno che di umano non ha proprio nulla.
Come si può portare del rispetto a chi non ha rispetto per nulla?
Quindi attenti, con la mafia, a non far passare messaggi sbagliati che contribuirebbero a fare il suo gioco.
Troppi, troppi, troppi morti piangiamo fra quelli che hanno avuto il coraggio di ribellarsi o, semplicemente, di fare sino in fondo il loro dovere.
A loro, soltanto a loro (e non a chi sfruttando il loro cognome è riuscito a farsi un nome che, in caso contrario, sarebbe rimasto squallidamente anonimo) dobbiamo la nostra gratitudine ed il nostro rispetto.
Credo che le tue intenzioni fossero queste, PdG.
Per questi motivi, BRAVO per il coraggio e per la veridicità.

Solo la Sicilia ?
E la Calabria, la Campania, Roma, la Sardegna, Milano ?
Marsiglia , Parigi, Mosca, NY ?
Non è semplice fare una analisi corretta, gli aspetti sono molteplici ed ognuno con mille sfaccettature.
Come evidenzia tecnal, noi abbiamo degli aspetti peculiari, ma il problema sostanziale è nella differenza tra una vita onesta e sacrificata e la facilità del guadagno immediato e consistente.
Quello che ho visto a Mosca questa estate, con le mazzette distribuite ai poliziotti in pieno giorno,con lo spaccio e la prostituzione a go go, mi ha fatto venbire i brividi e non credo che non esista il pizzo ( magari avrà un altro nome),... Palermo ? Quasi un convitto di educande ....

Proprio così, caro Tecnal, una lucida analisi che condivido in toto. Erano questi i miei intendimenti. Ma nulla di coraggioso, per carità. Quale coraggio c'è a scrivere dietro un nick, ricordando nomi ormai ben noti alla magistratura?
Il vero coraggio è quello di certi inquirenti, che toccano i fili dell'alta tensione. Noi guardiamo i film, ma non ci immedesimiamo mai nel giudice in carne ed ossa che esce dal portone di casa sua, tenendo per mano i suoi bambini, e guarda sullo sfondo l'auto blindata che li aspetta. Quale serenità possono dargli i ragazzi che lo scortano, se non la consapevolezza di essere accomunati nel rischio e nella sorte?
Loro sono coraggiosi. Noi, al limite, possiamo solo essere onesti.
Ti ringrazio di cuore per il bel commento. Coraggioso è chi si schiera con uno sconosciuto. In fondo io potrei essere Totuccio Lo Presti o Davide De Marchi. Ma anche Antonio Ingroia o Sergio Lari.

tecnal ha scritto:

Carissima PdG,
essendo palermitano DOC da diverse generazioni, nonché attento conoscitore del mondo reale in cui viviamo, comprenderai la mia sinceramente preoccupata riluttanza a commentare il tuo brano alla prima mattutina lettura.
Soltanto dopo aver visto che opportunamente citavi la fonte del virgolettato (cioè che si tratta di un “pizzino” reale rinvenuto nel libro mastro sequestrato dagli inquirenti al luogotenente/esattore di un boss locale) ho deciso di intervenire essendo, per carattere, abituato a non girarmi dall'altro lato.
Ma, per farlo mi occorre qualcosa in più di qualche riga, per cui vi chiedo pazienza.
Ritengo, ed in questo ti condivido e mi associo senza riserve, che il messaggio che vuoi dare a quanti non siciliani leggano il tuo scritto sia il seguente: la mafia non è quella finzione cinematografica trasmessa dai vari Francis Ford Coppola & Co., che romanza la ben differente realtà portando lo spettatore a nutrire persino simpatie per “il padrino”, né quella caricaturale dei film di cassetta degli anni ottanta.
La mafia è un mostro reale, agghiacciante, spietato, violento e crudo, ancor oggi sin troppo vivo e vitale.
La mafia non ha nulla di romantico: la “puncitìna”, il bacio, il giuramento con il “santino” bruciato, il “codice d'onore” e via dicendo, sono enfatizzazioni nel tentativo di trasmettere messaggi di “umanizzazione” di un fenomeno che di umano non ha proprio nulla.
Come si può portare del rispetto a chi non ha rispetto per nulla?
Quindi attenti, con la mafia, a non far passare messaggi sbagliati che contribuirebbero a fare il suo gioco.
Troppi, troppi, troppi morti piangiamo fra quelli che hanno avuto il coraggio di ribellarsi o, semplicemente, di fare sino in fondo il loro dovere.
A loro, soltanto a loro (e non a chi sfruttando il loro cognome è riuscito a farsi un nome che, in caso contrario, sarebbe rimasto squallidamente anonimo) dobbiamo la nostra gratitudine ed il nostro rispetto.
Credo che le tue intenzioni fossero queste, PdG.
Per questi motivi, BRAVO per il coraggio e per la veridicità.

Carissimo Tecnal, mi permetto di risponderti io, da non siciliana che non sa bene per quale alchimia si è trovata in contatto con una delle poche voci che dal lontanissimo 1992 lotta con tutto il fiato per far sì che anche a chi non ha vissuto sulla pelle le tragedie che videro il sangue di Falcone e Borsellino e le loro scorte tingere di rosso i selciati, le conosca ed, empaticamente, le condivida con le persone oneste che come lui gridano giustizia.
Questa persona sono diciassette anni che urla con tutto il fiato che ha in gola che vuole capire, vuole sapere. Ho avuto la fortuna di abbracciarlo, lo scorso 26 settembre, a Roma, non essendo riuscita a venire a Palermo il 19 luglio scorso. Ecco, grazie a lui e alle persone che lo sostengono che ho conosciuto più da vicino una Sicilia che era nella mia testa e come tu dici, l'idea romantica di terra di briganti. E ti dirò anche un'altra cosa: che sono contenta di avervi letto qui sopra, voi siciliani, a dire la vostra in un brano nato sì da una sollecitazione per una prova di scrittura ma di cui l'autore ne ha fatto un momento di discussione, da far riflettere anche chi siciliano non è e per questo ripeto anche io, come te, un BRAVO per il coraggio.
Assieme al mio grazie di aver partecipato, così come tutti voi, naturalmente. Ma se la scrittura deve servire a qualche cosa, che serva anche a questo, a scuotere coscienze, a fare pensare e non dimenticare. Mai.

Ops... sorry, PDG, ci siamo accavallate :-D

Nuccio ha scritto:

Solo la Sicilia ?
E la Calabria, la Campania, Roma, la Sardegna, Milano ?
Marsiglia , Parigi, Mosca, NY ?
Non è semplice fare una analisi corretta, gli aspetti sono molteplici ed ognuno con mille sfaccettature.
Come evidenzia tecnal, noi abbiamo degli aspetti peculiari, ma il problema sostanziale è nella differenza tra una vita onesta e sacrificata e la facilità del guadagno immediato e consistente.
Quello che ho visto a Mosca questa estate, con le mazzette distribuite ai poliziotti in pieno giorno,con lo spaccio e la prostituzione a go go, mi ha fatto venbire i brividi e non credo che non esista il pizzo ( magari avrà un altro nome),... Palermo ? Quasi un convitto di educande ....

Nuccio, io della mafia russa ho solo lo spettacolo che Moni Ovadia ha portato in giro, con il suo fare dissacrante e dissacratorio, volgendo in pantomina un dramma che si percepisce netto sotto la superficie ridanciana.

La penna del giorno ha scritto:

Proprio così, caro Tecnal, una lucida analisi che condivido in toto. Erano questi i miei intendimenti. Ma nulla di coraggioso, per carità. Quale coraggio c'è a scrivere dietro un nick, ricordando nomi ormai ben noti alla magistratura?
Il vero coraggio è quello di certi inquirenti, che toccano i fili dell'alta tensione. Noi guardiamo i film, ma non ci immedesimiamo mai nel giudice in carne ed ossa che esce dal portone di casa sua, tenendo per mano i suoi bambini, e guarda sullo sfondo l'auto blindata che li aspetta. Quale serenità possono dargli i ragazzi che lo scortano, se non la consapevolezza di essere accomunati nel rischio e nella sorte?
Loro sono coraggiosi. Noi, al limite, possiamo solo essere onesti.
Ti ringrazio di cuore per il bel commento. Coraggioso è chi si schiera con uno sconosciuto. In fondo io potrei essere Totuccio Lo Presti o Davide De Marchi. Ma anche Antonio Ingroia o Sergio Lari.

Potresti e sei uno, nessuno e centomila.
Sei, in ogni caso, una voce.
E non è poco, oggi, esserlo.

Vado a cena. Riprendo più tardi per i saluti. A dopo.

Ciao PDG! Eccomi di ritorno da nuoto.

Una prosa coraggiosa, che scivola bene senza nessun intoppo o sasso sulla via. La storia mi è piaciuta, coinvolge fino all'ultima riga, e complimenti per il coraggio che hai avuto nell'inserire quella lista lunghissima di nomi! Ci sta tutta, perché si parla di un processo.
Racconti di una realtà che esiste, che vive della omertà e della paura della gente, e questo può solo farti onore.
Un inchino per te, mi sei piaciuta tanto.

Marghi

Carissimo PdG, anch'io sono dietro un nick, ma non è questo il problema.
Condivido Nuccio (che saluto affettuosamente) che fa notare (come Rosalba Signorello) che le mafie ed il malaffare siano cancri metastatizzati in tutto il pianeta, solo che tutto viene fatto risalire alle origini siciliane delle associazioni malavitose.
Gridare a pieni polmoni contro questi mali, anche dietro un nick, è prova di coraggio.
Un caro saluto, Pdg.
P.S.: sono più propenso a credere che tu sia un coraggioso procuratore piuttosto che uno dei personaggi prima citati, se no non avresti avuto il coraggio di scrivere quanto hai proposto.

Un coraggioso procuratore... posso sorridere?

Daniela Micheli ha scritto:

Un coraggioso procuratore... posso sorridere?

Cara Daniela, era riferito alla risposta della PdG.

Lo so, Tecnal a chi era riferito...
Sorrido anche di più

PDG, anche se metto l'altra pagina ti lascio la password perchè l'autore della nuova pagina non potrà esserci fino a domattina.

Non ho ancora ringraziato Liesma e Claudio Esposito per il gradito commento. Lo faccio ora, mentre spicco il VolodelFalco, per quanto mi ha appena scritto. Ebbene sì, non è più tempo di colombe, se vogliamo riprendere in mano le redini di una società che sembra perduta.
Vorrei veder rivivere quel quadro di Guttuso, colorato di merci, e colorito dalla gente.
Purtroppo o per fortuna non sono nè Procuratore, nè delinquente.
Non sono ricco, ma non ancora morto di fame, e solo questo mi consente il lusso di poter parlare in libertà, fino a quando non dovessi finire travolto e soggiogato dal sistema.
Avrò modo di meglio conoscervi e farmi conoscere.
Parola di siciliano autentico, non fondamentalista.
Un'ultima parola per l'Admin, che, per usare un'espressione a lei cara, da 0 a 10 stimavo 11 ed invece vale 100. Non foss'altro per quell'impetuoso flusso sanguigno che le scorre tra cuore, mente e polpastrelli. Solo una cosa non potrà fare: togliermi la parola quando, tra poco, accoglierà qui un nuovo brano.
Un abbraccio generale.
PDG

sarà un onore e non un onere accoglierti ancora.

peste.