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 L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI

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Mario Malgieri
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime20/7/2008, 09:29

ispirato da una lettura di Villiers de l'Isle-Adam

Quel volto era reso più lungo da alcune rughe verticali, profonde come cicatrici, scavate da insonnie ostinate e abituali, un volto mal rasato, lavorato dal tempo. Gli occhi, di solito rivolti verso terra, avevano come dei lampi improvvisi e si accendevano di una luce del tutto particolare, quasi provenisse da un luogo accessibile soltanto a lui. Chi lo incrociava, mercanti, artigiani, soldati,  dame con la loro fantesca, tutta l'umanità che percorreva le stradine della città, gli lasciava il passo accennando una riverenza e poi, appena pensava di essere fuori dalla portata di quello sguardo inquietante, si faceva il segno della croce e proseguiva senza voltarsi, ben lieta di essere diretta in un luogo diverso da quello verso il quale si stava affrettando Alonzo de Elgovar, priore dei Domenicani e Grande Inquisitore di Spagna.
Alonzo gettò uno sguardo al parco che stava attraversando in quella tarda mattina di Ottobre. La luce era appena dorata, filtrata dalle ultime foglie dei platani; un leggero vento, fresco e pulito, spirava dalla campagna portandone i gradevoli profumi e tenendo invece lontani i sentori della gente che si affollava in Siviglia.
Il Grande Inquisitore fece un profondo respiro assaporando tutta la bellezza dell'attimo, quasi che, prima di immergersi negli orrori ai quali il suo ufficio lo destinava, volesse rassicurarsi che Dio avesse davvero creato anche la Perfezione. Il suo volto tormentato, per un breve istante si spianò, lasciando spazio a un accenno di sorriso che subito disparve non appena varcato il pesante portale della fortezza.  Abbassò lo sguardo e proseguì con passo spedito, preceduto da due religiosi del Sant'uffizio che lo avevano atteso all'interno. A loro si unì un carceriere e il piccolo corteo silenzioso prese a scendere una stretta scalinata. In breve l'aria pulita e la calda luce autunnale furono un ricordo.
Incurante di gemiti, fetore e disperazione che permeavano la semioscurità del luogo, Alonzo de Elgovar meditava sull'incontro che avrebbe avuto luogo tra breve nella cella più appartata e profonda, e si interrogava.
Era forse un turbamento, quello che agitava la sua coscienza di uomo risoluto e dalla fede granitica?
Da tempo, nelle notti insonni, il Demonio lo tormentava assumendo la sua forma più insidiosa, quella del dubbio. Sibilando parole di umanità e di ragionevolezza, il Tentatore gli sussurrava che Dio era misericordioso e forse lui, Alonzo de Elgovar avrebbe dovuto coltivare quella virtù.
Ma il dovere verso Dio era limpido, inequivocabile: salvare le anime attraverso la Confessione e la Penitenza, e se per adempiere a questa missione occorreva mortificare e sacrificare i corpi, ricettacoli di ogni nefandezza e peccato, quella era la volontà di Dio. L'ombra stessa del dubbio costituiva grave peccato del quale Alonzo aveva dovuto rendere conto a Padre Ferdinando, il suo confessore, che molto lo aveva aiutato nel corso dei loro colloqui giornalieri. Compiere il proprio dovere, per quanto ripugnante potesse apparire, era il solo modo per scacciare il Demonio e vivere un'esistenza terrena degna di ricevere la ricompensa eterna, questo gli ripeteva, guidandolo con fermezza nella lotta contro le forze del Male.
Il Priore era ancora immerso in questi pensieri quando il piccolo corteo arrivò a destinazione. Il carceriere aprì la massiccia porta di quercia rinforzata in ferro e si scostò.
Sulla soglia, Alonzo si voltò verso il suo piccolo seguito.
- Grazie, fratelli, ora richiudete e attendete, che nulla di quanto sarà detto o fatto in questo luogo venga mai risaputo. Vi chiamerò al momento opportuno.-
La cella era ampia, silenziosa e buia, ad eccezione del vago riflesso che giungeva dall'alto, dove uno stretto cunicolo protetto da una grata lasciava filtrare il minimo di aria indispensabile alla sopravvivenza. Il fetore era insopportabile, escrementi, urina, sangue, lacrime: tutte le possibili emanazioni di corpi sottoposti alle torture più feroci avevano lasciato negli anni una presenza solida, palpabile, che lentamente aveva impregnato persino la pietra incrostata di salnitro.  Un lento stillare d'acqua in qualche andito nascosto acuiva il tormento del disgraziato prigioniero che, incatenato alla parete, soffriva tra gli altri il tormento della sete. Di lui, unico occupante di quell'inferno terreno creato dagli uomini in nome di Dio Misericordioso, si intuiva la presenza, corpo abbandonato sopra un cumulo di paglia lurida.
- Figlio mio, sono qui per darti una buona notizia, esulta con me!-
- Dunque vi siete convinti, mi ridarete la libertà! -
La voce, un sussurro appena percettibile, era quella di Shem Abulafia, "conversos" di facciata e rabbino nel segreto del cuore.
Il priore fece una lunga pausa, mentre si sforzava di reprimere ogni sentimento di pietà. La sua vista si stava adattando alla penombra e ciò che gli occhi facevano giungere alla sua coscienza era difficilmente sopportabile. Colui che aveva sussurrato quelle parole di speranza, oramai poco aveva della persona fiera, dallo sguardo penetrante, dal viso aperto e piacevole che aveva incontrato la prima volta all'inizio di Settembre. Oltre un mese di prigionia, interrogatori, torture fisiche e morali, privazioni di cibo e di acqua lo avevano profondamente, irreversibilmente, trasformato.
Quando riprese a parlare, Alonzo evitò di guardare negli occhi il prigioniero.
- Noi abbiamo rinunciato alla tua confessione. Non serve più, almeno nel tuo caso. Rabbino Shem, figlio diletto, presto, domani stesso, ti sarà data la libertà dalla sofferenza, dalla paura e da questo mondo terreno. Tu morirai e la tua anima, mondata dal fuoco, si presenterà alla misericordia di Dio.-
- Dunque avete deciso che sono colpevole e nulla mi salverà dalla vostra caritatevole morte, è così?-
- Noi siamo certi, per le numerose testimonianze giurate dinnanzi a Dio, che tu, pur avendo fatto pubblica abiura della tua fede, in segreto hai continuato a esercitare le tue funzioni di rabbino, qui a Siviglia. Il tuo abominevole peccato di apostasia è provato. Sappiamo che è stato l'amore per tua moglie e i tuoi figli a condurti a ciò,  ma i tuoi motivi non ti rendono meno colpevole agli occhi di Dio onnipotente e ai nostri.-
Il tono di voce di Alonzo si fece meno severo, quasi dolce, mentre finalmente guardava il prigioniero negli occhi:
- Noi siamo simili, figlio caro. Siamo entrambi uomini di fede e per la nostra fede siamo disposti a soffrire sino a dare la nostra vita.  Io provo per te una sincera compassione e soffro per i tuoi patimenti: quale magnifico uomo di Dio, del vero Dio, avresti potuto essere se soltanto nelle tue vene non scorresse il sangue di Giuda e nella tua anima non albergasse il veleno di chi ha crocifisso Nostro Signore!-
- La vostra pietà è falsa, come falso è il vostro re e falso il vostro salvatore. Quando abiurai ricevendo il battesimo, mi fu garantito che così io stesso e la mia famiglia saremmo stati considerati degni di rispetto e protetti dalle leggi di Sua Maestà Cattolica.  Ma proprio come cattolico, ora io sono accusato di apostasia e morirò, mentre i veri Ebrei, coloro che ancora frequentano la sinagoga e professano apertamente la nostra fede, sono considerati non credenti e quindi immuni dall'accusa. La vostra fu solo una trappola nella quale siamo caduti in molti, ma come è vero che esiste la giustizia di Dio, la sua spada vi colpirà e vi schiaccerà.-
Pareva che le ultime frasi, pronunciate con veemenza, avessero esaurito le forze del condannato, che abbassò il capo e stette immobile, ansimante, ripiegato su sé stesso come a conservare al suo interno, con quel poco di vita che restava, tutta la sua rabbia e il suo dolore.
- Io non ho voluto udire le tue bestemmie, fratello caro. Comprendo, anche se non posso perdonare. Ma quello stesso Dio che tu hai invocato come vendicatore potrebbe invece rivelarsi più misericordioso di quanto noi uomini possiamo essere.  A volte la porta dell'inferno si riapre, a volte la Luce chiama a sé un peccatore che seguendola trova la salvezza eterna.-
Alonzo si avviò verso la porta e bussò per richiamare il carceriere, ma prima di uscire, come ripensando a qualcosa, si voltò verso il rabbino.
- Altri doveri mi attendono. Ora ti farò togliere le catene, e riceverai cibo e acqua, voglio che tu possa trascorrere le tue ultime ore in modo più consono ad un essere umano che sta per ragiungere la Grazia di Dio. E rammenta, la Sua misericordia e la Sua luce potrebbero giungere sino a te.-
Restato solo, Shem meditava sull'incontro col priore. Era stranamente calmo, come se la certezza della sua morte imminente l'avesse liberato dall'ansia e dalla paura. La sua mente razionale, plasmata alla sottigliezza da secoli di sfide per la sopravvivenza in un mondo ostile, gli diceva che qualcosa nelle parole dell'inquisitore non era ciò che sembrava. Quelle frasi insistite sulla Misericordia, sulla Luce e sulla porta dell'inferno... la porta!
Ora rammentava un particolare. Il carceriere era venuto a togliere le catene dai suoi polsi, gli aveva lasciato una ciotola di cibo e una di acqua, poi uscendo aveva ovviamente chiuso la porta. Ma il rumore era stato diverso dal solito.  Si avvicinò, malfermo sulle gambe e vide, tra il pesante battente e la parete, un barlume di luce.
La Luce!
Incredulo, provò a spingere. La porta si mosse e il barlume di luce si rivelò essere il vago chiarore di un corridoio.
Un passo: era fuori dalla cella, fuori dall'inferno. Non ancora, si corresse, tutto quell'edificio era l'inferno, solo se fosse uscito da lì ne sarebbe stato davvero fuori. Non era possibile, mai nessuno, a quanto si diceva, era fuggito da quella prigione.  Ma cosa rischiava a provare?
"La luce chiama a sé un peccatore", questo aveva detto l'Inquisitore. E se la porta si era davvero aperta, perchè non seguire ancora le sue parole? Shem si avviò a fatica lungo il corridoio.  
Aveva camminato forse per un minuto, quando udì un sommesso parlottio che accompagnava il rumore di passi di due persone che si avvicinavano. Si guardò intorno disperato. La fuga era già terminata?
Si trovava oltre una svolta ad angolo retto, dove il buio era profondo.  I passi si avvicinavano e con essi il riflesso di un lume. Presto sarebbe stato visto, la sua speranza dissolta.
Nel muro scoprì una rientranza, in essa, a tentoni, individuò una porticina. La spinse. La porta si aprì e lui sgusciò dentro, senza richiuderla, non ne avrebbe avuto il tempo.  I due uomini passarono davanti alla rientranza e il suono dei loro passi si affievolì.
Shem attese qualche minuto, mentre il ritmo del suo cuore rallentava e il respiro si faceva meno affannoso. Stava per ritornare sul corridoio, quando udì avvicinarsi altre persone. Evidentemente quel percorso era molto frequentato, da quella parte non aveva possibilità di fuga. Forse poteva tentare di proseguire in quel passaggio secondario. Chiuse la porticina e si inoltrò in quello che pareva uno stretto cunicolo che subito lo portò ai piedi di una ripida scala a chiocciola. Shem era sicuro che la sua cella si trovasse nel sottosuolo, quindi salire andava bene, pensò. Gradino dopo gradino, il buio si andava attenuando e dopo alcuni giri completi, il rabbino si trovò dinnanzi a una stretta feritoia dalla quale entrava la luce del sole, oramai basso sull'orizzonte. Era più di un mese che non vedeva il sole; quei pochi raggi gli diedero una gioia immensa e gli aprirono il cuore alla speranza. Speranza che si fece ancora più concreta quando i suoi occhi, abituati all'oscurità, iniziarono a vedere ciò che si scorgeva dalla feritoia: i campi, gli alberi, le colline. Lui conosceva quel panorama, era stato spesso a passeggiare in quella campagna con sua moglie e i suoi figli. Una fitta di nostalgia lo attraversò e lo fece quasi lacrimare. Forse sarebbe riuscito a rivederli, dopotutto.
Si riscosse, occorreva tutta la sua freddezza se voleva uscire da lì. Ora sapeva che si trovava all'interno del muro ovest della fortezza, quello che dava sull'aperta campagna e la libertà.
L'euforia di quella scoperta fu frenata subito da una considerazione ovvia: lui si trovava ancora all'interno, la libertà era all'esterno e forse, beffardamente, quando pareva a portata di mano, non sarebbe mai stata raggiunta. Eppure, ragionò, se quel passaggio portava alle mura, una ragione doveva esserci.
E la ragione gli apparve dopo pochi passi: una porta, verso l'esterno. Ma si sarebbe aperta?
Quasi tremando per l'emozione Shem si avvicinò. La verità gli apparve quasi subito, incredibile ma reale. La porta doveva essere un'uscita segreta, e come tale era chiusa solo dall'interno, con un pesante chiavistello di ferro, ma senza serratura. Evidentemente, ragionò, era stata predisposta per una fuga d'emergenza, e nella fretta di una fuga, non ci sarebbe stato il tempo di cercare una chiave.
La speranza gli esplose nel cuore: la vita, i suoi figli, sua moglie, tutto ciò che amava era lì, a pochi passi, bastava un ultimo sforzo e più nulla lo avrebbe potuto fermare,
Shem radunò le sue forze, togliere quel chiavistello arrugginito e pesante non sarebbe stato facile e infatti il suo corpo martoriato gli urlò tutto il suo dolore mentre, facendo forza sulle gambe, con le mani tirava a sé quell'ultimo ostacolo verso la libertà.
Nell'ansia e nella concentrazione dello sforzo che l'attendeva, Shem non fece caso al grasso che era stato dato al chiavistello, che infatti si aprì di colpo. Shem perse l'equilibrio e urtò violentemente la testa sull'angolo di una pietra.  Crollando sulla porta, il suo peso la fece aprire e il rabbino riuscì a scorgere la luce che inondava i campi: libero, pensò con gioia mentre il dolore lo invadeva e le forze lo abbandonavano, facendogli perdere i sensi.
Non fece a tempo ad udire il rumore e il vocio di un gruppo di uomini che si stava avvicinando.

I gendarmi caricarono il rabbino sul carro, gli misero ai polsi e alle caviglie delle pesanti catene, poi lasciarono rispettosamente il passo al Priore che si stava avvicinando.
Alonzo de Elgovar accarezzò amorevolmente il capo insanguinato del rabbino che aveva appena  ripreso conoscenza. Le rughe del suo volto s'incurvarono in un sorriso mentre gli si rivolgeva in tono di bonario rimprovero:
- Figlio mio, Dio non ti ha aperto la porta dell'inferno e non ti ha guidato verso la Luce. Noi lo abbiamo fatto e ti stavamo aspettando. Ma tu per poco riuscivi a fuggire andando incontro a sorella Morte senza alcuna purificazione -, aggiunse Alonzo guardando la ferita del rabbino - ma Dio, che ama anche l'ultima delle sue pecorelle smarrite, è misericordioso e non te l'ha permesso. Ora ti porteremo dove finalmente il fuoco di darà quella libertà che tanto desideri.-  


Ultima modifica di mariovaldo il 20/7/2008, 18:28 - modificato 1 volta.
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rubinia
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime20/7/2008, 14:17

Terribilmente terribile.
Stupendi i dialoghi e la descrizione degli ambienti va ben oltre il puro aspetto fisico:le vedi e le senti quelle pietre che trasudano dolore.
Particolarmente apprezzato il passaggio del Demonio che mostra molta più clemenza degli uomini. Già...
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime20/7/2008, 18:04

Ciao Mario.

Pagina terribile e non solo per il contesto di terrore che caratterizza il periodo dell'inquisizione, ma per la crudeltà di Alonzo, che agisce in nome e per conto di Dio.

In quanti hanno agito nella stessa, identica convinzione? Come faccio a non pensare agli aguzzini dei campi di concentamento? Alle tante guerre sante che hanno lasciato morti in nome di Dio?

Sono entrata in questa pagina, ho annusato il fetore, ho udito le voci disperate dei torturati, e mi è arrivata appieno addosso la clemenza di Alonzo.

Dirti bravo è semplicemente riduttivo.

Daniela
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime20/7/2008, 18:41

io mi sono fermata a metà. non è il momento per me per leggerti: sono troppo emotiva.
ripasserò, con più calma, perchè è da leggere e con l'attenzione che merita.
B
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime21/7/2008, 08:09

Elisabetta Maltese ha scritto:
io mi sono fermata a metà. non è il momento per me per leggerti: sono troppo emotiva.
ripasserò, con più calma, perchè è da leggere e con l'attenzione che merita.
B

Provaci ancora, Betty ! Very Happy
ci tengo al tuo giudizio, e se ti pare, affonda la lama, o le unghie.... ma prima sterilizzale, mi raccomando Molto felice
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime21/7/2008, 08:13

Daniela Micheli ha scritto:
Ciao Mario.

Pagina terribile e non solo per il contesto di terrore che caratterizza il periodo dell'inquisizione, ma per la crudeltà di Alonzo, che agisce in nome e per conto di Dio.

In quanti hanno agito nella stessa, identica convinzione? Come faccio a non pensare agli aguzzini dei campi di concentamento? Alle tante guerre sante che hanno lasciato morti in nome di Dio?

Sono entrata in questa pagina, ho annusato il fetore, ho udito le voci disperate dei torturati, e mi è arrivata appieno addosso la clemenza di Alonzo.

Dirti bravo è semplicemente riduttivo.

Daniela

L'inquisizione spagnola, un misto micidiale di fanatismo, interessi economici (e ti pareva?), lotte di potere e sadismo: una delle pagine più buie tra le tante da addebitare non alla religione cattolica, ma alle sue gerarchie.
Grazie Daniela
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime21/7/2008, 08:15

rubinia ha scritto:
Terribilmente terribile.
Stupendi i dialoghi e la descrizione degli ambienti va ben oltre il puro aspetto fisico:le vedi e le senti quelle pietre che trasudano dolore.
Particolarmente apprezzato il passaggio del Demonio che mostra molta più clemenza degli uomini. Già...

vero, il Demonio ha una fama immeritata: il vero demonio è quello che alberga nelle menti di alcuni uomini, troppi.

Grazie per le belle parole, Rubinia
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime21/7/2008, 09:43

... e vabbè allora ditelo, che questo Mario è il migliore di tutti!! cheers A proposito: hai visto il fèlm "L'Ultimo Inquisitore" (non ricordo bene il titolo preciso), con Xavier Bardem, che poi è anche un po' la vita di Goya?? Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime21/7/2008, 10:49

è un signor racconto questo.
Mario hai la grande capacita dio non lasciare nulla al caso quando scrivi testi storici.Sei scrittore attento e preciso eppure coinvolgente.
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime21/7/2008, 11:36

Ma per me non è un inedito!! Quand'è che mi freghi?? Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime21/7/2008, 11:56

Massimo Guisso ha scritto:
Ma per me non è un inedito!! Quand'è che mi freghi?? Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy

inedito = mai stampato Very Happy

e poi, in realtà, rieditato alla grande per l'occasione, che come si sa, fa l'uomo lardo... o era l'uovo ladro... o era l'uovo in camicia... ? Boh, io sono in maglietta e short! clown
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime21/7/2008, 12:07

... hem, sensa offesa, ma io in maglietta & shorts preferivo Anjelina Jolì, très jolì!!
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Nico Mar
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime22/7/2008, 19:56

Caspita Ispanovaldo,
mi hai preso e portato in una storia nella Storia con un ritmo da professionista
non conosco direttamente l’autore che ti ha ispirato ma mi hai ricordato più di una pagina di scrittori spagnoli che hanno trattato il tema
complimenti, tanti tanti L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI 556327
nico
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sorcio
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime22/7/2008, 20:23

Un bellissimo lavoro mario, che sottintende una preparazione molto prima di metterci la prima parola.
Forse sai, la storia la si potrebbe imparare molto di più con racconti come questo, molto curati nelle gesta e i luoghi, con molti spunti di riflessione e con quello che più conta, lascia poter pensare.
Molto bello, uno scritto con una ragione.
E la mano, la tua che fa vedere oltre che sentire.
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime22/7/2008, 20:53

Che Scrittore, Ragassi: Grandissimo, Mariovaldo: Grande Scuola!!! cheers
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime24/7/2008, 18:53

Massimo Guisso ha scritto:
... e vabbè allora ditelo, che questo Mario è il migliore di tutti!! cheers A proposito: hai visto il fèlm "L'Ultimo Inquisitore" (non ricordo bene il titolo preciso), con Xavier Bardem, che poi è anche un po' la vita di Goya?? Very Happy

E' bellissimo quel film...e lui è pazzesco!
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime24/7/2008, 18:55

Che dire Mariovaldo: bellissimo!!!
Adoro questi scritti e l'Inquisizione mi attira da sempre.
Sempre un gran piacere leggerti!!
+++
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime24/7/2008, 21:12

... da uppare ogni cinque giorni! Prima dei pasti.
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Giuseppe Buscemi
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime24/7/2008, 23:13

Anche io, come Guisso, me lo ricordavo, nella sua edizione precedente.
Espone il lato più follemente lucido, astuto e al tempo stesso vile, di una crudeltà compiuta in nome di Dio. Con la bravura e la completezza che ti distinguono.
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Giuseppe Buscemi
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime25/7/2008, 01:46

L'ho letto ancora, seguendo (e superando) la prescrizione (non nello stile del cavaliere, però) di Guisso (che, si direbbe qui giù, se la fida).
Mi colpisce sempre la parte in cui il rabbino sente vicina la salvezza, vede gli alberi, i campi, i prati (o sono io a vederli) e pensa ai familiari. E poi, uh, che male! Che dolore!
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime25/7/2008, 12:43

Non resisto, io non resisto: lo riporto su sùbito!!
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime26/7/2008, 08:45

Sorcio, Gibbi, Isobel, La Mar, Nuccina...
grazie per le letture, non proprio distensive, e per gli apprezzamenti.
Massimo, due volte grassie per l'appressamento e pure per l'uppaggio!
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Giampiero Pieri
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Giampiero Pieri


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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime26/7/2008, 09:10

Una nota sopra al rigo, non c'è che dire.
Impossibile non vedere quello che si legge, immagini in alta definizione.
Ed anche molto contenuto concentrato in questo racconto breve ma ben costruito.
Bravissimo.
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime28/7/2008, 07:56

_g&f_ ha scritto:
Una nota sopra al rigo, non c'è che dire.
Impossibile non vedere quello che si legge, immagini in alta definizione.
Ed anche molto contenuto concentrato in questo racconto breve ma ben costruito.
Bravissimo.

Grazie per le belle parole.
Sì, in effetti ci sono molte cose nel racconto che andrebbero sviluppate meglio, approfondite e ampliate ma poi, in queste giornate afose, chi preferirebbe passare minuti preziosi davanti a uno schermo invece di farsi un bel bagno o una passeggiata rinfrescante verso un bel laghetto alpino?
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Almitra Newton
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MessaggioTitolo: Re: L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI   L'ULTIMO TORMENTO - MARIO MALGIERI Icon_minitime29/7/2008, 18:04

Quante volte si confonde il Dubbio col peccato e la Misericordia Divina con la vendetta umana...
Quante volte si commettono orrori nel nome Benedetto di Dio, confondendo ancora una volta la Giustizia divina con il rancore umano!

E come bene tu racconti questa realtà, con una misura e una consapevolezza veramente notevoli...

Sei davvero un narratore eccezionale!
Al.
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