Ricordo ancora la curva cupa del viso di mia sorella la sera in cui i nostri genitori la riportarono a casa dal collegio.
Eravamo adolescenti ed i tuoi bisnonni, disperati dalle sue intemperanze, l'avevano iscritta al “Santa Vittoria”.
Speravano che l'educazione rigida delle suore Carmelitane servisse a calmare il suo carattere estroso. Io mi ero opposta ma non servì a fargli cambiare decisione.
Ecco, ora il tuo broncio mi ricorda quello di tua nonna quando ritornò a casa.
Scoprii solo il giorno dopo quello che aveva combinato. Ed a stento riuscii a trattenere le risa davanti a nostro padre.
Al collegio vigevano regole molto severe circa i lavori domestici che venivano svolti dalle ospiti dell'istituto, compreso il lavaggio della biancheria.
Ogni settimana veniva affidato ad una collegiale diversa che si occupava del bucato per tutte le persone presenti, incluse le suore.
Siamo parlando degli anni 50, a quel tempo fare il bucato era un problema ed il bianco assumeva spesso i colori di un giallino sporco.
Quel fatidico giorno, Roberta, la tua nonnina, fu presa da un suo lampo di genio.
Era sempre stata affascinata dalla chimica e decise di sperimentare un nuovo trattamento.
Risultato? Le suorine ebbero i loro mutandoni di una bellissima tonalità color lilla.
La risata argentina di Tiziana mi riscaldò il cuore.
- Zia Bea, mi fai morire con le tue balle...
Le suore non gradirono affatto il nuovo colore e spedirono a casa tua nonna, bollandola come sacrilega.
Mi sono sempre chiesta che guaio mai poteva essere, visto che portavano sottane fino a terra.
Se non mi credi potrai chiederlo a lei. Domani arriva con il treno delle sei.
Potrei continuare per ore a raccontarti degli esperimenti di tua nonna.
Ti assomiglia molto... più di quanto credi, Tiziana.
- C'è solo un modo per scoprirlo. Ho già qui il mio laboratorio.
- Già. Metodo scientifico.
- E' sempre così rigida con me. Da quando mamma non c'è più non fa altro che soffocarmi...
Però sono contenta di trasferirmi qui con te e la nonna. Papà...lui è sempre via.
- Passerà, ha bisogno di tempo.
- E' arrivata Stefania. Posso?
Sospirai, scrutando il volto speranzoso di mia nipote rivolto all'amica del cuore.
- Quali sono le tre regole?
- Non farsi abbordare da sconosciuti e viceversa
non assumere sostanze
tenere il telefonino a portata di mano.
- Bene, rientra per le sette.
Sorrisi di fronte al suo sarcasmo nel pronunciarle e la lasciai andare.
Bascapè non è Milano. Per fortuna si può ancora muoversi senza pericolo. Perlomeno di pomeriggio.
Bevvi un sorso di limonata ed il mio pensiero volò a Roberta.
Domani mi avrebbe raggiunta per sistemarsi qui con me e Tiziana.
Cominciai a pensare ai divertenti aneddoti che avrei sfoderato di fronte a nostra nipote per farle tornare il sorriso.
Nessuno dovrebbe sopravvivere ai propri figli. Purtroppo a mia sorella era successo.
Nemmeno il suo spirito allegro era riuscito a resistere.
Il dolore e poi la responsabilità di crescere un'adolescente l'avevano distrutta.
Ora aveva deciso di darmi ascolto e tornare a casa.