Lo stanco sorriso tra le rughe
tende fragili dita verso la riva
rivelata tra le nubi d’una sigaretta
troppo solita e amica.
L’ingenuo dito non vede più le cime
dei sogni innevati. Un cielo
rattrappito sul tuo corpo,
conduce la mano tremante
sul ligneo corrimano, protetto
dall’ombra proiettata
da nuovi fiori ansimanti.
Un vuoto ha lasciato
l’antico spasmo della pelle,
che solo grandi fatiche,
come l’amore,
nemmeno lo sguardo
lasciavano indenne.
E di un lungo passo
non ti resta che un secondo
breve e contorto
tra le righe d’un ricordo.
E tutto è sera.