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 ARFAN MILLE AGHI

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Daniela Micheli
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Penna Libera
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MessaggioTitolo: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime20/9/2008, 18:43

Arfan mille aghi


La faccia nella foto segnaletica le trafiggeva il cuore.
Abdul, capo della polizia di Muscat, insisteva; stringeva in mano la foto e la spingeva sotto il naso di Farida senza darle tregua.
- Sicura che è lui?
Farida aveva visto mille facce somiglianti nello schedario, ma dell’ultima era sicura: era lui.
Rispose con la voce rauca e il sapore di mandorle amare in gola.
- È lui.
Parlava mordendosi il labbro, lo sguardo sull’altro lato della stanza, fisso su una macchia sul muro che sembrava interessarla più della foto del militare.
Non voleva che Abdul scoprisse la voglia di vomitare che avvertiva in gola.
Un sapore di rancido amaro come il fiele, lo stesso da quattro mesi, ogni mattina.
Quattro mesi. Eppure sembrava accaduto tutto il giorno prima.
Strinse gli occhi, il viso tra le mani, e i ricordi tornarono indietro al rallentatore.
- Non gridare o muori. – Le aveva detto il tipo alto e smilzo con la voce calma e l’accento straniero.
Erano in due. Ma quello più basso fingeva d’ignorarla; s’era messo a rovistare nei cassetti come se cercasse qualcosa. E dopo aver buttato tutto all’aria, aveva fissato lo spilungone e con voce aspra e decisa aveva detto:
- Niente nemmeno qui …maledizione.

Poi, con la testa sbieca, arricciandosi i baffi con le dita, aveva cominciato a fissare il seno di Farida, sgranando gli occhi.

- Prendete tutto quello che volete –. Aveva urlato lei.

- Non gridare. – Le aveva sibilato in faccia quello basso.

Sapeva di umido, muffa e polvere da sparo; portava anfibi neri, una camicia militare polverosa stretta su un corpo muscoloso, un pantalone mimetico e una faccia da ragazzino sbarbato, ma aveva nello sguardo una strafottenza e una spavalderia da capo.

L’aveva afferrata per un braccio e la sberla era arrivata senza che l’avesse vista partire; era ruzzolata sul pavimento ingombro di carte, mentre lui rideva.

- Bel culo! - Aveva sibilato a quello due spanne più alto di lui.

Fece fatica a interrompere i ricordi quando Abdul la scosse dal torpore toccandole un braccio con la mano. Poteva andare, disse lui. E lei, con un sospiro, s’alzò barcollando, dopo aver fatto un cenno di saluto.

Uscì rasentando i muri, reggendosi con la mano. Fuori il caldo sorprese il suo corpo già sudato, prigioniero del burka che nascondeva un accenno di pancia.
La sfiorò appena, con la mano che le tremava.
Si fermò per prendere fiato all’ombra di una mangrovia, vicino al parco di Seeb dal lato opposto della porta antica di Muscat, e il senso di colpa che da quattro mesi già avvertiva, si mischiò al ricordo delle raccomandazioni di sua madre, che fecero capolino stringendole la gola.

Fu in quel preciso momento che Farida decise.
Sfiancata da un caldo senza cuore, a stento sorretta da due gambe legnose, con la gola secca e gli occhi arrossati, giurò che avrebbe detto tutto al marito.

Lui era buono. Avrebbe capito.
Vent’anni. Un metro e settanta. Capelli lunghi e riccioli del colore delle notti nelle strade della Muscat vecchia quando restava senza luce. Pelle ambrata come le montagne di Oman Maskat, dove il padre la portava da bambina a pregare, facendole credere che se si alzava sulle punte, avrebbe potuto toccare il cielo con un dito.
Farida usava il burka quando usciva, ma sotto il velo nascondeva occhi azzurri come il mare di Oman, affilati come pugnali.
L’unico uomo della sua vita, l’aveva sposato. Amhir, un miliziano combattente fissato con le tradizioni, sempre impegnato e con la fissa della caccia ai terroristi.
La chiese in sposa un giorno fresco e luminoso di settembre, Farida ricordava il bacio sulla fronte che le diede, e la faccia che fece lei, quando la chiamò con quel nome: Amira, principessa.
Lo disse a sua madre, e lei, tra mille raccomandazioni, le disse che da sposata avrebbe preso il nome di Azima: sposa dignitosa. Lo stesso preso da lei e da sua nonna prima ancora; lo stesso che imponeva una religione che prometteva pietre nella schiena alle mogli che non sottostavano al potere del marito, secondo per importanza solo ad Allah.
Così disse tutto ad Amhir quella sera. Ogni particolare taciuto di quella notte che di lì a poco non avrebbe più potuto nascondere a nessuno.
La sera a casa gli portò i saluti di Abdul, gli disse che l’amava, lo pregò di aiutarla, lo supplicò di parlarle o ucciderla, se preferiva. E Amhir il buono, l’istruito, l’emancipato, come un automa, le prese un braccio e, senza alzare la voce, disse:
- Hai due giorni per raccogliere i tuoi stracci e sparire.
Lasciò la casa del marito quella sera, per non tornarci mai più.
- Vieni a stare con me – le aveva proposto la sorella.
- Magari … -, aveva risposto lei, - Così poi tuo marito caccia via anche te.
- Liberati del bambino se vuoi vivere a Muscat … - Le aveva sussurrato all’orecchio la sorella con un filo di voce.
Ma era tardi per Farida; sapeva come andavano le cose a Muscat. Dopo quella notte, nulla sarebbe tornato come prima. E anche se quei calci al ventre erano forti più delle sue paure, tremava al pensiero di far nascere un altro bastardo con la faccia del militare che rideva nella foto segnaletica di Abdul.
Camminava e piangeva, in quel labirinto stretto di vicoli affollati della città nuova, sotto le tettoie di palme illuminate dalle lanterne. Passò tra negozietti e bancarelle in mezzo a profumi di spezie e tessuti, e i piedi, quasi da soli, decisero di portarla, verso i colori dell’imbrunire, davanti al museo dei bambini, nei pressi del parco di Al Qurm.
Alzò la testa e lo vide, e allora seppe cosa fare.



***




La trovarono accartocciata sotto un mucchio di cartoni fuori Muscat.
Usciva solo di notte, randagia, a mendicare tra il porto e la ferrovia.
Le pietre, a centinaia, l’avevano colpita alla schiena con precisione, anche al buio.
Non si era quasi difesa, dissero. Ma sotto quel corpo martoriato, trovarono un bambino nato da poco, l’aveva protetto col suo corpo come un dono.
E quando lo dissero al marito, Amhir cadde dalle nuvole.
- Non è lei-, disse. - Non era incinta, non è figlio mio!
Fu la sorella a prendersi cura del fagotto mezzo assiderato rimasto una settimana in braccio ai miliziani.
Fuggì dal marito, decisa a non ascoltare più nessuno.
- Mi teneva legata, mi frustava, non mi faceva uscire. – Disse ai miliziani.

Ma loro risposero che picchiare una moglie era dovere di un marito, se voleva rispetto.
E per farla desistere dalle sue accuse, aggiunsero:

- Allah ti punirà. Farai la stessa fine di tua sorella se prendi con te il suo bastardo.

Arfan, in arabo significa gratitudine.
Divenne il nome del bambino; lo scelse lei, sicura che e a Farida sarebbe piaciuto.

Adesso vivono a Parigi. A pochi passi da Montmartre in un quartiere dove in pochi saprebbero dire come ci siano arrivati.
Arfan farà diciotto anni tra un mese, ha occhi scuri e la carnagione di sua madre; disegna porti, paesaggi, villaggi di pescatori, antiche fortezze, ma soprattutto volti di donne brune. Usa aghi appuntiti per incidere sul legno, che pare faccia arrivare dall’Oman, la capitale della terra dei sultani, il luogo dei mille splendidi soli.

Qualcuno dice che per disegnare il volto della donna con i riccioli e la pelle scura, che tiene appeso in camera sua, abbia usato esattamente mille piccoli aghi.
Che ha conservato tutti, uno ad uno.


Ultima modifica di Penna Libera il 2/10/2008, 18:26 - modificato 3 volte.
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Natascia Prinzivalli
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime20/9/2008, 19:20

Un racconto ben scritto, una narrazione limpida, anche se qualche volta, se
mi permetti, inciampa in forzature.

Descrivi una consuetudine religiosa, attraverso la figura dignitosa di questa donna, senza isterismi religiosi.

Il furore della Fallaci, non ti ha contaminato.

Se l'esimia.. scrittrice avesse scritto meno kazzate, forse oggi ci sarebbero meno palestinesi a cui girano più che malamente!

Anche perchè, voglio dire, anzi bisognerebbe dirglielo ( forse qualche palestinese riuscirà a mettersi in comunicazione con lei, attraverso una porta di servizio tra i due paradisi o inferni, cattomusulmani), che in Europa, il numero di donne che finisce al pronto soccorso per lesioni gravi, da parte dei mariti, aumenta sempre più....o forse è valida ed attendibile la famosa enunciazione: son caduta dalle scale.

_____gin
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http://www.bedo.it/allaricercadeltempop/
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime20/9/2008, 20:32

ti leggo e mi piace leggerti.
molti tuoi racconti mi prendono per mano
anche questo trasporta chi legge.

parli spesso di donne, ma spesso parli di donne che soffrono. certo viste con gli occhi di uno scrittore, ma pur sempre c'è...dolore.

mi piace questo tua scrittura

Nefer
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime20/9/2008, 23:33

Grazie Gin, lieto del tuo commento. E' una storia nata ricordando un libro che ho letto tempo fa e che già allora mi aveva dato sensazioni forti. Ho trovato il libro superiore al Cacciatore di Aquiloni dello stesso autore. "MILLE SPLENDIDI SOLI" di Hosseini affronta la condizione femminile e i disastri della guerra. Su un altro sito, lo usavano come spunto per un laboratoio e ieri mi è uscito dalla penna praticamente da solo.
Cara GIn, puoi permetterti qualsiasi cosa sulle cose che scrivo io. Sempre e comunque. Anzi, te lo ripeto ogni commento tecnico per me è sempre benvenuto.

E adesso per favore segnalami gli inciampi così vedo se li posso togliere? Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime20/9/2008, 23:36

Quanto a te Nefer il tuo passaggio è particolarmente gradito. Il tuo animo poetico è un ottimo banco di prova per le cose modeste che scrivo. Inoltre la lunghezza del testo in questo caso non aiuta e trovare chi ha la pazienza di leggere nonstante il lacrimare degli occhi e il mal di panacia che può avvertire tra le righe. Quindi la tua lettura è un regalo. Sono felice che trovi gradevole quello che scrivo nonostente i tempi spesso forse un poco crudi. Grazie ancora anche a te Nefer, per la lettura e per il bellisismo commento che hai lasciato. ARFAN MILLE AGHI 556327


Ultima modifica di Penna Libera il 21/9/2008, 10:10 - modificato 1 volta.
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Luca Curatoli
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime21/9/2008, 01:38

a quest'ora fatico a mettere a fuoco perfino i nomi di persona
e quelli esotici mi confondono ancora di più. poi la storia l'ho capita abbastanza subito e mi è rimasto quella sensazione di stupidità (per via della notte) per come vanno le cose da certi punti di vista e per come si potrebbero rovesciare come un guanto.
anche se qui - sulla terra - ci vorrebbe un miracolo per gli uomini e per le donne
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime22/9/2008, 18:02

Porcapaletta... e i commenti? scratch Ieri sera avevo visto quello di Marivaldo, GIbbi e altri, ma non me li faceva leggere. Che scherzi da prete. Ecco! Sad
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime23/9/2008, 13:52

Nel mio commento che andò inghiottito, ti scrivevo che ero sostanzialmente d'accordo con quello di Gin, che non occorre andare troppo lontano per trovare una Farida e un Arfan.
Non ho letto Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli, sono qui, sul comodino, in attesa di un giorno di pioggia che, ringraziando Dio, spero sia lontano.
La tua prosa è sempre precisa, dettagliata e puntuale a descrivere miserie e dolori che pur non appartenendoti, le fai diventare quasi come se fossero tue.
Bravo, Pier.
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime23/9/2008, 16:15

Grazie Daniela. Il tuo l'avevo letto, ma quello di GIBBI, proprio no. Chissà che diceva. Sad
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Giuseppe Buscemi
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime23/9/2008, 17:23

Ricommento, data la catastrofe da nano-buco-nero, e dico che il racconto l’ho letto con piacere e che è scritto col tuo marchio, Pier. L’attenzione particolare verso i nomi, la geografia, le usanze, non solo aggiunge suggestione, ma accresce l’attendibilità della storia. La scelta del tema e quella del punto di vista ti confermano intrepido e desideroso di metterti alla prova.
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rubinia
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime25/9/2008, 19:00

L'ho letto Mille splendidi soli e la tua Farida è sorella di Mariam, e di Jane, e di Francesca, e di Jutta, e di Zaira...e di tutte quelle donne che, ovunque nel mondo, pagano lo scotto di essere donne.
E raccontare anche solo di una di loro è raccontare di tutte a tutti. Perchè bisogna tener vigile l'attenzione, sempre.
E bravo PierPenna Very Happy
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Nico Mar
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime25/9/2008, 20:05

È un bel racconto, ricercato e controllato nei termini e coraggioso nel tema.
Difficilissimo parlare di culture diverse.
Sempre più Penna sperimentale, e con successo.
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime29/9/2008, 11:54

Mi ripeto nei commenti: capolavorissimo professionale!! Unico neo: "Non può essere lei" in questo periodo di giustissimo e sacrosanto tributo luciobattistiano, mi suona stonato: "Non è lei!" semplicemente ti suggerirei... Piesse: ogni volta che vedo una barca a vela... mi ritorni in mente: se non è amicissia virtuale questa...
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime2/10/2008, 10:28

Grazie Massimuccio. E non mi baciare che mi vergogno. bounce
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime2/10/2008, 10:30

Ma perchè non mi fa correggere? scratch
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime2/10/2008, 10:31

Sul post è sparita la funzione EDIT. Sad
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime2/10/2008, 10:34

Vado a controllare nel pannello.
Molto felice
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime2/10/2008, 10:37

Sistemato, dovresti provare se riesci a modificarlo adesso, ma temo che non sia retroattivo.
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime2/10/2008, 11:28

Ora funziona. Ma che avevo combinato? scratch
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: ARFAN MILLE AGHI   ARFAN MILLE AGHI Icon_minitime2/10/2008, 11:33

Non tu, io avevo pocciato con la durata del permesso modifica messaggi Molto felice
Anche gli Angeli a volte mangiano fagioli

ARFAN MILLE AGHI 845726


e fanno i botti
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