dietro l'angolo

– Vuoi un altro gin tonic?
– Sì, grazie.
– Fortuna che non bevevi e fumavi solo cinque sigarette al giorno… Hai gli occhi che sembri una tartaruga.
Laura si alza per andare a prendere il ghiaccio.
– Senti, Lauretta, io ti voglio bene – la voce impastata dell’amica la raggiunge davanti al frigorifero spalancato – ma non è che la psicologia sia proprio il tuo forte… sii buona, ti prego.
– Ma sì, sì… scherzavo. Certo, se ti facessi sentire ogni tanto… mi piombi in casa in queste condizioni… dopo mesi… e per fortuna che sto proprio qui, dietro l’angolo... – per appoggiare il vassoio è costretta a spostare due posacenere colmi, due tazzine da caffè, due bicchieri con resti di scorza di limone e ben tre bustine stropicciate dei fazzolettini che Chiara ha diligentemente accartocciato in un terzo posacenere pulito.
– Io non sono la gente. Sono Chiara la fessa del villaggio, non lo sai?
– E basta con ’sto pietismo… che sarà mai? Io vivo sola da una vita e sto benissimo. Ti sei liberata di quel …
– …Ma che cazzo dici? Laura!

Ed è un istante.
Chiara ha le facoltà rallentate ma potrebbe contare la manciata di secondi in cui tutto avviene.
Laura le si siede accanto, sul divano. La guarda e lei sente quegli occhi vigili percorrerle il viso tirato dalle lacrime.
Le sorride, con un sorriso che è insieme dolcezza e amore e tenerezza e saggezza e senso del ridicolo per aver vissuto una scena identica, chissà quando o solo pochi giorni prima, perché è così, perché, comunque la metti, la sua altro non è che la storia di sempre, la storia del ferimento a morte di un amore che chiedeva solo un gesto potente, che si è avvalso del silenzio assenso per imboccare l’unica via di uscita: l’eutanasia di un rapporto in fase terminale.
Laura e il suo sorriso, Laura e lo sguardo che si alza verso l’alto, che scorre sopra la sua fronte e infine atterra nei suoi occhi gonfi.
È allora che l’amica le sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro.

Ma lei li ha corti i capelli.

Può mettersi comoda ora, appoggiare la schiena alla spalliera del divano, rilassare gli addominali e buttare fuori la domanda che, tra un singhiozzo e l’altro, era andata dimenticata tra la gola e l’esofago:

– Tu… Laura, tu come stai?

Ma non ha il tempo di aspettare la risposta. D’improvviso ricorda che non beve e non fuma e non piange e corre in bagno e butta nel water tutto quello che di estraneo ha in corpo.

Ora può tornare.
Una tisana bollente e parole a fior di labbra l’attendono.
È Laura. Era lì, dietro l’angolo.

"Laura e lo sguardo che si alza verso l’alto, che scorre sopra la sua fronte e infine atterra nei suoi occhi gonfi." l'ho vista: era bella.

Voglio anche io Laura, la vorremmo tutti, ce la meritiamo.
Mi piace come scrivi, davvero.

clelia

anche in questa ci entri sai
sono i particolari che mi colpiscono
spostare una ciocca di capelli, rilassare gli addominali, secondi lunghi che si contano, valzer di posaceneri e fazzoletti in mani concitate.
Particolari che aprono di una storia l'entrarci o il leggerla. ci entro.
Si ha ragione Clelia scrivi molto bene, anzi mi piace come scrivi.
e il dolce che c'e' di sottofondo.

bello! leggendolo ero con loro, nascosta in un angolino.
ho rivissuto quanto mi è accaduto tante volte, da laura e da chiara...
Betta

Mi prepari un gin tonic?
Ho un momento di crisi di identità, devo controllare se oggi sono Laura o sono Chiara....
Tu bella.

Nessuna sbavatura. Niente eccessi o frasi ridondanti. Cura dell'essenziale e della frase. Costruzione accurata, incipit potente, scene visibili e scrittura d'azione, non di narrazione. Trovo questo modo di scrivere il modo a cui tendo senza riuscire. Insomma cara la Mar, sei stata davvero brava, nei dialoghi, nella costruzione del periodo, nel modo di far vedere senza dire. Potrebbe essere un pezzo da "scuola di scrittura" questo. Nel senso che facilmente potrebbe essere usato come esempio per far capire a degli allievi, cosa deve fare uno che vuole scrivere bene. Limitare l'uso degli aggettivi, degli avverbi, nessuna divagazione,, modo semplice, lineare e ben costruito di ogni frase. Cara la Mar: sei notevole. peccato che somigli a rosì Bindi.

Rubinia c'è...

ragazzi, siete veramente troppo gentili con me, se passate da queste parti, sono proprio qui, dietro l'ANG__O
L
O

Anche Aldo c'è

Un dialogo molto "naturale", così come avviene in questi casi. La cosa che ho trovato più interessante riguarda la complicità fra Laura e Chiara, spontanea, diretta, aperta allo sfogo, molto femminile...

Per un momento mi è sembrato di spiare, però mi sono ritirato subito e le ho lasciate sole.

Brava!